La trappola
C'è un pensiero sottinteso che crea una tensione nel racconto; si percepisce un qualcosa di oscuro. Il personaggio è intrappolato in una situazione in cui è infelice e non accetta la sua condizione. È presente l'idea di vita e di forma nel senso negativo: la prima forma che prendiamo è quando si nasce. La trappola in cui siamo finiti esiste perché esistiamo: quando siamo in un luogo non possiamo essere in un altro. Il personaggio prova a uscire dalla trappola cambiando aspetto o non mantenendo una coerenza nello spirito. Si passa a criticare la generazione di una nuova vita in quanto tale poiché i due genitori mettono in trappola il nascituro che è felice finché è giovane. L'immagine finale del padre è il risultato finale della trappola in cui il corpo è completamente consumato.
Il treno ha fischiato
La situazione all'inizio sembra comica poi dalla metà del racconto parte l'indagine per svelare le motivazioni di questa reazione. Anche nella narrazione si vive l'esperienza di Belluca di oppressione in quanto c'è un'ampia parte di descrizione di luoghi chiusi poi nel finale tutto si spiega e lo scenario si apre. L'avvertimento del contrario è il fatto che Belluca sembra sia impazzito, quando in realtà ha semplicemente scoperto il mondo. L'indagine è svolta da un vicino di casa che si presenta verso la metà del racconto; una situazione per essere capita deve essere osservata da tutti i lati possibili, specialmente quelli vicini. Serve una persona che conosca il soggetto per capire le sue possibili "pazzie".
Pirandello si trova in un contesto molto ripetitivo nel teatro; lui affronta i suoi soliti temi come quello dell'identità di una persona.
Enrico Quarto
Sembra un dramma in costume ma in realtà la storia è contemporanea al pubblico, la vicenda inizia 20 anni prima ad una festa in maschera. L'uomo che impersona Enrico IV ha un incidente a cavallo e impazzisce credendo di essere Enrico IV veramente. I suoi amici allora tengono il gioco e continuano la finzione. La storia dell'opera comincia 20 anni dopo questo fatto quando un medico propone uno shock per far rinsavire il protagonista (lo shock consisteva nel far vedere una foto della sua vecchia amata e far uscire la stessa da quella foto vestita nello stesso modo). Lo shock viene provocato ma viene rivelato anche che lui è rinsavito da tempo: una mattina si era svegliato e aveva capito cosa stava accadendo; a quel punto però non poteva far altro se non continuare la finzione.
Così è se vi pare
Storia in cui vengono confutate più narrazioni di un fatto portato a processo (un funzionario era stato mandato in periferia e quelli del villaggio vedendo la moglie sempre segregata in casa avevano pensato di portarlo in tribunale); ogni storia ha la sua logica ma contraddice la precedente; alla fine la moglie viene chiamata a testimoniare e con la frase "io sono colei che credete" finisce il dramma.
Sei personaggi in cerca d'autore
Non c'è scenografia, sulla scena arrivano attori che interpretano altri attori che provano un'altra commedia di Pirandello; ad un certo punto entrano dei personaggi in scena che chiedono agli attori che stanno provando di interpretare la loro storia per tornare a vivere (il loro autore aveva progettato una storia che poi non aveva più concluso e loro erano rimasti a metà della loro esistenza). I personaggi convincono gli attori ma non sono contenti della loro prestazione e alla fine rappresentano loro stessi la loro storia che il loro autore non aveva voluto completare. Questa rappresentazione non riscosse un buon risultato all'inizio, poichè il pubblico non riusciva a capirla.
L'uomo dal fiore in bocca
Opera in atto unico nata da un dialogo tra 2 personaggi. L'atto comincia con l'avventore che parla delle sue vicende ma con l'andare avanti della recitazione diventa sempre più un monologo del protagonista. Il protagonista cerca di alienarsi dalla sua forma e di osservare lo scorrere delle cose che prima si perdeva poiché era all'interno di questo scorrere. La vita perde di ogni significato per come la intendiamo noi (una maschera, una forma) con l'avvicinarsi della morte soprattutto quando viene diagnosticata e pone un termine preciso in giorni o in mesi.
Pirandello progetta di scrivere 365 racconti nella raccolta "novelle per un anno"; ogni singolo racconto veniva pubblicato sui giornali che dopo una serie di 15 anche in piccole raccolte da appunto 15 racconti. Si ferma però alla raccolta numero 15 dopo aver scritto 225 racconti; diverse commedie o opere teatrali derivano dai racconti: le novelle sono un calderone per la produzione successiva.
3 romanzi
"Quaderni di Serafino Gubbio operatore". In questo romanzo il protagonista parla del suo lavoro (uomo che gira la manovella); l'individuo è ridotto ad un meccanismo. Pirandello conosceva bene il mondo del cinema poiché molte sue opere furono trasposte in lungometraggi ancora quando era vivo.
"Il fu Mattia Pascal". Mattia è un giovane di famiglia benestante in fallimento; si sposa ma il matrimonio è poco fortunato (suocera come una strega, bambina morta pochi anni dopo la nascita). Scappa di casa e va a Montecarlo; dai pochi spiccioli che aveva riesce a vincerne molti e progetta di tornare a casa. Nel viaggio di ritorno scopre dai giornali che quelli del suo paese lo credevano morto. Lui ora è libero: si stabilisce a Roma ma comincia a rendersi conto che per la società lui è morto. Si innamora di una ragazza ma non può far nulla poiché è civilmente morto. Decide quindi di tornare a casa facendo finta di buttarsi sul Tevere (seconda morte finta per lasciare la società romana). Scopre che sua moglie nel frattempo si è risposata con un suo vecchio rivale; decide allora di lasciar stare e si trova un impiego per sopravvivere ed aspettare la sua "terza e definitiva morte".
"Uno, nessuno, centomila". Ultimo romanzo a cui ha lavorato moltissimo e in cui riepiloga i temi da lui affrontati. Il protagonista Vitangelo Moscarda è figlio di un "banchiere" (usuraio). Il padre è morto e Vitangelo lascia il lavoro paterno ai soci; il personaggio è caratterizzato da continue paranoie (fin dall'inizio con la storia del naso pendente) che porteranno alla rovina interna del protagonista. Prende un'iniziativa che nessuno capisce: fa sfrattare una persona abusiva nel suo giardino e gli regala una casa con atto notarile. Ciò per far sì che gli altri mettano in discussione la loro visione di Vitangelo. La gente però pensa che lui sia semplicemente pazzo; i fatti esteriori sono semplici e lineari, la vera complessità della storia sta nelle sue paranoie. La trama è solo un pretesto per indagare le paranoie del protagonista.
L'umorismo
Pirandello nel saggio sull'umorismo spiega che la comicità di una situazione sta nella diversità di ruolo che un personaggio ha rispetto alla normalità. Questo secondo Pirandello è l'avvertimento del contrario che però molte volte ha una fase ulteriore. Bisogna domandarsi il perché, bisogna riflettere sulla situazione; bisogna capire le motivazioni. Questo è il sentimento del contrario (comicità più riflessione), l'umorismo.
Il sentimento del contrario (da la "vecchia signora")
La riflessione fa parte dell'opera: Pirandello smonta la situazione comica appositamente. L'umorismo è presente solo dopo aver effettuato la riflessione sulla situazione comica
La carriola
All'interno della società dobbiamo interpretare un ruolo poiché le nostre personalità sono deboli.
La tensione creata all'inizio viene accumulata lungo tutto il racconto e si scioglie all'improvviso nel finale con una rivelazione banale. Il protagonista è disegnato attraverso ciò che gli sta intorno; lui è un ruolo, non una persona. Il punto chiave è che lui si accorge di non essere vivo ma semplicemente una forma. Come si è arrivati a questo punto quindi, è quello che bisogna chiedersi. Tutto è partito dalle scelte formative: una scelta comporta l'eliminazione di tutte le altre alternative, ci chiudiamo la vita alle spalle. Prima esiste la vita: tutto l'insieme delle possibilità; con il tempo e le scelte, le alternative diminuiscono e ci si chiude in una forma. La forma è una specie di cristallizzazione, è un inizio di morte. La forma è un qualcosa di inevitabile: non si può essere nello stadio di vita per tutto il tempo. Le relazioni fra persone sono una recita di una parte; non c'è via d'uscita alle forme della società.
Luigi Pirandello
Esponente importante della forma narrativa di inizio 1900.
Nel 1800 il romanzo si sviluppa in maniera rigogliosa in tutta Europa. Il lettore trova una storia chiara e a volte realistica; è una imitazione del mondo reale. A fine '800 e soprattutto dopo la prima guerra mondiale il personaggio diventa difficile da cogliere, viene indagato attraverso la psicologia; le azioni non sono più così chiare. Il genere del romanzo cambia sotto gli influssi della psicanalisi freudiana: non decidiamo coscientemente ma, è il nostro inconscio che fa la maggior parte del lavoro. Henri Bergson differenzia il tempo interno a noi con quello esterno, "reale": il tempo della coscienza è un gomitolo aggrovigliato, quello esterno è un filo di perle ordinato. Anche la matematica cambia: esistono proposizioni matematiche che non possono essere dimostrate; il positivismo cade leggermente a fondo.
Ognuno è convinto di essere se stesso; ognuno ha una visione diversa dell'altro. Per Pirandello: uno siamo noi, 100.000 sono i modi in cui ci vedono, nessuna è la vera identità.
Pirandello nasce nel 1867 in Sicilia da famiglia benestante, studia regolarmente e va a studiare filologia in Università a Roma ma dopo un litigio con un insegnante, si trasferisce a Bonn in Germania per finire gli studi. I suoi figli lo seguono nella carriera artistica. La vita di Pirandello è contrassegnata da due fatti drammatici: le miniere di zolfo della che la famiglia possedeva subiscono un allagamento e perdono il loro valore, a causa di ciò sua moglie impazzisce e viene rinchiusa in manicomio; questi eventi giocano ruoli molto importanti nelle sue opere. Primo romanzo di successo è il "Fu Mattia Pascal" del 1904; il suo teatro diventa subito un successo mondiale. Vince un premio Nobel ed è senatore dello Stato italiano. L'identità di una persona è uno dei principali problemi seguiti da Pirandello; siamo come ci vediamo o come ci vedono?