Boccaccio - Decameron, Ser Ciappelletto (1° giorno, 1° novella)
In questa storia il tema è l'ingegno con cui il protagonista trova una soluzione brillante. Un mercante francese ha bisogno di un assistente per riavere dei debiti e si affida a Cepparello da Prato: un notaio molto disonesto che va orgoglioso dei suoi vizi, omicida, bevitore e baro. Ser Ciappelleto (come veniva chiamato il notaio) nel proseguio della storia sta per morire ed è ospite di altri mercanti italiani già con brutta reputazione. I mercanti discutono sul da farsi e Ciappelletto gli consiglia di chiamare un rinomato confessore e decide di compiere una falsa confessione che convincerà il prete della sua santità: il peccato di questa falsa confessione non gli salva l'anima ma è solo uno in più rispetto a tutto quello che aveva già fatto. Il moribondo lascia questo mondo e durante il funerale la predica del suo confessore convince tutti della sua santità tanto che alcuni presenti chiedevano grazie e miracoli. Cepparello riuscì ad ottenere questo facendo credere al prete di essere un grande peccatore ma confessando solo 2-3 peccati senza molta rilevanza; in questo modo il confessore ha pensato che fosse tanto devoto da pentirsi anche per minime cose.
Boccaccio è sempre dalla parte di chi ha ingegno anche se per propositi negativi; l'ingegno si mostra soprattutto nell'uso della parola. Alla fine l'autore si trova un po' in imbarazzo per quei peccati descritti e cerca di rendere il racconto più accettabile per l'epoca.
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