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sabato 15 ottobre 2011

Usanze tipiche del popolo gallico

I cavalieri e il loro potere militare
I cavalieri quando è necessario e scoppia qualche guerra (accadeva quasi continuamente prima di Cesare sia che attaccassero che si difendessero) tutti partecipano alla guerra; i cavalieri più sono ricchi/importanti più hanno vassalli e sostenitori (clientes: anche questa è una interpretatio). Per i cavalieri conta solo avere questa cerchia di ambactos (specie di vassalli).

Usanze religiose dei galli
È presente l'idea di scambio di una vita per un'altra (sacrificano specialmente criminali o malati terminali).
Gli dei gallici, assimilati alle divinità romane
Cesare scrive direttamente i nomi delle divinità romane più simili a quelle galliche.

Altre consuetudini dei galli: rapporti tra padri e figli
I galli dicono di essere discesi tutti dal padre Dite e dicono che ciò è stato tramandato dai druidi. Poiché discendono da un dio degli inferi iniziano la giornata al tramonto dormendo; i romani iniziavano all'alba; i galli calcolano il tempo dal numero delle notti. Il giorno della nascita e gli inizi di mese e anno lo calcolano in modo che il giorno sussegua alla notte. Nelle altre consuetudini differiscono dagli altri popoli in ciò: i galli non sopportano che i loro figli si avvicinino in pubblico se non quando sono cresciuti tanto da poter fare servizio militare, considerano sconveniente che il figlio stia in compagnia del padre nell'età puerile.

Druidi: la preparazione scolastica

I privilegi, la preparazione e la dottrina dei druidi
I druidi sono esonerati dalla guerra e dalle tasse; hanno l'immunità anche sugli altri doveri. Spinti da questi vantaggi molti si recano alla scuola dei druidi di propria volontà od obbligati dei genitori. Si dice che lì si impari un gran numero di versi e si rimane a scuola per 20 anni; non ritengono sia lecito (fas) tramandare saperi attraverso la scrittura anche se sia nel campo pubblico che privato usano l'alfabeto greco. Il fatto che tramandino a memoria sembra a Cesare che i druidi abbiano istituito questa modalità per due motivi: primo, non vogliono che i contenuti del loro sapere vengano a conoscenza del volgo secondo, coloro che confidano nella scrittura non sviluppano la memoria (riferimento agli aedi greci, Socrate); in questo modo si viene a perdere ciò che è da tramandare. Per prima cosa vogliono sostenere che le anime non muoiono ma si trasmettono da un corpo all'altro e ritengono che ciò inciti al coraggio poiché non si teme più la morte. Inoltre tramandano molte cose sui cieli, sulla grandezza del mondo, sulla natura e discutono sulla potenza degli dei.

Il potere dei Druidi in Gallia

Classi sociali in Gallia e potere dei druidi
In Gallia ci sono due classi che si distinguono: i cavalieri e i druidi. I plebei galli sono quasi degli schiavi di cui non viene tenuto conto nelle decisioni. Quando sono oppressi o da debito (aere alieno) o dalle tasse o dall'ingiustizia dei potenti, sono in servitù ai nobili che hanno contro loro gli stessi diritti che su un servo. Nel paragrafo 4 "illi" è riferito ai druidi perché più lontani dalla frase; i druidi sovrintendono alle cose divine, si occupano dei sacrifici pubblici e privati. Un gran numero di giovani accorre dai druidi per imparare. Decidono nelle controversie, se è avvenuto un omicidio, o altri problemi/delitti, stabiliscono chi ha ragione e le condanne; se qualcuno non accetta le loro decisioni viene interdetto dai sacrifici (cosa molto grave, equivalente di una scomunica). Coloro che sono stati interdetti sono considerati tra gli empi e gli scellerati. Tutti si allontanano da loro per non ricevere guai dal "contagio"; non gli viene resa giustizia, ne viene messo in comune nulla (bottino di guerra). Tra tutti questi druidi uno è considerato il sommo che ha autorità sugli altri. Quando questo muore se qualcuno tra gli altri eccelle gli succede, se ci sono più candidati viene eletto il successore dai druidi; spesso risolvono la questione con le armi. I druidi ogni 100 anni si riuniscono nella regione dei Carnuti che è ritenuta al centro della Gallia. Tutti coloro che hanno controversie vanno in questo luogo per risolverle. La disciplina dei druidi si ritiene sia stata inventata in Britannia e poi portata in Gallia.

Divisioni nella società gallica

Capillarità delle fazioni nella società gallica
Cesare fa una pausa sulla narrazione delle battaglie e comincia a descrivere la società gallica. I galli sono divisi in fazioni (città-stato) anche in famiglia che è una debolezza; i principes sono i capi villaggio. Questi capi istituiti anticamente servivano alla plebe come aiuto contro soprusi; chiamandoli plebei compie un "interpretatio" poiché la gente povera gallica aveva altre caratteristiche, ma erano simili ai plebei di Roma. I principi non accettavano che si facesse del male propri plebei e se li trascuravano perdevano autorità. Questo modo di fare è in tutta la Gallia: tutte le città sono divise in due partiti (Sequani, Edui). Cesare scrive questi passi anche per dare un'idea di come governare i galli quando saranno sotto il dominio romano.
I numeri che compaiono a fianco al testo non sono i versi originali dell'opera ma sono i paragrafi introdotti con la stampa.

Introduzione a Cesare scrittore latino

Cesare
Nasce da famiglia ricca ma milita nei "populares"; instaura un saldo rapporto con Pompeo (grande generale) e Crasso (molto ricco). Primo triunvirato e Cesare conquista la Gallia in modo tale che l'esercito sia con lui. Torna in Italia per farsi rieleggere ma Crasso è morto e Pompeo lo osteggia. Decide di scendere oltre il Rubicone con l'esercito e scatena una guerra civile. Pompeo si nasconde in Egitto seguito da Cesare; Tolomeo decide di appoggiare Cesare e uccide Pompeo. Cesare conosce Cleopatra che in cambio della compagnia gli chiede di eliminare Tolomeo (suo sposo e fratello). Nel 45 a.C. torna a Roma e prende un potere quasi imperiale; ucciso l'anno dopo, prende il suo posto Ottaviano.
Considerato da Svetonio il vero primo imperatore prima di Augusto. Scrisse molte opere anche di grammatica (la sua grammatica era priva di eccezioni: se c'è una regola si segue quella); le sue opere: "Commentarium de bello gallico" e il "Commentarium de bello civili". Nel mondo romano la storia è un racconto che ha lo scopo di fare bella letteratura; nel caso di Cesare le sue opere "commentarium" sono una sintesi di cosa avveniva come in un diario. Forse pensava di scrivere degli appunti per un'opera successiva ma vista la tecnica degli scritti a nessuno venne in mente di rieditarli.

venerdì 14 ottobre 2011

Leopardi: Operette morali, Dialogo natura e islandese

Operette morali - dialogo della natura e di un islandese
L'islandese cerca di fuggire la natura e dà le sue motivazioni. Il protagonista afferma che la vita non ha senso, è vana: gli uomini combattono per piaceri che non dilettano e beni che non giovano. Lui vorrebbe evitare di soffrire: pensa di isolarsi dagli altri uomini. Ci prova e afferma che non c'è nulla da fare: bisogna smettere di vivere in società. Si prova a cambiare luogo: forse la natura ha creato l'uomo per vivere in un certo posto ma lui non ha ascoltato; probabilmente la natura non ha creato il mondo per l'uomo. Sembra che sia la natura la nemica vera degli uomini; non ci permette di vivere tranquillamente e ci fa anche invecchiare. La natura risponde semplicemente che l'uomo non è al centro del mondo; la natura può fare quel che vuole dell'uomo. Alla natura non interessa l'uomo più di qualsiasi altra specie. L'islandese allora dice che l'uomo è stato messo al mondo dalla natura che quindi ha almeno il dovere di non far soffrire l'uomo. Altrimenti non faccia nemmeno nascere l'uomo. La natura risponde che c'è un ciclo di produzione e distruzione: una volta entrati ci si distrugge, Stop. L'islandese pone la domanda fondamentale: chi ci guadagna in questa distruzione? Qual'è il senso di tutto? Subito dopo questa domanda l'islandese viene mangiato da due leoni che passavano di lì per caso; questo finale della storia può avere anche altre versioni e Leopardi ne propone una: probabilmente viene sommerso da una montagna di sabbia e ora noi lo rivediamo come mummia nei musei.

Nuove caratteristiche delle città industriali

Introduzione linea ferroviaria (espansione urbana)
Prima del 1800 la città europea ha delle matrici di sviluppo di tipo centrifugo che possono espandersi a 360° occupando tutto il territorio. Le linee di espansione sono dettate da fattori economici e territoriali.
La linea ferroviaria viene introdotta nei vari paesi europei tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 e passa in maniera tangenziale nelle periferie delle varie città. Diventa così un limite e l'espansione della città esistente diventa limitata. Si crea anche un'interfaccia tra la città e la linea ferroviaria: nella parte libera la città si organizza con un modello di espansione completamente diverso, basato sulla costruzione di strade con caratteristiche gerarchiche partendo dal viale della Stazione.

Nuove norme igienico sanitarie
Nel corso del 1800 si cambia il rapporto tra gli edifici perché molto spesso nelle città vengono innalzati piani su edifici esistenti per l'aumento demografico. Le conseguenze riguardano la mancata illuminazione dei piani bassi e la conseguente presenza di umidità costante che favoriva l'insorgere di malattie all'epoca mortali.
Le nuove costruzioni prevedono uno schema completamente diverso da quelle esistenti: la proiezione dell'altezza dell'edificio sulla strada dava il limite per la costruzione dell'edificio adiacente. Inoltre l'aumentata sezione stradale permetteva la costruzione di marciapiedi per separare i vari tipi di circolazione d'aria. Grazie ai marciapiedi è possibile realizzare i sotto servizi che trasformano la città.

1848: la situazione italiana, introduzione a Mazzini

Mazzini
Era un membro della carboneria ligure nato a Genova nel 1805 da madre giansenista e padre patriota; nel suo operato si vede molto l'influsso giansenista. Laureato in legge fu perseguito molto da quest'ultima e condannato in carcere e all'esilio. Negli anni '20 si rende conto dei limiti della carboneria segreta. Decide di costituire una propia organizzazione con scopi più aperti, il Programma della Giovine Italia nel 1831 risente della sua formazione romantica giansenista: i temi erano la forza dello spirito (della storia, dell'umanità), la fede nel rapporto nazione-Stato, la libertà dell'uomo come singolo. Doveva essere un movimento pubblico nazionale: la propaganda capillare ed ideologica. C'era un giuramento: "unità d'Italia come repubblica democratica basata sul suffragio universale". La coscienza nazionale doveva superare i particolarismi di ogni regione. Ci doveva essere l'indipendenza dallo straniero con una rivoluzione nazionale senza interventi esterni. Non ammetteva la lotta di classi ma una solidarietà tra classi; il popolo si fonda sulle proprie forze (Ferrari aveva anche previsto un intervento francese). Il modello doveva espandersi in tutta Europa: esempio della Giovine Europa in cui tutti i popoli erano liberi e fratelli. Forte idealità e religiosità nel pensiero di Mazzini: rinnovamento delle umanità intera non solo europea come missione data da Dio. Dio e popolo sono bandiere del suo movimento. L'Italia deve essere d'esempio agli altri una volta cominciata la rivoluzione. Mazzini subordinava i problemi sociali a quelli politici: gli operai e i contadini sono quasi trascurati; preti ed anarchici riempiono gli spazi lasciati liberi da Mazzini. Questo è un limite per Mazzini anche se fonda un movimento molto ampio. Garibaldi fu mazziniano. Ogni popolo ha una missione (idea romantica); l'uomo ha particolari doveri (idea giansenista). Anche Mazzini è convinto nell'immanentizzazione di Dio nel mondo meglio ancora nel popolo: Dio è popolo. Il popolo deve assolvere la missione che Dio ha dato. Roma ha avuto due mandati da Dio finora: con i cesari e i pontefici; ora la terza Roma deve diventare capitale d'Italia.

I moti del 1848 in Germania

Rivolte nella Confederazione germanica
Nel 17 marzo 1848 scoppia la rivolta a Berlino e il re concede un'assemblea costituente che pochi mesi dopo però è sciolta con l'uso dell'esercito. Nel dicembre di quell'anno Il re concede una costituzione con suffragio universale maschile. Quando la rivoluzione si calmò viene introdotta la legge delle tre classi a seconda delle tasse che si pagavano, in base a ciò si decideva il numero dei rappresentanti vanificando con ciò il suffragio universale maschile.
Dal maggio del 1848 viene formato un parlamento a Francoforte eletto a suffragio universale maschile (tutti popoli di lingua tedesca) che affronta il problema dell'unità nazionale politica. Ci sono tre correnti principali; unità grande tedesca: promette uno Stato federale guidato dagli Asburgo con anche l'Austria; unità piccola tedesca: unità federale senza l'Austria guidata dalla Prussia; grande Austria: federazione guidata dall'Austria che comprende tutti i popoli anche non tedeschi dell'impero. La linea vincente è quella della piccola Germania e viene proposta la corona al re di Prussia che rifiuta perché non voleva il potere concesso dal basso. Dal Parlamento escono i rappresentanti della Prussia, dell'Austria e i moderati. Rimasti i repubblicani e i democratici si spostano a Stoccarda; quest'ultima assemblea viene sciolta nel 1849 dalle truppe di Wittenberg.

giovedì 13 ottobre 2011

L'idealizzazione della natura romantica

Filosofi idealisti: Fichte, Schelling, Hegel. L'istinto ludico non è solo produrre opere d'arte ma anche godere della bellezza, apprezzare l'arte. Teosofia: forma di gnosticismo, arrivare al divino con le forze umane, forma di immanentismo; non c'è identità religiosa ma ogni religione può portare al divino. Spencer fu il primo ad usare il termine evoluzionismo, prima che Darwin lo usasse in biologia; prima di tutto si parlò di evoluzione cosmica. Il positivismo come le correnti romantiche ha una visione storicistica: giustificazionismo di ogni cosa per un bene superiore. Secondo Hegel: "La guerra è un bene poiché lava tutti i mali, è un fattore rigeneratore". Dalla visione scientifica esce una natura morta, visione molto combattuta dai romantici.
Filosofia della natura 

  • organicistica: la natura è una totalità organizzata nella quale le parti vivono solo in funzione del tutto;
  • energetico-vitalista: la natura è una forza dinamica, vivente ed animata;
  • finalistica: la natura è una realtà strutturata secondo determinati scopi, immanenti o trascendenti;
  • spiritualistica: la natura è anch'essa qualcosa di intrinsecamente spirituale, ossia uno "spirito colato" o uno "spirito in divenire";
  • dialettica: la natura è organizzata secondo coppie di forze opposte, formate da un polo positivo ed uno negativo, e costituenti delle unità dinamiche.
Se la dialettica regge lo spirito, per Schelling è anche all'interno della natura. Questa idea del tutto si dice olistica.

Holderlin: la filosofia del poeta romantico

Holderlin fonde gli aspetti del paesaggio tedesco con quello classico dell'Ellade per ritrovare le antiche divinità nascoste nella natura. È una natura tedesca nella realtà ma greca nell'idealità: qui si placano i tormenti del poeta. Teofania: il divino si mostra; nell'ora crepuscolare quando il sole sparisce gli dei scendono tra noi. Rappresenta la fugacità della luce ma anche la permanenza di essa.
Nel Iperione di Holderlin i temi sono l'amore per la patria, per la donna, per la natura. Iperione è un giovane greco del 1700 e cerca di combattere i turchi ma fallisce; si innamora di Diotima, poi l'abbandona per cercare una via più vera per l'ideale estetico: la natura. Fugge in montagna in Germania dove trova il contatto con la natura. Il poeta sa trovare il divino nella natura.

mercoledì 12 ottobre 2011

I moti del 1848 nell'area dell'impero asburgico

Austria
Il 13 marzo del 1848 scoppia una rivoluzione a Vienna e Metternich scappa in Inghilterra, il sovrano concede un governo liberale con assemblea costituente a suffragio universale che però non riuscì a decidere nulla. In ottobre un'altra rivoluzione a Vienna. In dicembre del 1848 Ferdinando I abdica in favore di Francesco Giuseppe (regna tra 1848 e 1916). Nel 1849 si ha una costituzione moderata: Parlamento a suffragio ristretto e con pochi poteri. In questo modo il focolaio è sedato.
In marzo del 1848 insorgono i boemi; viene istituito un congresso degli slavi a Praga che però dopo poco viene bombardato dal governo centrale austriaco. In aprile ci sono proteste anche tra gli studenti a Cracovia che viene bombardata anch'essa. L'impero libera dalla servitù della gleba i contadini galiziani portandoli dalla propria parte. In Ungheria il 15 marzo 1848 c'è una rivolta che induce l'imperatore ha concedere delle riforme. Protagonista di questa rivolta è Kossuth, personaggio molto estremista che poi sarà costretto a scappare in Italia. Si ha una guerra tra Austria e Ungheria: Vienna usa truppe slave contro gli ungheresi (per antiche rivalità) e si riesce a stroncare la rivolta grazie anche all'intervento dello Zar che per evitare influenze ungheresi nel suo paese manda in aiuto dell'Austria 100.000 uomini.

Le rivolte del 1848 in Francia

Cause della rivoluzione: dibattito socialista, proletariato forte, analfabetismo minore, forze di opposizione molto potenti, crisi economica, corruzione del potere. Campagna dei banchetti: riunioni conviviali dove si faceva propaganda politica. Guizot oppone un divieto ad un banchetto a Parigi e scoppia la rivoluzione tra studenti operai che trovarono l'alleato della guardia nazionale. Il 24 febbraio 1848 Luigi Filippo d'Orleans lascia il potere e nasce un governo provvisorio che prende provvedimenti democratici: suffragio universale maschile, abolizione della pena di morte per reati politici, accorciamento della giornata lavorativa da 11 a 10 ore, istituzione di ateliers nationaux (opifici nazionali) per operai disoccupati: appartengono allo Stato non agli operai come gli ateliers sociaux; affermazione del diritto al lavoro fine a se stesso: le fabbriche nazionali non necessariamente erano per la produzione di prodotti e quindi aumentano le tasse e la borghesia si agita; viene istituita anche un'istruzione elementare gratuita. Conflitto tra ala moderata e ala radicale: i primi non volevano gli opifici nazionali. Elezioni del 23 aprile: l'ala moderata vince perché i contadini influenzati dalle prediche dei preti non votano i socialisti atei per il governo. I socialisti furono esclusi dal governo. Nuovo esecutivo: abolizione degli opifici nazionali che scatena gli operai in giugno (per Marx primo esempio di lotta tra classi) in una rivolta vista con preoccupazione dai borghesi d'Europa.
Viene scritta la costituzione: non viene più nominata l'istruzione gratuita e il diritto al lavoro, viene istituita una sola camera dei rappresentanti, il presidente ha potere esecutivo, resta in carica 4 anni e controlla anche le forze armate. Nel dicembre del 1848 viene eletto Carlo Luigi Napoleone facente parte dei bonapartisti e alleato dei conservatori (partito dell'ordine) che diventerà Napoleone III. Vince grazie a una propaganda anti-operaia e anti-socialista; era nipote di Napoleone, figlio del fratello. Ex carbonaro con seguiti liberali. Nel 1850 si sfocia in una dittatura.

Introduzione alle rivolte del 1848 in Europa

Nel 1846 Cracovia è inglobata nell'impero asburgico. Degenerazione di Luigi Filippo d'Orleans che si chiude in una politica conservatrice; i Borboni, il bonapartisti e i repubblicani sono contro di lui. Nel 1831-1834 avvengono molti scioperi dei setaioli; nel 1839 c'è un'insurrezione guidata da Blanqui; il governo di Thiers sostituisce il primo ministro con Guizot che governa dal 1840-1848, Guizot cerca un compromesso per la politica interna e un'alleanza con l'Austria. Guizot: accelerò lo sviluppo borghese, completa la conquista dell'Algeria e inizia un'altra campagna coloniale nell'Africa nera.

1848 (primavera dei popoli)
La rivolta parte soprattutto dalla Francia ma in contemporanea anche da Vienna, Praga, Polonia, Ungheria, Cracovia, Germania, Prussia di Guglielmo IV, Italia. In Italia c'è la prima guerra d'indipendenza: Venezia, Milano, Roma, Firenze.
Dal 1845 al 1847 c'è una crisi in Europa; crisi tradizionale legata al settore agricolo per i cattivi raccolti (peronospera) causati dal pessimo clima; vi sono particolari disagi nelle città. Crisi industriale di sovrapproduzione tipica del capitalismo: provocata dalla mancanza di domanda; fallimento delle fabbriche e aumento dei disoccupati. Crisi finanziaria specie nel settore ferroviario che aveva dato meno profitti del previsto causando la caduta delle azioni: falliscono banche e piccoli azionisti. Crisi politica: in Francia richiesta maggiore democrazia e si impose anche la questione politica: conflitto tra socialismo e borghesia; negli altri paesi Austria, Germania, Italia: si chiede una costituzione o l'indipendenza dallo straniero. Gli unici paesi senza rivoluzioni sono l'Inghilterra visto il suo grado di avanzamento nell'ambito costituzionale e la Russia visto che la popolazione era troppo analfabeta.

Leopardi: Canti, La quiete dopo la tempesta

La quiete dopo la tempesta
Schema tradizionale leopardiano: vita quotidiana che tende a una riflessione.
Passata la tempesta gli uomini ritornano al loro lavoro, il sole ritorna e illumina le case e il palazzo di Leopardi; la famiglia nominata sono la servitù di palazzo Leopardi. Tutti questi personaggi chiamano piacere la cessazione della sofferenza. Il piacere è figlio di un affanno: la nostra condizione normale è il piacere rispetto ai momenti difficili della vita; ma questo non è il vero piacere. La natura è violenta contro gli uomini: questi provano un piacere vano quando la natura non li attacca. Il nostro desiderio si limita a voler un momento con meno affanno. L'umana prole se è cara agli eterni perché è in questa condizione? L'unica gioia a cui si possa aspirare è l'assenza di dolore: per Leopardi l'unica via sicura è la morte.

Leopardi: Canti, Il sabato del villaggio

Il sabato del villaggio
Si parte dalla vita quotidiana per arrivare ad una riflessione più serie tipica di Leopardi. Qui si può notare l'uso del linguaggio banale mescolato al linguaggio alto. Il "mazzolin" non può essere di rose e viole poiché fioriscono in stagioni diverse. C'è un simbolismo tra il tramonto, la donzelletta e la vecchierella: si sottolinea l'inesorabile tempo della vita. Si nota una successione di 8 settenari che accelerano il ritmo; a proposito di questo, Leopardi usa "il" prima di parole che iniziano con la "z" (il zappatore). Riesce a dare senso ad una rima "gioia" - "noia". La parte riflessiva in questo canto è più breve: la giornata di festa dura fino alla sera, il giorno dopo si torna al lavoro triste. Il garzoncello è come se fosse durante il sabato per tutta la sua giovinezza e arrivato all'età adulta salti la domenica di festa per arrivare al lunedì triste e noioso.

Leopardi: Canti, A Silvia

A Silvia
Probabilmente è il canto più equilibrato tra quelli di Leopardi; i due personaggi non hanno nulla in comune a parte il comune destino umano. Lei aspetta il momento del futuro in cui potrà vivere felice ma il desiderio è interrotto dalla morte; Giacomo vede invece la felicità nel suo passato. Il contrasto su cui nasce il canto è riassunto nel non potere raggiungere la felicità.
Lei è ancora molto giovane e sta per diventare adolescente; l'ultima parola della prima strofa "salivi" è l'anagramma di "Silvia". Il "vago avvenir" ha un doppio significato: indefinito e piacevole. Il tempo migliore (la giovinezza) si ritrova anche nel canto "Il passero solitario". Lei aspettava un avvenire che però non avrà, lui sperava in qualcosa all'esterno di Recanati. Nel momento in cui scrive, Leopardi si rende conto dell'irrealizzazione dei suoi sogni; la natura è una dispensatrice di illusioni senza alcun fine pratico. I giovani hanno delle illusioni che però inevitabilmente cadono o per la morte o per l'ardua vita. La speranza con il tempo diminuisce: speranza e memoria sono inversamente proporzionali. Dal parlare di Silvia scivola a parlare della speranza: si incomincia capire che Silvia potrebbe essere l'immagine della sua speranza. Quello che si è immaginato è quello che alla fine si ha? Evidentemente no.

martedì 11 ottobre 2011

Romanticismo inglese: Constable e Turner

Il paesaggismo inglese
John Constable, La baia di Weymouth
In questo periodo vengono riprese nozioni tipiche del paesaggismo veneto attribuendo però ai quadri uno scopo ed un significato diverso. 
Constable analizza la ciclicità delle condizioni atmosferiche e si entusiasma nel rappresentare la potenza e la mutevolezza del tempo fine a se stessa.
Turner rappresenta anche lui una natura in tumulto ma questa volta all'interno delle condizioni atmosferiche più avverse avvengono fatti storici di prima importanza. Il soggetto però non sono i personaggi rappresentati, ma la natura che li opprime e li travolge; gli spazi sono sfuggenti e richiamano la sfocatura ovaleggiante del campo visivo.
In entrambi i colori servono per sottolineare la supremazia naturale e far sentire ciò anche a chi osserva il quadro.
William Turner, Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi

Friedrich: contemplare la natura

"Le bianche scogliere di Rügen" 1818 
Friedrich, Le bianche scogliere di Rügen

In questo quadro come nel "Viandante sul mare di nebbia" Friedrich sottolinea il rapporto di inferiorità che subisce l'uomo rispetto alla grandezza della natura. L'uomo non può far altro che contemplare la bellezza e il sublime presente nel mondo naturale.
In questo caso i 3 personaggi (Caspar, il fratello e la moglie) osservano con soggezione la maestosità della scogliera che si staglia sul mare; quest'ultimo si perde fino all'orizzonte sfumando verso il cielo (e quindi l'infinito).

Lucrezio: De Rerum Natura, rapporto uomo divinità

Libro 5, versi 146-155, 156-164, 165-173, 174-194
"Quindi le cose stanno in maniera diversa da quanto credi ovvero che le sante dimore degli dei siano in qualche parte del mondo. Infatti la natura degli dei appare di gran lunga remota alla forza dei nostri sensi e del nostro animo; le cose che sfuggono ai nostri sensi non possono nemmeno intervenire in modo tangibile presso noi. Perciò anche le loro sedi devono essere diverse dalle nostre poiché i corpi degli dei sono in forma diversa; comunque spiegherò ciò in seguito." L'ultima affermazione è falsa: sembra che Lucrezio non sia riuscito a scrivere il finale in cui parla di questo argomento. Un finale di questo genere sarebbe stato perfetto (creando una simmetria con l'inizio): è possibile che sia andato perduto o che Lucrezio si sia suicidato prima di scriverlo.
 

Credere che un creatore abbia creato tutto è follia.
 

"Infatti quale ricompensa possono sperare dalla nostra riconoscenza degli dei beati e immortali? Quale nuovo fatto gli avrebbe spinti a creare gli uomini? Infatti se qualcuno desidera qualcosa di nuovo vuol dire che prima era in una situazione negativa ma loro sono perfetti e felici, infatti a colui al quale non è mai accaduto qualcosa di negativo, quale amore di novità lo spingerebbe a cercare cose nuove?"
 

E noi cosa ci abbiamo guadagnato? Viviamo bene finché abbiamo piacere, altrimenti desideriamo solo che il periodo brutto finisca; in riassunto se non ci avessero creato staremmo meglio. Se gli dei non avevano esperienza della vita, come sono riusciti a crearla? Molto probabilmente siamo frutto del caso, di un'eternità di infinite combinazioni tra atomi. A Lucrezio non interessa chi ha creato gli atomi perchè qualsiasi dimostrazione in questo ambito è falsa e non praticabile.

lunedì 10 ottobre 2011

Il concetto di lavoro e la lingua nel 1800

L'attenzione sul lavoro diventa un tema filosofico con l'idealismo tedesco di Fichte; Hegel continua l'analisi dicendo che l'uomo è uomo in quanto lavora. Il capitalismo invece sta disumanizzando il lavoro; il lavoro ci rende capaci di essere consapevoli di essere coscienti. Bisogna alternarsi nei lavori per capire meglio le altre condizioni. Il lavoro è un diritto in quanto umanizza ma nella costituzione italiana c'è anche l'ambito del dovere. Marx accusa gli hegeliani di non intervenire attivamente nella realtà, sono troppo teorici.

La Germania si unisce nel nome di Lutero che è stato il vero fondatore della lingua tedesca. La Germania quindi si unisce nel nome della religione protestante con tutte le problematiche del caso.
Lingua e nazione
La separazione delle Jugoslavia si è distinta anche grazie alle diverse lingue. Herder oltre che per la storia è importante anche per lo studio della lingua. I fratelli Grimm studiano la storia linguistica europea (sono filologi) e scopro una derevazione unica dall'indoeuropeo; il basco ad esempio non è indoeuropeo; l'ungherese è una lingua ugro-finnica (come l'estone). Il turco è una lingua uralo-altaica. In Lituania ed Estonia si parlano lingue slavo-tedesche.

Molte nazioni si sono inventate la lingua e la cultura ad essa correlata. In uno stesso Stato capitava che la lingua dei potenti fosse diversa da quella dei poveri. Durante l'illuminismo la lingua della cultura è il francese. La germanizzazione dell'impero asburgico provoca una reazione con proteste ferventi che riportano l'impero al latino.
Bisogna dare una lingua ad una nazione; bisogna avere una cultura che legittima il potere sovrano. La Francia è una delle prime a salvaguardare la lingua nazionale. Si recuperano lingue dimenticate da secoli ad esempio le lingue semitiche: le lingue dovevano essere ricostruite anche in base alle esigenze della modernità. Per espandere il pubblico bisogna incentivare la stampa e il teatro. Quando gli strati privilegiati cominciano a parlare la lingua assegnata il processo è riuscito.
La situazione italiana è favorita dalla tradizione letteraria toscana.

L'anarchismo e la Prima Internazionale

Anarchismo
Michail Bakunin è un socialista-anarchista russo che per le sue idee fugge a Parigi; aveva cercato la rivoluzione dei contadini. Nel 1864 costretto a fuggire a sua volta da Parigi approda in Italia.
Si deve combattere ogni dittatura anche quella del proletariato; il suo Stato ideale è formato da piccoli gruppi autonomi, senza alcun centralismo; non devono esistere partiti politici; al suo ideale prevede di arrivare attraverso l'uso di piccoli gruppi di cospiratori e terroristi contro le organizzazioni attuali come lo Stato e la Chiesa. Il suo pensiero era rivolto ai contadini, gli operai secondo lui erano quasi privilegiati.
Socialismo alternativo
Ferdinand Lassalle: fonda il primo partito in Europa (Associazione Generale degli Operai Tedeschi); afferma un socialismo di stato o della cattedra. La sua idea è contro la rivoluzione armata, gli operai non devono usare la violenza ma lottare per ottenere un suffragio universale, in modo tale da poter eleggere dei rappresentanti, che una volta al governo possano dare più diritti ai lavoratori.

Tutti i socialismi dell'epoca vanno a formare la Prima Internazionale nel 1864 a Londra: studiano i problemi degli operai nel mondo capitalistico. Sono ammessi a questa internazionale: i cartisti inglesi, i lassaliani tedeschi, i proudhoniani francesi, i mazziniani italiani, i seguaci di Bakunin. Molti se ne vanno perché non condividono il programma redatto da Marx: lotta degli operai con uso della violenza, nascita di partiti socialisti nei vari stati europei, presa del potere da parte dei proletari per controllare la produzione industriale.

Se ne andarono i proudhoniani perché non volevano la dittatura del proletariato, i mazziniani poiché non volevano la lotta di classe (avevano una particolare religiosità politica) ma predicavano la collaborazione tra le classi, i lassaliani nel 1869 escono dall'internazionale, gli anarchici sono espulsi e fondano un internazionale anarchica nel 1872 all'Aia. Nel 1870 avviene la guerra tra francesi e prussiani che mette contro i socialisti di una nazione e dell'altra. Nel 1871 la Comune parigina è il primo governo anarchico ma fallì e segnò la crisi di questo movimento. Gli anarchici lavorarono soprattutto in Russia, Italia, Spagna,... dove non c'era proletariato ma contadini, più consoni a lotta armata. I governi furono spietati nel debellarli. Gli anarchici riuscirono ad uccidere uno zar (Alessandro II), un re d'Italia (Umberto I), un presidente francese. Nel 1876 si scioglie l'internazionale.
 

Il concetto dell'armonia perduta secondo Schiller

Armonia (Schiller)
Nel mondo classico uomo-natura sono unità; ora questa unità è perduta, è possibile tornare all'unità? Si va verso un'unità più matura della precedente che era ingenua; la nostra esperienza negativa ci porta ad un'unità sentimentale. È un'unità mediata, consapevole, cercata, voluta; il poeta romantico non sarà più ingenuo come quello greco. La teoria dell'armonia di Schiller è un'anticipazione di una forma dialettica. L'infanzia è il rapporto ingenuo con la natura; "Lettere sull'educazione estetica". Antichi: istinto selvaggio; moderni: istinto barbaro; contemporanei: istinto ludico. Il selvaggio ha un rapporto ingenuo, il barbaro usa la ragione e così sbaglia; bisogna trovare un compromesso tra queste due parti, una mediazione tra la forma (tipica dei barbari illuministi che usano la ragione) e il contenuto (tipico dei "selvaggi" dell'antichità): l'istinto ludico è disinteressato. Holderlin è positivo nel fatto di ritrovare il divino nella natura. Per Schiller invece il divino è perso per sempre.

Novalis: il poeta e filosofo capostipite romantico

Novalis
È la poesia che rende il poeta un poeta; la poesia dà forma l'universo e il poeta va in cerca delle "particelle" di poesia; il poeta traduce la poesia dell'universo; è un rabdomante della poesia. Il suo idealismo magico coincide con il romantizzare: "se conferisco al comune un significato alto, al quotidiano un alone di mistero, al noto l'ignoto, al finito la parvenza dell'infinito allora questo è romantizzare". Trova l'infinito nel finito, la soggettività nell'oggetto. Il mondo deve essere romantizzato per riscoprire il suo vero senso. Si vede il mondo attraverso un velo magico, il cosmo è un messaggio mistico che va interpretato, non c'è niente al di fuori, è un messaggio di un'armonia tra natura e spirito: la natura sale verso lo spirito, lo spirito scende verso essa. Unità tra spirito e natura; il poeta è il profeta di questo messaggio agli uomini.
Evoluzione di Novalis
1) fase Fichtiana (Inni alla notte): Novalis sogna di ricongiungersi con l'amata nella morte: si distrugge, la natura va soppressa in quanto è un impedimento per lo spirito. 2) (I discepoli di Sais) idealismo magico: la natura attraverso la poesia può essere indiata (fatta divenire divina, è un termine dantesco); la capacità demiurgica del poeta sublima la natura nello spirito rendendole in accordo. Il poeta è un rabdomante dello spirito all'interno dell'universo. 3) (Heinrich von Hofterdingen) Vangelo dell'armonia: presenza del divino nella fusione di spirito e natura.
Cristianesimo o Europa
L'Europa è unita nel cristianesimo; è una commossa rievocazione dell'unità europea del medioevo: credeva in un solo miracolo mistico-poetico che si esprimeva con la religione. Novalis accusa Lutero di aver distrutto l'unità europea avendo interpretato la Bibbia con la filologia (visione intellettualistica) rompendo il miracolo religioso-poetico. Per Novalis l'illuminismo è il risultato della riforma (il Luteranesimo non è poi così diverso dall'illuminismo); la rivoluzione francese è figlia della irreligiosità di Lutero. Dopo tante guerre l'Europa si riunirà in nuova agape (banchetto) colpita dalla sacra musica (aspetto molto importante per i romantici). Il nuovo cristianesimo coincide con le idee romantiche.
Fiore azzurro
È il colore della spiritualità, è l'ideale irraggiungibile ma sempre posseduto: affonda le radici ma cresce anche emanando il suo profumo. Man mano che ci avviciniamo il fiore si allontana.

Il linguaggio per il romanticismo filosofico

Con Herder si sottolinea l'aspetto organicistico della storia e delle materie collegate. Humboldt eredita la definizione kantiana di Stato. Weltanschauung (Welt = mondo) = visione del mondo. Sono entrambi a cavallo tra le idee illuministiche e quelle romantiche.
La lingua è modellata da una visione del mondo ma la relazione è anche reciproca; questa visione del mondo coagula un popolo rispetto ad un altro. La lingua inoltre deve essere adatta a ciò che bisogna dire: i greci erano filosofi (il greco è molto ricco nel lessico), i latini erano più pratici (il latino infatti ha meno parole, ogni parola può avere più significati).