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sabato 19 marzo 2011

Paradiso - Canto 6, versi I-XXVII

Canto 6, versi 1-27
Alla fine del quinto canto è nel cielo di mercurio e incontra Giustiniano che però parlerà per tutto il sesto canto. Il canto parla della situazione dell'impero; c'è un riassunto della storia di Giustiniano ma anche della storia dell'impero Romano. Viene sottolineato il simbolo dell'Aquila che è stata fatta tornare ad oriente da Costantino (dopo che Enea l'aveva portata in Occidente). Quando Giustiniano diventa imperatore mise in ordine le leggi e si convinse che in Cristo c'erano due nature; questo ritratto di Giustiniano e abbastanza fantasioso poichè Dante deve fargli dire ciò che vuole.

Paradiso - Canto 1, versi I-XCIII

Canto 1, versi 1-36
I primi 36 versi sono considerati il Proemio. Il canto inizia con un riferimento a Dio che Dante dice di aver visto da vicino ma che non riuscirebbe a descrivere poiché quando lo si vede si entra in lui e quando si esce, la memoria non riesce a seguire il resto dell'intelletto. Il canto di Dante sarà ciò che lui sarà riuscito a ricordarsi. Subito dopo c'è l'invocazione ad Apollo (cristianizzato); per Dante creare poesia è simbolo di gloria (riferimento all'alloro anche per la storia di Apollo). Si parla di ultimo lavoro inteso come ultimo canto della divina commedia. Parla del monte Parnaso: fino ad adesso a Dante era bastata l'invocazione alle Muse (che dimorano su una delle 2 cime del monte) ora però necessita dell'invocazione ad Apollo (che dimora sulla cima principale del monte Parnaso) per parlare di una cosa notevolmente superiore. C'è un riferimento a Marsia che aveva sfidato Apollo con il flauto e avendo perso era stato scuoiato vivo; Dante sta vivendo uno stesso effetto di transumanazione qui in paradiso. Chiede (a Dio o ad Apollo) di potersi ricordare le sue visioni in modo tale da poter essere incoronato d'alloro. Gli uomini rare volte desiderano la vera gloria e per questo l'alloro (pianta in cui si era tramutata l'amata di Apollo) dovrebbe essere felice quando uno cerca gloria. Dante afferma che la sua modesta opera potrà ispirarne di maggiori in futuro.


Canto 1, versi 37-93
Al sorgere del sole Beatrice lo fissa come farebbe un'aquila e Dante fa lo stesso e ha la sensazione che il sole si sia sdoppiato e la luce sia raddoppiata di potenza; Dante a questo punto fissa Beatrice e dice di transumanare ovvero andare oltre all'uomo (pone l'esempio di Glauco che mangiando una speciale erba da uomo era diventato Dio). La luce ormai è insostenibile e Beatrice gli spiega che stanno volando più veloce di una folgore verso il paradiso. Dante sente una musica che consiste nell'armonia dei cieli.

 

La Divina Commedia - Il Paradiso

Il Paradiso
Viene considerata la parte meno attraente dell'opera poiché molto più omogenea; ci sono molte questioni teologiche che rallentano il ritmo: sono un esempio di tomismo. Alla fine la visione di Dio è un qualcosa di troppo grande per noi uomini, per la nostra memoria e il nostro linguaggio: Dante continua ad ammettere di non essere in grado di descrivere ciò che vede. L'essenza del paradiso consiste nella contemplazione della figura di Dio. Bisogna tenere conto di 2 3 cose che dante afferma: tutto ciò che è stato creato a necessità di tornare al creatore; se le anime avessero potuto, appena create sarebbero tornate subito a Dio. Per questioni di simmetria con gli altri canti deve fare un viaggio a gradi: anime sotto l'influsso di vari astri (le anime però hanno le stesse caratteristiche). Le anime del paradiso sono semplicemente dei giochi di luce: quelle di livelli più bassi però conservano anche una certa traccia di corpo. Questo non significa che ci sia una graduatoria (al massimo ci sono delle differenze); c'è una differenza di meriti (di come si è raggiunto il bene) ma sono tutte allo stesso livello poiché sono in paradiso. Conoscendo il volere divino accettano con piacere la propria posizione.

domenica 13 marzo 2011

L'illuminismo in politica

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Economia e riforme
Fisiocrazia: le ricchezze sono i beni prodotti dalla terra, si contrappone al protezionismo del 1600 in cui i beni di valore erano oro e argento. Riguardo all'agricoltura c'è il dibattito su quali sementi da usare; c'era anche un avanzamento delle tecnologie. Ritorna anche il catasto per conoscere le terre degli Stati: registrare soprattutto le terre agricole con differenti tassi di produzione. Il sistema austriaco era all'avanguardia in ciò, funzionò soprattutto in Toscana; il catasto stimola la coltivazione della terra. In Ungheria non si riuscì a fare un catasto per l'opposizione di nobili. Il catasto veniva aggiornato molto di rado poiché è un'operazione molto complicata.
Smith
L'agire umano è mosso dall'utilità; per istinto si fa il bene generale poiché il proprio utile è anche l'utile comunitario. Porta avanti un ideale di liberismo economico per il motivo dell'utilità (secondo lui c'è una specie di mano invisibile che alla lunga trasforma il bene singolo in bene comune). C'è un legame tra merce e lavoro necessario che costruisce il prezzo.
Altre riforme
Politica contro il potere della Chiesa: cercare di cancellare la "mano morta" (patrimoni ereditari ecclesiastici non sfruttati) poiché i conventi di clausura sono visti come passivi; i gesuiti vengono cacciati dagli Stati e soppressi dal Papa, poi vengono riattivati nel 1814 e sono tuttora attivi; giurisdizionalismo: lo Stato cerca di riprendere potere giuridico sul clero e sui suoi territori (ricordarsi Sarpi a Venezia), inoltre si cerca di abolire l'extraterritorialità delle chiese. Problemi delle minoranze religiose in Europa: c'è la necessità di giustificare l'uguaglianza di tutti gli uomini nonostante la religione (teorie di Locke). Gli stati inoltre cercano di acquisire il diritto di famiglia (matrimoni, divorzi, eredità,...), per esempio in Austria si fanno matrimoni civili e leggi sui divorzi. Vengono creati i ministeri e scuole di formazione specifiche per costruire la nuova classe dirigente.


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L'enciclopedia illuminista e la sovranità in Rousseau

Per Rousseau la proprietà privata non è un diritto inviolabile dell'uomo ma riguarda il solo sostentamento.
La sovranità viene dal popolo che si esprime secondo la volontà generale; ha un'idea di democrazia diretta ma si rende conto che non è applicabile in stati estesi come quelli moderni: pensa quindi una democrazia indiretta. La fonte delle leggi è la volontà generale. Per Gli illuministi la legge è uno strumento; non è così per Rousseau poiché la legge è un assoluto a cui tutto deve riferirsi: anche l'aspetto etico. La libertà è l'obbedienza alla legge che ci si è prescritti.
L'enciclopedia illuminista è l'evoluzione delle summae medievali. Ciò che la rende innovativa è oltre all'ordine alfabetico la presenza delle tecniche e delle arti.