Federalisti moderati: Gioberti (linea neo guelfa), federalisti piemontesi (Balbo, Durando, d'Azeglio). Questi ultimi volevano il Piemonte come protagonista dell'unificazione italiana; i neo guelfi invece dicevano che fosse il papa ad unificare lo Stato.
Federalisti democratici: federalismo di Repubblica prendendo esempio degli Stati Uniti e dalla Svizzera; Cattaneo, Ferrari (più socialista nelle sue idee).
Neo guelfismo
La Chiesa deve avere un ruolo centrale; per i neo ghibellini (Guerrazzi, Mazzini) la Chiesa è un impedimento per l'unificazione.
Gioberti: scrisse "Del primato morale e civile degli italiani", era un abate torinese esiliato nel 1833. Missione italiana tra i popoli, l'Italia ha un primato poiché al centro del cattolicesimo; riforme ad opera dei principi che costituiscono federazione con presidente il Papa. L'opera fece scalpore e guadagnò molti strati della popolazione perché conciliava religione con patriottismo. Libro attaccato dai gesuiti: Gioberti è accusato di strumentalizzazione della Chiesa. Inoltre è accusato anche dal versante laico per la centralità del Papa.
Balbo: scrive "speranze d'Italia": federazione di Stati del Nord Italia con guida il Piemonte. L'Austria si sarebbe accontentata della carta bianca sui Balcani (già terreno di espansione della Russia).
Durando: ipotizza una confederazione di tre Stati: i Savoia al nord, i Lorena nel centro, i Borboni al sud. L'interesse politico andava a Roma, gli altri stati avevano il compito principale di combattere gli austriaci. Il comando vero e proprio sarebbe andato al Piemonte.
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