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sabato 26 maggio 2012

Tacito: Matricidio, la morte di Agrippina

Mentre si è sparsa la notizia del naufragio ognuno correva verso la spiaggia e prendevano posizione sulla spiaggia e in mare. Tutta la spiaggia era pervasa da espressioni di augurio e risposte incerte; quando si seppe che Agrippina era incolume, tutti la circondano ma ad un certo punto arrivano i soldati mandati da Nerone con pessime intenzioni. Aniceto entra nella villa sfondando le porte e arriva nella stanza di Agrippina dove l'ancella è più agitata di lei che non si aspettava un'altra azione del figlio. Agrippina è preoccupata quando vede i soldati e non crede ai suoi occhi; per primo la colpisce il trierarco alla testa e poi lei gli chiede di ferire il ventre che ha generato Nerone; viene uccisa con numerevoli coltellate.

Tacito: Matricidio, l'attentato fallisce e il rimedio

"A Nerone che aspettava notizie del delitto, viene riferito che Agrippina è scampata dall'attentato con una lieve ferita e in condizioni tali da capire l'autore del fatto. Allora esanime per lo spavento e già preparandosi a sua madre assetata di vendetta sia istigando un soldato o tutti gli schiavi contro di lui, sia che si appellasse al senato rinfacciandogli l'attentato: quale aiuto potrà ricevere Nerone contro ciò? A meno che non inventassero qualcosa Burro (prefetto del pretorio) o Seneca che subito aveva fatto chiamare; è incerto se in quel momento loro ne sapevano qualcosa di quanto era accaduto. Entrambi pertanto ebbero un lungo silenzio sia che pensassero che non valesse la pena di persuaderlo sia se Nerone sarebbe durato con Agrippina viva. Successivamente Seneca risponde di chiedere a Burro se vale la pena di usare militari. Burro risponde che i pretoriani affezionati alla famiglia dei Cesari e memori di Germanico (assassinato da Agrippina per far andare Nerone al potere) non avrebbero fatto nulla contro Agrippina, che fosse Aniceto (l'ideatore del piano non riuscito) a completare il lavoro poichè lui non ha nulla da perdere. Sentendo questo Nerone disse che in quel giorno riceveva l'impero e che fossero portati i soldati pronti al crimine. Lui stesso venuto a sapere che era arrivato il nunzio Agermo (di Agrippina), prepara la scena del delitto e mentre lo ascolta fa buttare un gladio tra i piedi di questo e lo fa catturare per aver tentato di ucciderlo; affinchè si credesse che la madre avesse ordinato l'omicidio del principe, fa suicidiare il nunzio con motivazione di questo atto la vergogna di non essere riuscito nel compito".

Tacito: Matricidio, l'attentato ad Agrippina

"Pertanto poiché non poteva più sopportare la madre la lodava quando andava lontano nelle sue di lei proprietà." Quando la ritenne troppo pericolosa decise di ucciderla; doveva scegliere il modo affinché sembrasse un incidente. Era difficile corrompere i servi di lei perché era sempre in guardia; inoltre Agrippina seguiva l'esempio di Mitridate prendendo ogni giorno piccole dosi di veleno come anticorpo. Nerone temeva che il popolo si ribellasse difronte ad un delitto del genere. Trovò la soluzione un liberto prefetto della folla che detestava Agrippina: avrebbe sabotato una nave affinchè affondasse in mare aperto. Nerone una volta morta la madre l'avrebbe deificata. Nerone la invita in un villaggio vacanze dell'epoca con viaggio in nave. La notte era limpida e il mare piatto: l'affondamento era inverosimile. La manipolazione si attiva ma Aggrippina non muore grazie alla solidità della nave. I congiurati cercano di affondare la nave, gli altri di tenerla a galla; una serva si finge Agrippina credendo di venire aiutata ma, viene uccisa a bastonate con i remi dai congiurati. Agrippina assiste alla scena e capisce il complotto; nuota verso la costa e trova una nave di pescatori che la salvano.

Tacito: il personaggio di Poppea

Poppea aveva qualità diaboliche; non si preoccupava della reputazione di donna onesta: i mariti erano come degli amanti, guardava solo all'utilità, al suo capriccio. Poppea si fa sedurre da Otone perché lui era vicino a Nerone e quindi pensava già al prossimo adulterio. Otone si vanta della bella moglie con Nerone per ottenere dei vantaggi attraverso un velato scambio di moglie. Poppea dopo un'iniziale falsa titubanza accetta il corteggiamento di Nerone. L'imperatore con il principio "promoveatur ut amoveatur" sposta da Roma Otone affidandogli un incarico in una zona abbastanza distante per avere ancora più libertà con Poppea. A questo punto l'amante dell'imperatore comincia a mettere Nerone contro sua madre.

Introduzione generale a Tacito

Tacito
Uno degli ultimi storici romani che insieme a Livio, fornisce un quadro generale della storia romana. Non ci sono arrivate molte informazioni sulla sua vita. Nasce in Gallia da famiglia benestante; studia a Roma e si inserisce nell'ambiente politico diventando senatore. Dopo il periodo di Domiziano, Tacito diventa uno storico di prima importanza. Scrive varie opere tra cui Agricola e Germania; opere di carattere storico sono le Historiae dove viene narrata la storia a lui contemporanea (famiglia Giulia, Nerone, famiglia Flavia, Domiziano, imperatori adottivi) con fonti molto variegate, altra opera sono gli Annales dove viene raccontata tutta la storia precedente.

Proemio Historiae
Criticare il potere non vuol dire essere nel giusto ma anche il criticare potrebbe essere usato come mezzo a proprio favore inventandosi cose negative a riguardo dei propri avversari.