Propositi di fermezza
"Misero Catullo, smetti di vaneggiare e ciò che vedi finito deciditi a pensarlo finito del tutto. C'è stato un tempo quando il sole splendeva, quando lei ti conduceva e noi l'abbiamo amata più di ogni altra cosa. Mentre succedevano molte cose piacevoli che tu volevi e che lei non rifiutava, quando succedevano queste cose per te splendevano soli. Ora lei non vuole più: tu dunque non puoi desiderare ciò che fugge e non puoi continuare a vivere, ma allora ostinatamente resisti nel tuo proposito. Stammi bene, ragazza. Già Catullo resiste non verrà più a cercarti. Ma tu (Lesbia) soffrirai quando nessuno verrà più a chiederti nulla. Guai a te, cosa ti resterà della vita? Ora chi ti vorrà? Chi amerai tu? A chi dirai di appartenere? Chi bacerai? Chi morderai? Ma tu Catullo deciditi a resistere."
È un dialogo tra Catullo e Catullo (interno).
Donna di strada
L'autore parla di un certo Celio: o un suo amico veronese o un amante di Lesbia che sapeva di Catullo.
"Celio, la nostra Lesbia, quella Lesbia, che Catullo solo ha amato più di se stesso e dei suoi, ora negli incroci scortica i discendenti di Remo."
Messaggio d'addio
Lettera inviata a due amici fedeli (Furio ed Aurelio) che sono incaricati di dare un messaggio a Lesbia.
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sabato 1 ottobre 2011
Catullo: l'odio dopo l'amore e l'addio
Catullo: la fiducia nella parola di donna
Parole di donna
"La mia donna dice che non preferirebbe unirsi a nessun altro che me, nemmeno se lo stesso Giove la scegliesse. Dice, ma ciò che una donna dice ad un amante vale la pena di scriverlo nell'acqua e nel vento che scorrono."
Per i latini la parola data è sacra (Fides).
Un patto perenne
"Vita mia, tu mi prometti un amore felice che sarà perpetuo. Grandi dei fate in modo che lei possa dire ciò con verità, sinceramente, di cuore, in maniera che noi possiamo prolungare per tutta questa vita quest'eterno patto di santa amicizia."
Amare e bene velle
"Lesbia, dicevi una volta che tu ti davi soltanto a Catullo e che non volevi nemmeno Giove. Allora io ti ho amata così come il padre ama i figli e non quanto il volgo dice di amare l'amante. Ora ti conosco: perciò anche se brucio più di prima per me tu sei molto più vile ed insignificante. Com'è possibile? Poiché un'ingiuria tale costringe l'amante ad amare di più ma voler bene di meno."
"La mia donna dice che non preferirebbe unirsi a nessun altro che me, nemmeno se lo stesso Giove la scegliesse. Dice, ma ciò che una donna dice ad un amante vale la pena di scriverlo nell'acqua e nel vento che scorrono."
Per i latini la parola data è sacra (Fides).
Un patto perenne
"Vita mia, tu mi prometti un amore felice che sarà perpetuo. Grandi dei fate in modo che lei possa dire ciò con verità, sinceramente, di cuore, in maniera che noi possiamo prolungare per tutta questa vita quest'eterno patto di santa amicizia."
Amare e bene velle
"Lesbia, dicevi una volta che tu ti davi soltanto a Catullo e che non volevi nemmeno Giove. Allora io ti ho amata così come il padre ama i figli e non quanto il volgo dice di amare l'amante. Ora ti conosco: perciò anche se brucio più di prima per me tu sei molto più vile ed insignificante. Com'è possibile? Poiché un'ingiuria tale costringe l'amante ad amare di più ma voler bene di meno."
Catullo: gli effetti dell'amore intenso
Passione struggente
È presa da un testo greco della poetessa Saffo.
"L'altro mi sembra essere un dio, se è lecito, mi sembra superare gli dei, lui sedendo accanto a te ti parla e ascolta (per questo ha la fortuna di un dio); io guardo questa scena che mi distrugge; non appena ti guardo, Lesbia, non sono capace di fare nulla; la lingua si addormenta, sotto le ossa mi scorre una fiamma sottile, le orecchie ronzano per un suono interno, gli occhi mi si annebbiano."
Fin qui la poesia è la traduzione dal greco della poesia di Saffo. L'ultima quartina non c'entra nulla.
"L'ozio Catullo ti è molesto e ti agiti troppo, l'ozio mandò in rovina città felici e re."
Quest'ultima potrebbe essere anche un'altra poesia inserita per errore.
È presa da un testo greco della poetessa Saffo.
"L'altro mi sembra essere un dio, se è lecito, mi sembra superare gli dei, lui sedendo accanto a te ti parla e ascolta (per questo ha la fortuna di un dio); io guardo questa scena che mi distrugge; non appena ti guardo, Lesbia, non sono capace di fare nulla; la lingua si addormenta, sotto le ossa mi scorre una fiamma sottile, le orecchie ronzano per un suono interno, gli occhi mi si annebbiano."
Fin qui la poesia è la traduzione dal greco della poesia di Saffo. L'ultima quartina non c'entra nulla.
"L'ozio Catullo ti è molesto e ti agiti troppo, l'ozio mandò in rovina città felici e re."
Quest'ultima potrebbe essere anche un'altra poesia inserita per errore.
Catullo: il sentimento dell'amore
Tutta uno splendore
"Quinzia è considerata da molti formosa "(graziosa, elegante)", per me lei è candida "(pelle pallida)" è alta di statura e di bell'aspetto ma non accetto che lei sia formosa nel suo insieme; infatti in quel corpo c'è un bell'aspetto ma le manca la grazia "(non sa da niente: "mica salis")". Lesbia invece è formosa, è bella in tutte le parti, lei tiene in sé tutte le grazie come se le avesse rubate alle altre donne."
Vivere e amare
"Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e le chiacchiere dei vecchi assai severi tutte insieme stimiamole un soldo. I soli possono tramontare e ritornare, quando la nostra luce tramonta, una sola volta dobbiamo dormire un'unica notte perpetua. Dammi 1000 baci, poi 100, poi altri 1000, poi altri 100, poi dunque altri 1000, poi 100. Infine, quando ne avremo messi insieme molte migliaia, rimescoliamoli "(fare in modo che non si sappia quanti sono; vuol dire anche bancarotta)" così che nemmeno noi sappiamo quanti siano e perché un malvagio non possa invidiarli "(invidiare corrisponde a guardare male, dare il malocchio)" poiché sa che ci sono tanti baci."
"Quinzia è considerata da molti formosa "(graziosa, elegante)", per me lei è candida "(pelle pallida)" è alta di statura e di bell'aspetto ma non accetto che lei sia formosa nel suo insieme; infatti in quel corpo c'è un bell'aspetto ma le manca la grazia "(non sa da niente: "mica salis")". Lesbia invece è formosa, è bella in tutte le parti, lei tiene in sé tutte le grazie come se le avesse rubate alle altre donne."
Vivere e amare
"Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e le chiacchiere dei vecchi assai severi tutte insieme stimiamole un soldo. I soli possono tramontare e ritornare, quando la nostra luce tramonta, una sola volta dobbiamo dormire un'unica notte perpetua. Dammi 1000 baci, poi 100, poi altri 1000, poi altri 100, poi dunque altri 1000, poi 100. Infine, quando ne avremo messi insieme molte migliaia, rimescoliamoli "(fare in modo che non si sappia quanti sono; vuol dire anche bancarotta)" così che nemmeno noi sappiamo quanti siano e perché un malvagio non possa invidiarli "(invidiare corrisponde a guardare male, dare il malocchio)" poiché sa che ci sono tanti baci."
Introduzione al poeta latino Catullo
Catullo
Poeta che parla d'amore. Si occupa soprattutto di poesia alessandrina che fa pesare ogni parola per il significato totale. A Roma si formano infatti dei "poetae novi" che prendono spunto dalla poesia greca imitandola e facendole concorrenza. Catullo era da Verona figlio di una ricca famiglia; va a Roma per studiare dai migliori. Scrive di una grande storia d'amore con una certa Clodia (donna molto intelligente che faceva quello che voleva degli uomini) anche se più volte la loro relazione è molto complicata. Dai posteri viene chiamata Lesbia.
Odi et amo
Odia e ama allo stesso momento, si chiede il perché ma non sa rispondersi, però sa che è così e si tormenta per questo.
Per la mentalità romana è un autore difficile da accettare: accettano letteratura che parli di erotismo ma non letteratura sentimentale sull'amore (la ritengono "sconcia"). Questo fatto è da spiegare con la fondazione di Roma poiché all'inizio erano tutti banditi, assassini, stupratori; avevano necessità di donne e sono andate a chiedere ai vicini che però gli avevano risposto di ospitare anche le prostitute. I romani allora compiono il Ratto delle Sabine; i Sabini attaccano Roma ma le donne si mettono in mezzo perché si erano affezionate romani. Quindi a Roma l'uomo deve dominare la donna invece, amarla vuol dire uscire dal giusto modello (Catullo innamorato di una donna che non si faceva sottomettere, usciva da questi canoni; ma in altre poesie ritorna nel modello con un linguaggio molto esplicito).
Poeta che parla d'amore. Si occupa soprattutto di poesia alessandrina che fa pesare ogni parola per il significato totale. A Roma si formano infatti dei "poetae novi" che prendono spunto dalla poesia greca imitandola e facendole concorrenza. Catullo era da Verona figlio di una ricca famiglia; va a Roma per studiare dai migliori. Scrive di una grande storia d'amore con una certa Clodia (donna molto intelligente che faceva quello che voleva degli uomini) anche se più volte la loro relazione è molto complicata. Dai posteri viene chiamata Lesbia.
Odi et amo
Odia e ama allo stesso momento, si chiede il perché ma non sa rispondersi, però sa che è così e si tormenta per questo.
Per la mentalità romana è un autore difficile da accettare: accettano letteratura che parli di erotismo ma non letteratura sentimentale sull'amore (la ritengono "sconcia"). Questo fatto è da spiegare con la fondazione di Roma poiché all'inizio erano tutti banditi, assassini, stupratori; avevano necessità di donne e sono andate a chiedere ai vicini che però gli avevano risposto di ospitare anche le prostitute. I romani allora compiono il Ratto delle Sabine; i Sabini attaccano Roma ma le donne si mettono in mezzo perché si erano affezionate romani. Quindi a Roma l'uomo deve dominare la donna invece, amarla vuol dire uscire dal giusto modello (Catullo innamorato di una donna che non si faceva sottomettere, usciva da questi canoni; ma in altre poesie ritorna nel modello con un linguaggio molto esplicito).
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