Carlo Goldoni
Il "Memoire" è la sua autobiografia scritta in francese e tradotta in italiano da lui stesso. Nasce a Venezia nel 1707 in una famiglia benestante che però è guidata dal nonno che sperpera il patrimonio. Da bambino riceve in regalo un teatrino di burattini; studia legge a Perugia, lavora in tribunale ma è affascinato dal teatro. Circa a 12 anni segue una compagnia di attori che va a Venezia. Incomincia a scrivere canovacci; un po' alla volta diventa collaboratore del teatro Sant'Angelo a Venezia. Goldoni vuole cambiare gli schemi e riformare il teatro: copioni scritti interamente, personaggi non standard. Il pasaggio è graduale: prima comincia con un solo personaggio poi amplia il suo progetto ad intere compagnie. Negli anni 50 (1750) il suo progetto è attuato: le maschere rimangono ma molto ridotte. "La vedova scaltra" è forse la prima opera interamente scritta verso la metà del secolo. Diventa molto apprezzato dal pubblico; i critici intellettuali si dividono: alcuni dicono che è bravo perché realistico, altri perché proprio per questo è di bassa lega. Il suo maggior oppositore e Carlo Gozzi che scriveva in ambientazioni fiabesche e la cui opera più famosa è "Turandot".
Goldoni dice di aver studiato dal libro del mondo e da quello del teatro: conosce la gente che gli sta intorno e impara le tecniche di scrittura teatrale.
Aneddoto: scommette di poter scrivere 16 opere in un anno e vince la scommessa; dopo ciò depresso e stanco, decide di andare in Francia e ricomincia la sua opera di riforma anche in quel paese. Diventa insegnante di italiano dei figli del re di Francia. Ha qualche problema all'arrivo della rivoluzione: nel 1792 gli tolgono la pensione ma si pentono e dopo un po' gliela ridanno ma lui ormai è morto.
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