Il periodo romantico nella filosofia
Kant lascia un problema: dualismo dell'uomo e del mondo. I romantici cercano l'unità tra i due mondi: fenomenico e noumenico. La critica del giudizio è il manifesto dei filosofi romantici. L'esperienza del bello e della finalità nella natura non riescono da sole a farci oltrepassare i limiti posti tra l'aspetto fenomenico e noumenico. Il noumeno non è mai stato negato da Kant; i noumeni sono la cosa in sé che limita la conoscenza. I post-kantiani avranno un acceso dibattito sull'esistenza dei noumeni poiché non potendoli conoscere è come se non esistessero: tutto ciò che c'è è quello che appare a me come entità trascendentale. Non c'è più realtà vera e rappresentata ma solo quest'ultima che viene creata dall' Io penso che diventa il creatore di ciò che sperimentiamo: l' Io penso diventa Io creatore. Diventa un Io assoluto (ab soluto), infinito e con molte capacità in più. Fichte radicalizza le posizioni di Kant e rende l' Io assolutizzato e produttore della realtà. L' Io è finito per via della realtà esterna ma è infinito perché la produce.
Novalis costruisce a livello poetico una teoria parallela a Fichte; parla di un idealismo magico; è il principale esponente delle idee romantiche in poesia.
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