Canto notturno di un pastore errante dell'Asia
Il
contesto della poesia è tratto da un libro di viaggi di un nobile
tedesco che aveva osservato certe tradizioni dei popoli della steppa
asiatica. L'interlocutore in questo canto è la luna alla quale un
pastore si rivolge in modo semplice; ogni strofa ha una rima di chiusura
in "ale".
Il
pastore pone subito la domanda fondamentale: cosa vale tutto questo? Il
pastore osserva sempre le solite cose, monotone; il suo percorso è
breve e mortale. Il moto degli astri è immortale ma ripetitivo, sempre
il solito ciclo. La seconda strofa è una lunghissima frase che risponde
inaspettatamente al pastore. La vita umana è paragonata ad un vecchio
che si agita nonostante la fatica e alla fine la sua morte equivale alla
caduta in un abisso in cui si dimentica ogni cosa. La terza strofa
parla invece della nascita che ai tempi di Leopardi era un rischio molto
alto sia per la madre che per il nascituro. Questa immagine della
nascita è ripresa da Lucrezio. I genitori consolano il figlio appena
nato perché soffre l'esistenza: perché quindi bisogna farli nascere se
dopo bisogna consolarli? In ogni strofa, nel finale, la luna è la
presenza che non risponde alle domande (che non possono avere risposta)
ma al massimo le rilancia. La luna ha la stessa funzione della Natura
nel "Dialogo della Natura e di un islandese" nelle Operette morali. La
luna certo capisce la morte e ogni cosa che avviene nel mondo; il
pastore invece ha solo domande a cui non riesce ad ottenere risposta. In
tutto questo infinito di cose c'è un alto senso di solitudine; queste
domande non se le pone un filosofo ma un semplice pastore che non ha
l'egoismo di sapere le risposte. L'interlocutore cambia e diventa il
gregge che è la cosa più diversa che si trova a portata di mano il
pastore. Le pecore non hanno coscienza del loro male nell'esistenza; non
provano noia e il pastore quasi le invidia. Il pastore in ogni attimo
della sua vita non trova pace, ma non vive così male. Perché gli animali
sono sereni nel riposo mentre noi ci annoiamo? Forse sarei più felice
se potessi vagare tra le nubi o forse (più probabile) in qualunque stato
io esista il giorno della nascita è il giorno del male.
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