Il Paradiso
Viene considerata la parte meno attraente dell'opera poiché molto più omogenea; ci sono molte questioni teologiche che rallentano il ritmo: sono un esempio di tomismo. Alla fine la visione di Dio è un qualcosa di troppo grande per noi uomini, per la nostra memoria e il nostro linguaggio: Dante continua ad ammettere di non essere in grado di descrivere ciò che vede. L'essenza del paradiso consiste nella contemplazione della figura di Dio. Bisogna tenere conto di 2 3 cose che dante afferma: tutto ciò che è stato creato a necessità di tornare al creatore; se le anime avessero potuto, appena create sarebbero tornate subito a Dio. Per questioni di simmetria con gli altri canti deve fare un viaggio a gradi: anime sotto l'influsso di vari astri (le anime però hanno le stesse caratteristiche). Le anime del paradiso sono semplicemente dei giochi di luce: quelle di livelli più bassi però conservano anche una certa traccia di corpo. Questo non significa che ci sia una graduatoria (al massimo ci sono delle differenze); c'è una differenza di meriti (di come si è raggiunto il bene) ma sono tutte allo stesso livello poiché sono in paradiso. Conoscendo il volere divino accettano con piacere la propria posizione.
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