L'infinito
Contrasto tra realtà e mondo immaginario; il pretesto è la siepe in questo ermo colle. La limitazione visiva della siepe permette a Leopardi di immergersi nel suo pensiero; la sua immaginazione è nel proprio habitat in questa situazione. L'atmosfera è data anche dalla lunghezza delle parole della prima parte; prima siede ad ammirare l'infinito spaziale per poi finire a parlare dell'eternità. In questa doppia sensazione Leopardi da buon romantico è perfettamente ambientato e si lascia andare su questo mare di infinito. C'è una serie molto significativa di aggettivi dimostrativi. L'ermo colle è qui come la siepe ma poco dopo l'infinito sposta in là Leopardi, non più dov'era. Il vento riporta Giacomo dov'è e lui comprando quest'esperienza naufraga nel suo mare di pensiero. Prima il questo era un luogo finito poi l'allontanamento provocato dall'infinitudine lo porta ad identificarsi nel suo pensiero; in questo modo il questo diventa una cosa immaginaria, il suo pensiero.
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