Social network

Segui gli aggiornamenti sulla pagina ufficiale di Facebook  

sabato 1 ottobre 2011

Lucrezio: De Rerum Natura, la natura ostile all'uomo

La "madre" natura (libro 5, vv 195-234).
Gli uomini non possono vivere in vari luoghi perché impossibilitati. Possiamo occupare solo una piccola parte del suolo. Se la natura ci aiutasse con i raccolti sarebbe anche meglio. La natura sembra essere contro gli uomini con le bestie e la morte. Il bambino quindi viene gettato nella vita e visto tutto ciò, piange. Gli animali invece non hanno bisogno delle nutrici, sanno come crescere; la natura ha dato agli animali tutto ciò che serve loro. Quindi se gli dei hanno creato il mondo per qualcuno, lo hanno creato per gli animali e non di certo per noi umani.

Catullo: l'odio dopo l'amore e l'addio

Propositi di fermezza
"Misero Catullo, smetti di vaneggiare e ciò che vedi finito deciditi a pensarlo finito del tutto. C'è stato un tempo quando il sole splendeva, quando lei ti conduceva e noi l'abbiamo amata più di ogni altra cosa. Mentre succedevano molte cose piacevoli che tu volevi e che lei non rifiutava, quando succedevano queste cose per te splendevano soli. Ora lei non vuole più: tu dunque non puoi desiderare ciò che fugge e non puoi continuare a vivere, ma allora ostinatamente resisti nel tuo proposito. Stammi bene, ragazza. Già Catullo resiste non verrà più a cercarti. Ma tu (Lesbia) soffrirai quando nessuno verrà più a chiederti nulla. Guai a te, cosa ti resterà della vita? Ora chi ti vorrà? Chi amerai tu? A chi dirai di appartenere? Chi bacerai? Chi morderai? Ma tu Catullo deciditi a resistere."
È un dialogo tra Catullo e Catullo (interno).

Donna di strada
L'autore parla di un certo Celio: o un suo amico veronese o un amante di Lesbia che sapeva di Catullo.
"Celio, la nostra Lesbia, quella Lesbia, che Catullo solo ha amato più di se stesso e dei suoi, ora negli incroci scortica i discendenti di Remo."

Messaggio d'addio
Lettera inviata a due amici fedeli (Furio ed Aurelio) che sono incaricati di dare un messaggio a Lesbia.

Catullo: la fiducia nella parola di donna

Parole di donna
"La mia donna dice che non preferirebbe unirsi a nessun altro che me, nemmeno se lo stesso Giove la scegliesse. Dice, ma ciò che una donna dice ad un amante vale la pena di scriverlo nell'acqua e nel vento che scorrono."
Per i latini la parola data è sacra (Fides).

Un patto perenne
"Vita mia, tu mi prometti un amore felice che sarà perpetuo. Grandi dei fate in modo che lei possa dire ciò con verità, sinceramente, di cuore, in maniera che noi possiamo prolungare per tutta questa vita quest'eterno patto di santa amicizia."

Amare e bene velle
"Lesbia, dicevi una volta che tu ti davi soltanto a Catullo e che non volevi nemmeno Giove. Allora io ti ho amata così come il padre ama i figli e non quanto il volgo dice di amare l'amante. Ora ti conosco: perciò anche se brucio più di prima per me tu sei molto più vile ed insignificante. Com'è possibile? Poiché un'ingiuria tale costringe l'amante ad amare di più ma voler bene di meno."

Catullo: gli effetti dell'amore intenso

Passione struggente
È presa da un testo greco della poetessa Saffo.
"L'altro mi sembra essere un dio, se è lecito, mi sembra superare gli dei, lui sedendo accanto a te ti parla e ascolta (per questo ha la fortuna di un dio); io guardo questa scena che mi distrugge; non appena ti guardo, Lesbia, non sono capace di fare nulla; la lingua si addormenta, sotto le ossa mi scorre una fiamma sottile, le orecchie ronzano per un suono interno, gli occhi mi si annebbiano."
Fin qui la poesia è la traduzione dal greco della poesia di Saffo. L'ultima quartina non c'entra nulla.
"L'ozio Catullo ti è molesto e ti agiti troppo, l'ozio mandò in rovina città felici e re."
Quest'ultima potrebbe essere anche un'altra poesia inserita per errore.

Catullo: il sentimento dell'amore

Tutta uno splendore
"Quinzia è considerata da molti formosa "(graziosa, elegante)", per me lei è candida "(pelle pallida)" è alta di statura e di bell'aspetto ma non accetto che lei sia formosa nel suo insieme; infatti in quel corpo c'è un bell'aspetto ma le manca la grazia "(non sa da niente: "mica salis")". Lesbia invece è formosa, è bella in tutte le parti, lei tiene in sé tutte le grazie come se le avesse rubate alle altre donne."

Vivere e amare
"Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e le chiacchiere dei vecchi assai severi tutte insieme stimiamole un soldo. I soli possono tramontare e ritornare, quando la nostra luce tramonta, una sola volta dobbiamo dormire un'unica notte perpetua. Dammi 1000 baci, poi 100, poi altri 1000, poi altri 100, poi dunque altri 1000, poi 100. Infine, quando ne avremo messi insieme molte migliaia, rimescoliamoli "(fare in modo che non si sappia quanti sono; vuol dire anche bancarotta)" così che nemmeno noi sappiamo quanti siano e perché un malvagio non possa invidiarli "(invidiare corrisponde a guardare male, dare il malocchio)" poiché sa che ci sono tanti baci."

Introduzione al poeta latino Catullo

Catullo
Poeta che parla d'amore. Si occupa soprattutto di poesia alessandrina che fa pesare ogni parola per il significato totale. A Roma si formano infatti dei "poetae novi" che prendono spunto dalla poesia greca imitandola e facendole concorrenza. Catullo era da Verona figlio di una ricca famiglia; va a Roma per studiare dai migliori. Scrive di una grande storia d'amore con una certa Clodia (donna molto intelligente che faceva quello che voleva degli uomini) anche se più volte la loro relazione è molto complicata. Dai posteri viene chiamata Lesbia.

Odi et amo
Odia e ama allo stesso momento, si chiede il perché ma non sa rispondersi, però sa che è così e si tormenta per questo.

Per la mentalità romana è un autore difficile da accettare: accettano letteratura che parli di erotismo ma non letteratura sentimentale sull'amore (la ritengono "sconcia"). Questo fatto è da spiegare con la fondazione di Roma poiché all'inizio erano tutti banditi, assassini, stupratori; avevano necessità di donne e sono andate a chiedere ai vicini che però gli avevano risposto di ospitare anche le prostitute. I romani allora compiono il Ratto delle Sabine; i Sabini attaccano Roma ma le donne si mettono in mezzo perché si erano affezionate romani. Quindi a Roma l'uomo deve dominare la donna invece, amarla vuol dire uscire dal giusto modello (Catullo innamorato di una donna che non si faceva sottomettere, usciva da questi canoni; ma in altre poesie ritorna nel modello con un linguaggio molto esplicito).

Leopardi: la natura non è per gli individui

  • La bellezza è vaga ed indeterminata probabilmente poiché è soggettiva; per Leopardi potrebbe essere paragonata alla felicità o nell'aspetto passionale ad una cosa irrazionale. I fanciulli si appassionano delle cose, si lasciano trasportare mentre, negli adulti l'abbandono all'emozione è controllato anche troppo.
  • Il ricordo è lontano ed indefinito; la rimembranza ci fa carpire l'aspetto poetico di ciò che osserviamo o percepiamo. Più una realtà ci trasporta nei nostri ricordi e nell'indefinito, tanto più avvertiamo in essa una presenza poetica.
La natura ci rende capaci di illusioni.
  • La natura garantisce un ordine generale alle cose per garantire la sopravvivenza della specie, a prezzo dell'individualità che è meno importante. L'individualità ritiene sua nemica la natura.
  • L'individuo non esiste per godere della vita ma semplicemente esiste come elemento dell'insieme dell'esistenza: i doveri del singolo sono di esistere, riprodursi e morire. La felicità è semplicemente un palliativo.
  • La noia è non aver nulla da fare secondo molti; per Giacomo invece è uno stato d'animo che richiede un elevato termine di pensiero.
Leopardi è contro l'idea di progresso e sembra essere molto isolato dal mondo. Molti letterati italiani non lo sopportavano per questo; lo ritenevano un pessimista estremista anche fin troppo.
  • Se il progresso non ci fosse gli uomini non se ne accorgerebbero; se non c'è una determinata invenzione l'uomo non si pone nemmeno il problema e vive tranquillamente senza avvertire le innovazioni come necessarie.

venerdì 30 settembre 2011

Leopardi: il piacere che non si può avere

  • La questione del tempo è importante per Leopardi; afferma che nessuno ha mai provato veramente la felicità o il piacere, semplicemente si afferma di averlo provato in passato o di essere sicuri che se le condizioni lo permetteranno lo si potrà provare in futuro. Secondo Leopardi però queste sono tutte illusioni e nessuno ha mai provato il vero piacere. Questa annotazione verrà ripresa poi nelle operette morali.

Operette morali, Dialogo tra venditore di almanacchi e passeggere
I due parlano del più e del meno ma un po' per volta la discussione si porta verso l'argomento della felicità in rapporto con il tempo inesorabile. L'uomo non riesce riconoscere la felicità nel presente: la speriamo nel futuro o la ricordiamo nel passato, (quest'ultimo secondo Leopardi molto più raro poiché la vita è depressione infelice).

  • Contrasto tra la realtà e la nostra immaginazione del bene. Lui chiede a molte persone se accetterebbero di rifare la loro vita: il risultato pare essere sempre negativo. L'illusione ci fa piazzare la felicità dove non possiamo afferrarla: è un trucco per sopravvivere in questo mondo. È una forma minore di illusione.

Realismo francese: Daumier, Il vagone di terza classe

Daumier (1808-1879)
"Il vagone di terza classe" 1862
 
Daumier, Il vagone di terza classe
Daumier ritrae delle persone mentre stanno andando al lavoro di mattina presto: egli isola le donne in primo piano dagli uomini sullo sfondo attraverso una tecnica simile a Caravaggio. Anche qui egli indaga la vita e non le singole persone.

Realismo francese: Courbet, Funerale a Ornans

"Funerale a Ornans" 
Courbet, Funerale a Ornans
Viene rappresentato un evento comune e popolare di un piccolo paese della periferia francese con la stessa dignità ed accuratezza riservata precedentemente ai grandi fatti storici. Infatti Courbet riteneva che la storia non fosse fatta solo dei potenti.

Introduzione alle opere di Courbet (1819-1877), Spaccapietre

Introduzione
  1. Proudhon. Entra in contatto con le teorie socialiste di Proudhon e ne traduce la denuncia politica in pittura. Proudhon organizza un proprio padiglione per esporre i quadri del realismo in contrapposizione ai Saloni d'Autunno organizzati dall'accademia francese.
  2. Nel 1870 Courbet rifiuta la Legione d'Onore, un titolo che veniva proposto alle personalità francesi più importanti, con una lettera in cui scrive: "l'onore non sta in un titolo".
  3. Non crede nella possibilità di avere allievi in quanto era convinto che il metodo tecnico fosse meno importante dell'oggetto da indagare.

"Spaccapietre" 
Courbet, Spaccapietre
Nel quadro si vedono due persone quasi di spalle intente a rompere delle grosse pietre: Courbet vuole trasmettere non l'identità delle persone ma la loro condizione.

Introduzione al periodo e ai concetti del Realismo

Realismo (1848-1870 circa)
Introduzione generale ai temi
  1. Il capitalismo attraverso la rivoluzione industriale fa nascere la nuova classe sociale del proletariato urbano che non era stata oggetto di indagine fino a quel momento. Il naturalismo in Francia ed il verismo in Italia cominciano ad occuparsi di questa situazione indagando la realtà sociale.
  2. Attraverso le teorie di Marx ed Engels nel "capitale" viene definita la condizione di sfruttamento dell'uomo da parte dell'industria: questa condizione è il soggetto delle rappresentazioni.
  3. L'artista non interpreta i sentimenti ma trasporta in maniera documentativa la realtà nel quadro, senza un intervento personale.

giovedì 29 settembre 2011

Kant: Il concetto di sublime, avanguardia del romanticismo

Il sublime
Kant parte da uno scritto di Burke (filosofo irlandese) riguardo al sublime: il bello nasce di fronte all'esperienza dell'armonia, il sublime di fronte alla smisuratezza, incommensurabilità. Dal sublime abbiamo attrazione e repulsione; fa scoprire l'infinitudine che è presente dentro di noi (altra via oltre il "tu devi"). La cosa in sé è finita ma noi la percepiamo con qualità particolari infinite. Noi abbiamo questa infinitudine perché riusciamo a pensare queste cose sublimi.
Confronto tra bello e sublime
Nel bello abbiamo una sensazione di piacere immediata che ci fa ammirare l'oggetto; nel sublime la sensazione è di "paura" ma dobbiamo rimanere per ammirare la meraviglia. Esistono due tipi di sublime. Il sublime dinamico è lo scatenamento delle forze della natura sia interne a noi che esterne; il sublime matematico si prova di fronte alla grandezza incommensurabile. Il sublime è il sentimento che nasce dal rapporto tra l'oggetto e noi.
Confronto tra bello artistico e naturale
La natura è bella quando appare come frutto di un'opera d'arte; l'opera d'arte invece è bella tanto più sembra spontanea dalla natura (l'artista non è importante). La bellezza naturale invece è bella se sembra che sia pensata-progettata.
Genio: è il talento (dono naturale) che dà la regola all'arte; poiché il talento come facoltà innata appartiene anche alla natura, si ha che: il genio è la disposizione innata dell'animo per mezzo della quale la natura da regole all'arte. Differenza tra capacità e bravura ingegneristica. L'originalità, la capacità di produrre modelli, l'impossibilità di dimostrare scientificamente il proprio operato; queste sono le qualità del genio ed è la principale differenza tra Ingegno e Genio. È la natura che offre in dono il genio.

Finalismo connaturato a noi
Esigenza di vedere il finalismo nella natura: colui che quindi amministra il tutto è un Dio architetto. Prova estetica che si unisce a quella morale. Il periodo moderno ha cercato di eliminare il finalismo (ad esempio Cartesio) ma Kant dice che la finalità serve per giustificare la vita degli organismi viventi.

mercoledì 28 settembre 2011

Lucrezio: De Rerum Natura, Il moto degli atomi

Il moto degli atomi (libro 2, vv 62-128)
Come avviene l'unione o disgregazione degli atomi? Ogni realtà si logora di necessità attraverso il tempo: ogni corpo invecchia, ma ci sono anche quelli che nascono; le generazioni quindi si intercambiano. Perché ciò avvenga gli atomi devono avere un moto infinito e continuo; gli atomi cadono all'infinito ma hanno modificazioni di traiettorie provocate da una corrente detta clinamen. Gli atomi non sono tutti uguali e quindi hanno comportamenti diversi negli scontri; rimangono poi gli atomi che non si sono ancora aggregati. L'agitazione si può vedere nell'agitazione della polvere illuminata da un raggio di sole.

Leopardi: le illusioni e la teoria del piacere

La nostra società è fatta per distruggere le illusioni; queste sono il nostro miglior mezzo per raggiungere la natura. La ragione è insignificante rispetto alla natura.

  • Testo quasi apocalittico ed estremo: la capacità di essere in sintonia con la natura porta le illusioni che sono la nostra natura. Togliere le illusioni vuol dire togliere le radici d'una pianta.
  • Se il mondo fosse pieno di virtù Giacomo vivrebbe bene: se tutti credessero in questo tutti starebbero meglio; le cose dell'immaginario sono svalutate a prescindere. Non importa che siano illusorie, renderebbero lo stesso felici gli uomini.

Leopardi comincia ad approfondire l'argomento e mette in discussione anche il fatto che la natura generi le illusioni. Il problema quindi diventa il rapporto del singolo con la natura; noi siamo al mondo senza un perché tranne che il ciclo della natura: questo non è pensato per noi come singoli individui ma nel suo complesso. Noi sperimentiamo solo il nostro punto di vista. Leopardi si rende conto che le nostre illusioni sono veramente illusorie.

  • Il desiderio di felicità è un istinto di cui abbiamo necessità. Leopardi si sta preparando a demolire ciò che appena detto: i selvaggi forse soffriranno di meno ma non vuol dire che siano felici, sono meno infelici perché inconsapevoli.

Teoria del piacere

  • L'uomo ha un amore infinito verso se stesso e quindi abbiamo un desiderio che tende all'infinito: non riusciremo mai a soddisfarci con i piaceri perché il nostro animo vorrà sempre di più.

La felicità vera non ha limiti e quindi non possiamo raggiungerla. Non riusciremo mai a soddisfare i nostri bisogni.

Cosa può fare la religione quindi?

  • La religione da una promessa di perfetta felicità che: non posso immaginare ora, non potrò mai immaginare, non ha nulla a che fare con le sofferenze che si trovano qui. È una felicità irragionevole poiché non ci serve nel momento in cui viviamo.

Romanticismo tedesco: Friedrich

Friedrich "Viandante sul mare di nebbia" 1818 
Friedrich, Viandante sul mare di nebbia

In questo quadro è ritratta una persona di spalle che sta cercando di trovare dei punti di riferimento nel paesaggio: non li può trovare perché lo sfondo è ricoperto dalla nebbia. La mancanza di certezze genera un profondo sgomento nell'osservatore che l'autore sottolinea attraverso la scelta compositiva.

 












Friedrich "Abbazia nel querceto" 
Friedrich, Abbazia nel quercietto
Al centro del quadro viene posizionata una rovina di un'antica abbazia verso la quale si dirigono delle piccole figure di monaci nella parte sottostante. La radura è occupata da alberi dipinti durante l'inverno: il quadro propone quindi una riflessione sul tema dell'uomo di fronte alla morte.

Romanticismo francese: Delacroix

Delacroix "La libertà che guida il popolo" 1830
Delacroix, La libertà che guida il popolo

L'autore dipinge una donna al centro che rappresenta l'unione nella rivoluzione di strati sociali differenti: a destra il proletariato a sinistra la borghesia. Nel nome della bandiera francese essi superano i limiti delle barricate in cui possiamo vedere persone già morte.

Romanticismo francese: Gericault

Gericault "La zattera della Medusa" 1818 
Gericault, La zattera della Medusa
La nave "Medusa" dopo il naufragio al largo delle coste francesi viene cercata per molte settimane senza averne traccia. Alla fine il relitto navale viene avvistato da una nave e vengono recuperati i naufraghi in condizioni disumane. 
L'autore organizza il quadro attorno a due triangoli compositivi che raggruppano i sentimenti contrapposti delle persone. Il primo discendente è la disperazione nei corpi ormai privi di vita che escono dal perimetro della zattera, il secondo rappresenta la speranza e si conclude in un segnale lanciato verso una nave all'orizzonte.

martedì 27 settembre 2011

Lucrezio: De Rerum Natura, Il dolce farmaco

La poesia viene vista come un abbellimento della realtà: dal punto di vista filosofico è un di troppo, un qualcosa di semplicemente inutile. Epicuro stesso afferma che la poesia ha caratteri di dipendenza dalle Muse; i poeti o sono modesti e scrivono per passatempo altrimenti, se portano gli uomini fuori dalla realtà, sono da condannare. Lucrezio è in una posizione ambigua (grande poeta ma filosofo materialista). Il finale del primo libro è una giustificazione del suo operato che viene ripresa all'inizio del quarto libro.

Il dolce farmaco (libro 1, vv 927-950)
"Mi piace l'idea di raggiungere delle fonti vergini e abbeverarmi "(fare una poesia che nessuno mai fatto)" e raccogliere fiori nuovi e dopo richiedere per il mio capo una corona di grande importanza della quale prima le Muse non hanno dato a nessun altro; primo perché mi occupo di argomenti elevati e mi sforzo di sciogliere l'animo dagli stretti nodi della religione, e poiché su un argomento così difficile scrivo dei Carmina tanto luminosi rivestendoli della bellezza delle Muse. Tutto questo sembra non sia privo di motivazioni ma così come i medici quando cercano di dare ai bambini l'amara medicina dell'Assenzio, prima spargono il bordo del bicchiere con il dolce miele, affinché la bevuta dei bambini sia raggirata fino alle labbra, e poi possa bere fino in fondo l'amaro liquido dell'Assenzio e l'età dei bambini sia raggirata ma non ingannata, affinché possa guarire, così ora io poiché questa dottrina appare triste da quelli che non l'affrontano e poiché il popolo si ritrae da ciò, ho voluto per te" (Gaio Memmio) "esporre la nostra opera con il soave linguaggio delle Muse e quasi spalmare le parole con il miele delle Muse, per cercare se per caso io possa portare il tuo animo in tale ragione con i nostri versi, mentre vedi profondamente da che cosa è realizzata tutta la natura delle cose."

lunedì 26 settembre 2011

Kant: Critica del Giudizio, base del Romanticismo

Critica del giudizio
Ultima scritta in termini temporali: 1790. Studio del sentimento: si tratta del "giudizio di gusto"; il sentimento è la facoltà con cui l'uomo fa esperienza della finalità postulata nella seconda critica. Il finalismo è un'esigenza umana, non ha valore conoscitivo ma dal punto di vista del sentimento; il finalismo ha a che fare con l'arte: il bello. È possibile unire il mondo fenomenico a quello noumenico? Nel bello i due s'incontrano.
Classificazione dei giudizi: i giudizi estetici sono riflettenti, i giudizi dell'intelletto sono determinanti (sintetici a priori). I determinanti costruiscono i fenomeni, hanno sia il particolare che l'universale; i riflettenti hanno il particolare mentre va cercato l'universale, si parte dai fenomeni già elaborati: si confronta il fenomeno con le facoltà (conoscitive e morali) per arrivare all'universale, si cerca di individuare se c'è qualcosa in comune tra fenomeno e facoltà (soprattutto pratiche), la risposta è: l'universale è il fine. Il fine è un'idea (funzione regolativa); abbiamo l'esigenza di trovarlo anche in natura visto che la nostra morale ce l'ha.
Il bello per Kant non è intrinseco: è la comunanza tra le nostre facoltà e l'oggetto che noi giudichiamo. Il piacevole è soggettivo, il bello (dovrebbe essere) è universale.
Giudizi riflettenti: estetici o teleologici. L'idea di fine è nascosta nel primo (bellezza) e in primo piano nel secondo. Questi sono fondati a priori dalla nostra mente. Nel giudizio estetico avvertiamo direttamente la finalità; nel teologico individuiamo attraverso la razionalità il fine.
Quattro caratteri del bello: disinteresse, universalità, finalità, necessità. Disinteresse: autonomia dell'arte rispetto agli altri saperi, soprattutto rispetto al buono (morale), al vero, all'utile (aspetto economico). Universalità e necessità: senza l'intervento delle forme a priori (senza la teoretica), sono un'esigenza del soggetto: il loro fondamento è la comunicabilità (universale) di quel giudizio; discorso rimasto problematico. Finalità: è senza scopo (non è contraddittorio affermare ciò), questo concetto è l'idea romantica di bellezza; scopo esterno o interno: il finalismo interno esiste per il fatto che l'oggetto è un organismo armonioso: le parti contribuiscono al tutto che è fondamentale altrettanto quanto le parti. Legame intrinseco tra le parti e il tutto: la natura quindi non è meccanica. L'universalità si fonda sulla comune struttura della mente umana. Il bello non è proprietà ontologica dell'oggetto ma confronto tra l'oggetto e il soggetto: rivoluzione copernicana dell'estetica.

Il socialismo nel 1800: Owen, Proudhon, Blanc e Blanqui

Robert Owen
Industriale tessile scozzese che ha cercato di fare una società più giusta partendo dalla sua esperienza di imprenditore: bisogna migliorare la pedagogia: attraverso l'educazione l'uomo diventa sociale e altruista. Nella sua Scozia ha successo, negli Stati Uniti d'America no. La sua idea è di un sistema agricolo-industriale; lo Stato deve dare istruzione pubblica.

Pierre Joseph Proudhon
Critico nei confronti dei socialismi statalisti: ha anche dei tratti anarchici. Dice di conciliare gli interessi sociali e le libertà individuali. La proprietà privata se viene abolita passa allo stato (diventando così proprietà di un altro ente): vuole una universalizzazione della proprietà attraverso una banca che dia soldi senza interessi (in modo tale che tutti possano comprarsi la propria proprietà) che dovrebbe portare alla sua idea. Pensa alla fondazione di Comuni al posto dello Stato: le Comuni sono enclave che vanno a formare lo stato futuro.

Louis Blanc
Lo Stato deve finanziare i lavori pubblici e gli ateliers sociaux per i disoccupati, diretti dai rappresentanti dei lavoratori, con utili distribuiti, e il salario prima rispetto ciò che si fa poi rispetto ai propri bisogni. Nei moti del 1848 il tentativo di mettere in pratica le sue idee è fallito; prima democrazia politica poi economica.

Auguste Blanqui
È probabilmente il più rivoluzionario dei pensatori francesi: predica anche l'uso della lotta armata guidata da un'elite di capi con elevata consapevolezza politica; conquistato il potere pensa a una dittatura del proletariato, rivoluzione economica con l'abolizione della proprietà privata, democrazia integrale (eliminazione dello Stato).

Il socialismo nel 1800: gli utopisti francesi

Il mondo cattolico è diviso tra conservatori liberali (in genere mondo cristiano); i secondi vorrebbero che la Chiesa si riformasse politicamente e cercasse anche di unificare gli Stati (prendendo ad esempio il caso del Belgio). La Chiesa si stacca dai liberali, con un'enciclica "Mirari Vos" il papa Gregorio XVI nega l'umanità del diritto sovrano (il re riceve il potere da Dio) e nega la libertà di coscienza.

Socialismo
Nell'area tedesca nel 1834 la Prussia e la Confederazione Germanica costituiscono un'unione doganale economica: libero scambio all'interno con protezionismo verso l'esterno: Zollverein; il promotore era Friedrich List.
In Francia si sviluppò un socialismo utopistico; Marx nasce a Treviri ma fu costretto ad andarsene per le sue idee: si laurea con una tesi su Epicuro (materialismo); nato in famiglia ebrea, fugge a Parigi dove c'è un avanzato movimento socialista (secondo Marx: utopisti).
Principali pensatori francesi: Saint-Simon, Proudhon, Blanc, Blanqui.
Saint-Simon

È un aristocratico considerato uno dei padri del positivismo. Afferma la presenza di un contrasto fra la classe di nobiltà e clero e la classe di borghesi e contadini (improduttivi contro produttivi); in un primo tempo è favorevole al liberismo, poi ritiene che lo Stato pianifichi lo sviluppo per evitare ingiustizie sociali, nota che ci sono periodi di crisi ciclici nel capitalismo. Non voleva l'abolizione della proprietà privata perché fondata sul lavoro, ma lo Stato doveva controllare gli squilibri. Prospetta una società guidata da scienziati e da tecnocrati.
Charles Furier
Legame tra mondo del lavoro e natura (sfruttata); sosteneva che l'uomo e la società devono assecondare le leggi naturali dell'uomo e del cosmo per ritrovare un'armonia originaria. L'industria ha rotto tale armonia: i lavoratori sono alienati dalla loro essenza. Sostituire il capitalismo nelle sue strutture con i falansteri: comunità autogestite agricolo-industriali in cui ognuno alterna le attività; nel futuro non ci sarà più bisogno di uno Stato centrale ma ci sarà solo l'autogoverno del falansterio. È uno dei primi a predicare l'uguaglianza giuridica della donna.

Purgatorio - Canto 6

Canto 6
Come il precedente, questo canto è caratterizzato da anime morte violentemente e quindi con poco tempo per pentirsi. È il canto che parla della situazione politica in Italia. Dante ha un dubbio: perché Dio accorcia la pena con le preghiere dei familiari? Inoltre Virgilio scrisse che gli Dei non ascoltano; Virgilio conclude che prima si pregavano false divinità, e anche che Dio è caritatevole.
Virgilio indica un'anima: è Sordello uno dei più importanti poeti provenzali proveniente da Mantova; appena Sordello vede il suo concittadino Virgilio lo abbraccia. Dante comincia allora una riflessione sulla situazione politica in Italia.

Purgatorio - Canto 3

Canto 3
Dante comincia a pensare che Virgilio non gli possa essere molto d'aiuto verso il Paradiso; si sente solo perché vede sul suolo solo la sua ombra. Virgilio dice che la ragione umana non può capire i misteri della fede.
Si ritrovano davanti alla montagna e non sanno che strada prendere; incontrano un gruppo di anime che accettano di condurli. Un'anima cerca di farsi riconoscere: è Manfredi di Svevia (figlio di Federico II) che nomina sua nonna e sua figlia e chiede a Dante di dire a sua figlia che lui è lì in Purgatorio nonostante fosse stato scomunicato.
Analisi: Virgilio è sempre più disorientato; le pecore rappresentano il popolo credente.

Purgatorio - Canto 1

Purgatorio
Nel Purgatorio si purifica l'attitudine al peccato, qualsiasi peccato. Prima non esisteva (inventato nel 1200); prima l'usura era un peccato mortale, poiché ci si faceva pagare il tempo in cui si prestavano i soldi, ma il tempo appartiene a Dio. Con l'evoluzione economica se i vescovi ricevono soldi in prestito devono ammorbidire le regole: nasce il Purgatorio per chi si è pentito in tempo.

Canto 1
Dopo l'oscurità dell'inferno si arriva alla luce dell'alba una volta riemersi; incontrano Catone che chiede loro come mai arrivano dall'inferno e Virgilio gli spiega la solita storia. Catone però è un pagano, suicida e nemico di Cesare (che ha sciolto la Repubblica) e quindi non si capisce la sua posizione qui; forse era per il suo ideale di libertà. Catone spiega loro che devono lavarsi in un certo posto della riva dove ci sono dei giunchi che assecondano il moto delle onde (nell'inferno invece le anime venivano spezzate poiché non seguivano il volere di Dio).
Analisi: vv 13: sinestesia tra dolce e colore, vuole rappresentare il cielo appena prima dell'alba. vv 115: l'alba vince le ombre e vedono il tremolare delle onde; l'alba si era già incontrata nel primo canto dell'inferno.

domenica 25 settembre 2011

I piaceri nel pensiero epicureo secondo Lucrezio

Voluttà (Libro 2, vv 1-61).
I libri sono caratterizzati da una grande introduzione; siamo nell'argomento atomistico. Osservare i disagi altrui è piacevole poiché ci si rende conto di ciò che non si subisce: il saggio epicureo è estraneo al mondo ed osserva l'agitazione degli uomini. La natura si accontenta che il corpo sia sano e l'anima non perturbata per essere felici. Non serve ricchezza per la felicità. L'uomo è angosciato da paure che non sono reali: la religione ne è un chiaro esempio.

Epicuro, Epistola a Meneceo (127-132).
Ci sono diversi tipi di piacere. Il saggio epicureo non è colui che si abbandona ai piaceri ma analizza ogni situazione e le sue conseguenze. Per la serenità non servono cose in più ma semplicemente ciò che è necessario; bisogna cercare di usare ciò che è solo necessario.

Introduzione al romanticismo artistico

Romanticismo (1820-1850 circa)
Introduzione generale
  1. crisi dell'illuminismo. In questo periodo crolla la fiducia che la scienza possa spiegare ogni fenomeno della vita umana lasciando così spazio ad una maggiore irrazionalità che diventerà poi fantasia creatrice.
  2. visione dell'arte. Passando da una visione oggettiva ad una soggettiva l'artista diventa il genio creatore che non si limita ad applicare le regole classiche ma inventa e sperimenta.
  3. "Teoria del sublime". Nella "Critica del Giudizio" del 1790 Kant definisce il sublime come il sentimento non misurabile dello sgomento umano di fronte alla potenza non controllabile della natura. Il sublime permette per la sua natura di conoscere le forze non razionali della natura umana.
  4. divisione geografica. Pur nella unitarietà, il movimento romantico assume connotazioni differenti in Francia, Germania ed Inghilterra.
Romanticismo francese
Caratteristiche peculiari
  1. il romanticismo francese propone avvenimenti storici contemporanei staccandosi dal mito di un passato remoto.
  2. Rappresentazione della figura umana. I pittori francesi propongono i volti delle persone non più in chiave mitologica ed ideale ma attraverso una visione reale ed anche drammatica.

Antonio Canova: la perfezione neoclassica

"Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria" 1805
Antonio Canova, Monumento funebre a Maria
Cristina d'Austria

Questo complesso commemorativo utilizza figure tratte dall'iconografia funebre classica: la piramide come riferimento simbolico ma anche come organizzazione compositiva e la porta al centro con struttura trilitica.
Posiziona in alto il ritratto dell'imperatrice circondato da un serpente che si morde la coda, da sinistra nella porta entra la Pietas seguita dalla beneficenza accompagnata a sua volta da un vecchio, simbolo della vita. A destra ritrae un angelo accompagnato da un leone simbolo della forza imperiale.











"Amore e Psiche" 1788-1793 
Antonio Canova, Amore e Psiche

Canova in questo gruppo marmoreo ha ricercato l'estremo equilibrio tra le figure; operazione resa ancora più complessa per la divergenza delle figure che però trovano un compimento armonico nell'abbraccio. Le ali inoltre danno un senso di tensione verso l'alto contrapposto al corpo quasi abbandonato alla caduta dell'amata.
In quest'opera si può vedere l'armonia tra naturalismo e idealizzazione che formano il principio del bello; le linee di tensione interne possono rappresentare un ponte anticipato all'età che verrà: il romanticismo.

Scultura neoclassica: Canova

Introduzione generale
Per Antonio Canova la perfezione formale era da ricercarsi nelle forme greche classiche depurate di ogni forma di tensione superficiale: infatti lo scultore rappresenta forme mitologiche in veste di eroi moderni, gli scultori greci rappresentavano atleti.

"Paolina Borghese Bonaparte in veste di Venere vincitrice" 1808
Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria, Canova

In occasione del matrimonio della sorella con il principe romano Borghese, Napoleone commissiona a Canova una rappresentazione della propria sorella. Lo scultore la interpreta rappresentandola come Venere vincitrice dalla disputa con Giunone e Pallade per il titolo della più bella tra le dee.
La sorella di Napoleone riprende un modello antico essendo distesa sul modello etrusco-romano: ha in mano una mela simbolo della sua vittoria. Da notare la superficie del marmo perfettamente levigata grazie a numerosi passaggi prima con polvere di ferro ed infine con la cera.