L'attività morale consiste nel liberarsi dagli ostacoli; gli urti con gli ostacoli permettono di rimanere in movimento, anzi servono da trampolino. Immaginazione produttiva inconscia: attività attraverso la quale l'Io produce i prodotti; la conoscenza è l'attività che gli permette di rendersi conto che il non-io è un prodotto dell'Io. All'inizio infatti l'attività di produzione è inconscia, conoscere vuol dire riconoscere che tutto è prodotto dall'Io. Il cammino dello spirito è un cammino di tesi e antitesi: la sintesi ogni volta è più matura.
Il realismo è dogmatico, l'idealismo è la filosofia della libertà. Per realismo si intende che le cose esistono veramente fuori di noi (limiti invalicabili), l'idealismo afferma che sono nostre creazioni e quindi limiti valicabili. Se un umano non agisce diventa sempre più simile ad un non-io: lo Stato deve impegnarsi a non far infiacchire l'uomo. Fichte ritiene che il suo sistema sia real-idealista poiché all'inizio prevale il non-io nella conoscenza poi si arriva all'idealismo con la coscienza della produttività agente dell'Io. L'uomo comune pensa che le cose esistano così come sono; la riflessione porta a scoprire un Io creante le cose: i non-io. L'attività teoretica è l'azione del non-io sull'Io, quella morale è l'attività dell'Io sul non-io. L'ostacolo è funzionale all'attività stessa dell'Io; l'attività morale è centrata nello Streben. Noi siamo ciò che facciamo.
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