Publio Ovidio Nasone
Famoso per aver scritto le Metamorfosi. In quel periodo è presente la poesia elegiaca caratterizzata da: tecnica con metro distico-elegiaco che sarebbe una coppia di versi formata da un esametro e da un pentametro; composizioni non troppo brevi o lunghe; contenuto personale, racconto in prima persona secondo schemi simili a Catullo (storie d'amore a volte soddisfatte). Si forma una raccolta di poesie simili ad un libro. "Labor lime": scrivere poesie è un lavoro di fino e ricercato. Ci sono anche in Ovidio riferimenti mitologici. Autori da ricordare in questo periodo sono Tibullo e Properzio; Tibullo è forse uno dei pochi poeti pacifisti.
Ovidio nasce a Sulmona nel 43 a.C., viene avviato ad una carriera politica ma interrompe gli studi di legge per dedicarsi alla poesia; non farà parte dei poeti di Mecenate. Scrive in termini leggeri e disinvolti d'amore in un periodo in cui Augusto cerca un'atmosfera più austera. Questi provvedimenti però non avranno risultati concreti di rilievo (anche sua figlia Giulia viene esiliata). Raccolta di poesie d'amore "Amores": gioca con i temi amorosi non parla dei problemi interiori degli amanti; i comportamenti sono simili a quelli di un soldato. Le "Heroides" sono poesie scritte da donne mitologiche agli amanti (esempio: Didone ad Enea). Gli "Ars Amandi" sono tre libri in cui Ovidio spiega le tecniche di seduzione tra uomo e donna. "Remedia amoris" sono un'opera che spiega come dimenticare un'amore. "Medicamina faciei" è un manuale di cosmetica in cui spiega come truccarsi alle donne. Dopo queste opere si dedica alla produzione epica: le Metamorfosi in cui ciò che conta è la varietà di toni, è una raccolta di vicende mitologiche in cui un personaggio si trasforma e Ovidio è straordinario nella descrizione; "Fasti" sono racconti mitologici che parlano in ordine cronologico delle festività romane in relazione ad avvenimenti mitologici. Un'altra figlia di Augusto casca in tentazione (Giulia Minor) e viene mandata in esilio anche lei; Ovidio sembra coinvolto e viene esiliato a Tomi (oggi Costanza). In questo periodo scrive "Epistulae ex Ponto" e "Tristia" opere tristi che rispecchiano la sua condizione finale in esilio.
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