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mercoledì 17 agosto 2011

Alessandro Manzoni - il finale dell'Adelchi

Sparsa le trecce morbide (vv 85-120) - canto IV
E' un coro subito seguente alla morte di Ermenegarda; permette un momento di pausa e riflessione su ciò che è accaduto. Il testo si rivolge a lei spiegando cosa è accaduto: lei è passata da oppressore a oppressa. Il suo destino è lo stesso di tante altre donne oppresse dai longobardi; la sua sventura è provvidenziale perchè toglie le possibili colpe rendendola umile. Per liberarsi dalle colpe del potere bisogna essere umili.
<<Non resta che far torto, o patirlo>>: la morte di Adelchi (vv 338-364) - canto V
Adelchi ha compreso ciò che ha vissuto solo in punto di morte; dice al padre di non rimpiangere il regno poichè il potere è male. Gli anni in cui nessuno piangerà per causa del re, saranno anni felici; ogni opera del re è colpevole e opprimente. Dal potere non può venire nulla di buono. Prima o poi tutti muoiono e quindi anche i potenti non potranno far nulla contro la morte. L'unico modo per riscattarsi dal potere è perderlo.

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