Nel 1819 prova a scappare di casa e scrive una lettera a suo padre come addio.
Recanati, luglio 1819 (121) a Monaldo Leopardi
Giacomo ha sempre rispettato la famiglia ma non poteva più sopportare un'oppressione delle sue capacità così accentuata. Il suo carattere è molto romantico anche se lui dice di appartenere al movimento classicista. Il suo obiettivo è la felicità e odia la noia preferendole la sofferenza; vuole andarsene per far valere la sua genialità.
Il tentativo di fuga viene scoperto prima di essere messo in atto, la lettera non è mai stata letta dal padre. Giacomo cade in un cupo periodo di depressione dove scrive opere magnifiche; sembra che sia una regola di Leopardi, poiché in momenti successivi della sua vita scrisse opere magnifiche sempre quando era in depressione.
Recanati, 19-11-1819 (133) a Pietro Giordani
Il tema della noia è molto ricorrente in queste lettere.
Recanati, 30-03-1821 (192) a Giulio Perticari.
Lo studio intensivo di quei sette anni chiuso in biblioteca viene giudicato da Leopardi un grave errore per il continuo della sua vita.
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