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sabato 24 settembre 2011

L'ultimo viaggio e la morte di Leopardi

Recanati, 05-09-1829 (691) a Carlo Bunsen
Periodo in cui Giacomo è costretto a casa. Dei suoi amici fanno una colletta affinché lui possa andarsene veramente da casa; Leopardi quindi si stabilisce a Firenze.
Firenze, 19-06-1830 (710) ad Antonietta Tommasini
Giacomo non riesce a scrivere, è finito il denaro e quindi dovrà tornare a Recanati.
Roma, 05-12-1831 (782) a Fanny Targioni Tozzetti
Scrive a colei che non lo aveva nemmeno notato; Giacomo non è interessato alla comunità ma solo alla felicità individuale che secondo Leopardi è necessariamente impossibile per il nostro rapporto con la natura.

Antonio Ranieri è un patriota che diventerà anche senatore dello Stato.
Firenze, 01-01-1833 (854) ad Antonio Ranieri
Giacomo è preoccupato per la salute del suo amico.
Firenze, 05-01-1833 (856) ad Antonio Ranieri
Come prima l'argomento è la salute cagionevole del suo amico e di se stesso.
Firenze, 31-01-1833 (865) ad Antonio Ranieri
Le lettere faticano ad arrivare all'amico di Giacomo Leopardi e quest'ultimo ne è preoccupato.
Firenze, 05-02-1833 (866) ad Antonio Ranieri
Il tono è appassionato e non è usato con nessun altro. Quelli che stavano attorno a loro li deridevano e ne pensavano non bene per la loro convivenza.

Leopardi arriva a Napoli.
Firenze, 01-09-1333 (895) a Monaldo Leopardi
Questo è l'allontanamento definitivo da Recanati; Giacomo è sempre più malato.
Napoli, 11-12-1836 (923) a Monaldo Leopardi
Giacomo sembra aver pagato una cambiale confidando nello zio che però dopo aver chiesto lumi alla sorella decide di non dare credito a Giacomo. Il colera sta già divampando a Napoli.
Napoli, 09-03-1837 (926) a Monaldo Leopardi
Giacomo sta male ma non può consultare un medico per la troppa lontananza dalla città.
Napoli, 27-05-1837 (931) a Monaldo Leopardi
Scrive alla famiglia che non riesce più ad andare avanti: i suoi mali sono oramai incurabili. Questa è l'ultima lettera scritta da Leopardi.

David Luis: la pittura neoclassica francese

"La morte di Marat" 1793
La morte di Marat, Louis David

Questo quadro rappresenta l'adesione di David ai principi della rivoluzione francese: egli rappresenta il rivoluzionario Marat assassinato a casa sua attraverso una tecnica che esalta la figura dell'eroe con una luce e un'ombra molto violente (citando Caravaggio). La dedica è presente nella parte frontale della tela sullo scrittoio.

 











"Napoleone al San Bernardo" 1800
Napoleone al S. Bernardo, Louis David

David nei primi anni del 1800 diventa interprete delle esigenze di Napoleone di costruirsi un'immagine iconografica mitologica: egli quindi organizza nel quadro una rappresentazione artificiosa che non corrispondeva alla realtà di Napoleone caricando la figura di significati simbolici.

La pittura neoclassica: Louis David

Introduzione generale
La formazione di David avviene in Italia a Roma attraverso lo studio delle opere di Raffaello: questo produce composizione chiare e semplici aventi come base continui riferimenti alla mitologia greco-romana.

"Il giuramento degli Orazi" 1785

Il giuramento degli Orazi, Louis David

Il quadro descrive il momento precedente la lotta tra Orazi e Curiazi: David organizza compositivamente gli stati d'animo attraverso il disegno di tre archi sullo sfondo.
L'arco corrispondente ai 3 giovani rappresenta l'eroismo inconsapevole, l'arco al centro rappresenta la consapevolezza del padre mentre l'arco a destra presenta la disperazione delle donne familiari dei 3 giovani destinati ad una fine amara.

L'architettura nel periodo Neoclassico

Principi dell'architettura neoclassica (Ledoux, Boullé, Piranesi)
  1. Ritorno a forme geometriche e euclidee. Si tratta di una reazione alla complessità geometrica barocca che utilizzava figure curvilinee.
  2. Simmetria assoluta. La simmetria assoluta trova applicazione in ambito neoclassico nel rapporto biunivoco tra pianta e prospetto di un edificio (questo principio introduce una forte rigidità nell'organizzazione degli spazi interni degli edifici).
  3. Utilizzo di tipi architettonici antichi.
  4. Introduzione di nuove funzioni nello spazio urbano. Nella città nascono nuove esigenze funzionali come la stazione dei treni o la biblioteca pubblica che non hanno una storia architettonica precedente e quindi devono essere strutturati da zero.

Introduzione artistica al neoclassicismo

Linguaggio neoclassico
  1. superamento del linguaggio barocco. Allontanamento dagli eccessi individualistici del barocco per arrivare a definire principi di ordine universale.
  2. influenza dell'illuminismo. I filosofi Diderot e D'Alembert indicano il criterio tassonomico come principio di diffusione del sapere.
  3. riscoperta dell'antico. Viene fondata l'archeologia moderna che segue criteri scientifici per organizzare gli scavi: grazie a questi metodi vengono ritrovate Pompei e altre città del passato.

Winckelmann
  1. Nel 1764 il teorico Winckelmann scrive il libro "storia dell'arte dell'antichità" nel quale definisce i caratteri del periodo neoclassico.
  2. "l'opera d'arte deve possedere nobile semplicità e quieta grandezza". La nobile semplicità è la proporzione interna e modulare derivata dalle statue della Grecia classica. La quieta grandezza è l'evidente contrapposizione agli eccessi della tensione del periodo barocco.
  3. Organizza lo studio delle opere d'arte attraverso una partizione cronologica in cui l'artista è l'interprete di particolari condizioni sociopolitiche. In questo determinismo ogni opera singola possiede caratteristiche precise se letta nel suo periodo storico.

Temi fondamentali
  1. Nucleo fondativo. Il centro dell'arte viene collocato in un momento preciso già esistente non vi sono quindi elementi totalmente nuovi e rivoluzionari come nel precedente periodo barocco.
  2. "Bello ideale". È possibile sintetizzare e codificare in forme precise l'idea teorica di bellezza: in altre parole la ragione domina le pulsioni individuali dell'uomo.
  3. La figura dell'eroe. Attraverso l'esaltazione mitologica che ricorre ai miti classici viene proposto un'immagine arbitraria ed artificiale dei personaggi pubblici, in particolar modo di Napoleone.

Introduzione allo Zibaldone di Leopardi

Zibalbone
È un deposito di idee e riflessioni: è una serie di quaderni di appunti di più di 4000 pagine. La pubblicazione verrà curata anche da Carducci; la famiglia fece notevoli difficoltà nel far pubblicare le opere di Giacomo; La storia prosegue anche oggi: ci sono opere di Leopardi ancora nella biblioteca di famiglia. Viste le dimensioni dell'opera Giacomo scrive anche un indice; molte delle notazioni sono di carattere filologico. In quest'opera si può notare in modo notevole l'aspetto filosofico di Leopardi.
Giacomo ha pubblicato una selezione dello Zibaldone di 111 passaggi dello stesso, dandogli una forma più tradizionale: "111 pensieri". Leopardi non aveva idea di ciò che voleva fare. Da giovane leggeva gli scritti antichi per curiosità linguistica, poi per apprezzarne la bellezza. Abbandona la religione per il contrasto con la famiglia. I suoi pensieri cominciano con delle illusioni di valori ideali; comincia da dove aveva finito Foscolo. Si ritorna ad una visione Rousseauiniana. I neonati sono felici, man mano che si cresce si perde la felicità e si arriva alla razionalità (negativa).

Inizio analisi appunti
  • Le illusioni sono reali perché fanno parte della natura umana.
  • La ragione è piccola e la natura è grande: le illusioni permettono le grandi imprese basta vedere l'esempio di Alessandro il macedone.
  • La scuola serve a essere consapevoli della realtà, quindi rende infelici i bambini che sono nell'età migliore. Si rende infelice il bambino perché possa essere ragionevolmente infelice.

venerdì 23 settembre 2011

L'idea di nazione nel 1800 romantico

Alla base del concetto di nazione
Il concetto di patria cambia significato nel romanticismo: nell'illuminismo era il luogo dove si sceglieva di vivere, si arriva invece al sentimento di appartenere ad una nazione in una specie di legame naturale in cui non si ha scelta. La degenerazione del concetto porta ad ignorare, offendere gli stranieri: si ha quindi il nazionalismo (patriottico).
Nazione: "unità organica e solidale composta da individui accomunati dalla lingua, dalla storia e dalla cultura, una totalità dotata di una fisionomia spirituale assolutamente unica e irriducibile".
Il modello organicistico sarà dominante nel 1800. Le parti senza il tutto non hanno nessun significato: sacrificio dell'individuo per il bene della nazione. La lingua è parte dell'organismo ma allo stesso tempo la lingua stessa, come la storia, è un organismo. La filosofia della storia ha portato anche al giustificazionismo: se tutto ciò che accade, accade per necessità, non ci si può far nulla.
Con le innovazioni della rivoluzione industriale la nazione è un appoggio dopo la caduta della tradizione e della religione che erano sconfitte dei cambiamenti sociali. La religione però viene sfruttata come collante per la nazione: si parla di fede laica ovvero di un "sentimento politico-religioso in grado di contrastare la disgregazione del tessuto associativo-comunitario determinata dall'industrializzazione".

Leopardi: l'amore e la fine

Leopardi vuole innamorarsi, non vuole amare una persona ma innamorarsi dell'amore. Si innamora di una nobildonna (la fiorentina Fanny Targioni Tozzetti) che non lo bada nemmeno; una volta morto lui si dice che lei abbia amesso il motivo del suo rifiuto: lui era un disastro ambulante, fisico devastato, non sapeva fare lavori manuali di qualsiasi tipo (neanche tagliarsi la bistecca), era incapace anche di bere, inoltre emanava un non gradevole olezzo.
Fa amicizia anche con un certo Antonio Ranieri con cui va a vivere insieme a Napoli abitando anche con la sorella di Antonio durante l'epidemia di colera a Napoli. Antonio vuole andare via dalla città in campagna ma Leopardi dice di no: a Napoli facevano i migliori gelati. Un giorno la sorella di Antonio (pazza e con la mania di fare l'infermiera) porta a casa una confezione di confetti di Sulmona: Giacomo li mangia tutti e muore il mattino dopo.

Bologna, 30-05-1826 (452) a Carlo Leopardi
Leopardi si trova in una nuova situazione, comincia ad essere meno pessimista e ad abbandonarsi al sentimento.
Bologna, ottobre 1826 (488) a Teresa Carniani Malvezzi
Lei lo ha già lasciato perché non ne poteva più.
Bologna, 21-05-1827 (cinque su 19) ad Antonio Papadopoli
Ormai il rapporto è distrutto, lui la odia e per strada non la guarda nemmeno.
Firenze, 07-08-1827 (535) a Carlo Leopardi
Giacomo ha mal di denti per due denti cariati (carie provocata dalla sua passione per i gelati).
Pisa, 24-12-1827 (585) a Monaldo Leopardi
Il padre lo aveva allevato con distaccamento poi ora che Giacomo era cresciuto lo voleva come confidente. Giacomo non sopporta però tale ipocrisia; la sua educazione inoltre non gli permette di vedere suo padre come un amico.
Pisa, 02-05-1828 (593) a Paolina Leopardi
In questo periodo non felicissimo scrive "A Silvia".
Pisa, 05-05-1828 (595) a Pietro Giordani
Giacomo non può godersi i piaceri della vita per il suo fisico malandato altrimenti rischierebbe di morire.

Leopardi e il rapporto con la società

Nel 1822 la famiglia gli permette di andare a Roma da suo zio che cerca di trovargli lavoro e opportunità.

Roma, 25-11-1822 (219) a Carlo Leopardi
La descrizione dell'intellettuale Cancellieri è molto cattiva e aggressiva. A Roma conosce vari intellettuali tra cui Angelo Mai, famoso filologo a cui Giacomo dedicò anche una canzone; Mai aveva scoperto numerosi testi latini su pergamena ma la sua tecnica distruggeva le pergamene originali.
Roma, 06-12-1822 (222) a Carlo Leopardi
Esprime le sue difficoltà nel trovare una donna: quelle romane sono indifferenti; deve accontentarsi delle donne pubbliche.
Roma, 12-03-1823 (256) a Carlo Leopardi
Cerca di trovarsi una raccomandazione attraverso l'ambasciatore di Prussia; non riesce però a perseguire nei suoi intenti.
Recanati, 05-03-1824 (297) a Giuseppe Melchiorre
Melchiorre gli aveva chiesto una poesia; Giacomo risponde invece che lui non è in grado di scrivere in automatico in questo modo, a comando. Scrive solo con illuminazione ma in tempi molto lunghi; è un autore incontentabile.

Comincia un altro periodo fuori Recanati poiché è riuscito ad ottenere lavoro da un editore di Milano: scrive note per il Canzoniere di Petrarca, scrive antologie della letteratura italiana.

Bologna, 04-03-1826 (422) a Gian Pietro Visseux
È un intellettuale fiorentino che ha fondato una biblioteca, richiede a Leopardi di lavorare ad un giornale di attualità. Giacomo rifiuta poiché la sua filosofia di vita è disinteressata alla società e al rapporto con gli uomini; l'unico suo interesse è l'uomo nel rapporto con se stesso e con la natura. Non crede nel progresso: gli uomini sono individui in balia della natura.

giovedì 22 settembre 2011

Introduzione al 20° secolo nella letteratura inglese

It's difficult to define groups of works or authors for the second part of the century because we are still involved in the atmosphere.
1910s-1920s : tendency of experimantation: Modernism is a break with conventions.
1930s : more conventional language and art.
1940s : arts and literature are influenced by the Second World War massacre.
1950s : there was an attitude like after the First World War.

1910s-1920s
At the end of the last century the society start to disagree with colonialism and other theories. Economically USA and Japan reached and overpass the UK. People didn't believe in the same values. The First World War was a massacre for deaths; this is called the Age of Anxiety, people want to create a new world but it was very difficult. This atmosphere was reflected in all form of arts: Dodecaphony (in music), Cubism (in painting), Dadaism (in painting), Consciousness (in literature). There wasn't only Modernism but also other types of art; Modernism was the Avanguarde.
William James. He was an american psychologist. Our thoughts and emotions are created by our mind as a stream not in disordered ways; some of these get lost, others are create in a second time but all of them reached that stream.
Henri Bergson. Time correspond on 2 concepts: chronological (outside the person); duration (inside our mind) that depends on what is our perception of time.
Sigmund Freud. He was a psychoanalist from Austria. The interpretations of Dreams: our unconscious elements come up and let us feels what we control during the day.
Consciousness technique: time is not important because what it's important it's what it's happens inside a man; any events can be chosen for the story; the thoughts are written during their creation. No more coherence, no more plot.

mercoledì 21 settembre 2011

Le idee alla base della nascita delle nazioni

Origini della politica contemporanea
Comincia a nascere la politica con i partiti (già presenti in Inghilterra); si parla di governo: costituzionale (il premier risponde al re), parlamentare (il premier risponde al Parlamento). La prassi politica ha portato all'uso della seconda opzione.
La poesia è all'origine delle culture: come ad esempio in Grecia; la poesia era musicata con le rime quindi più facile da ricordare e da prendere. La lingua inoltre è alla base della nazione come cultura; la religione infine è ripresa sempre dal medioevo come gli altri elementi. Il nazionalismo quando diventa esasperato è lo sciovinismo: guerre per le colonie e il potere nel mondo. Ritorna la filosofia della storia: Fichte, Schelling, Hegel. La prima opera di filosofia della storia è di Sant'Agostino, la sua visione provvidenzialistica che si contrapponeva alla visione ciclica dei greci. In Germania gli scrittori Herder e Humboldt immanentizzano l'idea di provvidenza: con Hegel si dirà che la dialettica è la legge della storia. Si perde l'influenza divina già con Humboldt; Marx riprenderà queste idee: la storia è una lotta tra classi opposte in continua evoluzione. Il positivismo è una forma di storicismo: l'evoluzione è una legge di necessità; nonostante questo il positivismo non era metafisico o idealista.
Contrasto tra liberali e democratici: i liberali sono più elitari e censitari nella distribuzione del potere; i democratici credevano nella sovranità popolare e al suffragio maschile per una Repubblica. Lo studioso Mill partendo da un'idea liberal-liberista cerca di trovare un compromesso tra la sua corrente di pensiero e quelle dei democratici: arrivò a ritenere che lo Stato dovesse intervenire per aiutare i cittadini in difficoltà. Tocqueville, sociologo e studioso francese, osserva che negli Stati Uniti d'America c'è una maggiore diffusione di informazione ma c'è un appiattimento della cultura nella popolazione: più la comunicazione diffonde, più diffonde solo in superficie. La democrazia è un qualcosa che una volta partito non si può più fermare. L'appiattimento può portare ad una forma autoritaria di governo.

Lucrezio: De Rerum Natura, Sacrificio di Ifigene

Un empio rito (libro 1, vv 80-101)
"In tutto questo temo ciò: che tu pensi che io ti introduca nei principi di una dottrina empia e che io ti introduca nella via del male. In realtà spesso la religione generò azioni empie e scellerate. In questo modo ad Aulide venne imbrattato con il sangue della vergine Ifigene (Ifianassa) da degli uomini che l'hanno sacrificata a Diana. Non appena la benda posta intorno alla chioma verginea fu fatta cadere sulle guance" (segno di sacrificio) "e quando lei vide il padre triste stare all'altare e quando vide che i sacerdoti avevano un'arma e che tutti piangevano, muta dal terrore, scivolava piegandosi sulle ginocchia. Né alla misera servì in quel momento a qualche cosa il fatto di essere la primogenita di Agamennone. Infatti tremante sollevata dagli uomini all'altare non perché fosse accompagnata come nei matrimoni ma in maniera infame nello stesso tempo in cui avrebbe dovuto sposarsi, cadde come vittima uccisa dal padre, affinché la flotta potesse avere vento per le vele delle navi. La religione fece mali come questi."

Religio è il rapporto degli uomini con il mondo soprannaturale; Relegere: passare in rassegna; Religare: costringere, legare, è un legame che vincola gli uomini.

Il mito degli Atrivi nel De Rerum Natura di Lucrezio

Piccola sintesi del mito per capire i riferimenti che farà Lucrezio a questa storia.

La storia parte da Atreo e Tieste (due fratelli che si contendevano il titolo di re); Atreo riesce a sconfiggere Tieste che per vendetta diventa amante di Erope moglie di Atreo. Atreo allora si vendica uccidendo cucinando i figli di Tieste e dandoglieli a suo fratello per cena. Tieste quindi si rivolge ad un indovino che gli dice che Atreo verrà ucciso dal figlio che nascerà dall'unione di Tieste e sua figlia: Tieste accetta la profezia e in questo modo nasce Egisto figlio di Pelopia e Tieste; per compiere l'atto Tieste si traveste ma Pelopia gli ruba la spada, elemento che sarà fondamentale nel seguito della storia. In seguito Atreo sposerà Pelopia che gli presenterà sul figlio Egisto. Atreo decide di finirla con suo fratello e incarica Egisto di uccidere Tieste. Egisto per compiere questo dovere userà la spada che gli darà sua madre (quella rubata a Tieste) e Tieste vedendo Egisto avanzare con quella spada capisce cos'è successo. Prova a dirgli di essere suo padre e in quel momento arriva anche Pelopia che capisce altrettanto quel che sta succedendo, prende la spada e si uccide. Egisto nella conclusione decide di ammazzare Atreo di credere a Tieste. In questo modo si avverò la profezia dell'indovino.

Nel frattempo Atreo ha avuto due figli da Erope: Menelao e Agamennone. Iniziano gli avvenimenti precedenti la guerra di Troia; la flotta di Agamennone deve partire dal porto di Aulide ma non c'è vento per le vele delle navi. L'indovino dice che Agamennone deve sacrificare Ifigenia, sua figlia; Agamennone aveva altri due figli da Clitemnestra: Oreste ed Elettra. Il sacrificio viene eseguito e la flotta può partire verso la guerra di Troia. Nel frattempo Clitemnestra si consola con Egisto a cui viene dato l'incarico di uccidere Agamennone al ritorno del re figlio di Atreo. Agamennone tornato trova una festa per lui e mentre si sta riposando in bagno lei gli spacca la testa con un'ascia mentre Egisto lo tiene fermo. Oreste quindi deve vendicare il padre istigato soprattutto da sua sorella Elettra; in questo modo ammazza la madre. Oreste per ciò verrà perseguitato dalle Erinni (furie della vendetta). La situazione si risolverà ad Atene all'Areopago in cui Atena affermerà che Oreste era innocente poiché vittima della situazione di vendette precedente.
In questo mito c'è il passaggio dall'epoca delle vendette a quella classica più razionale (intervento finale di Atena).

G. Leopardi: il tentativo di fuga da casa

Nel 1819 prova a scappare di casa e scrive una lettera a suo padre come addio.

Recanati, luglio 1819 (121) a Monaldo Leopardi
Giacomo ha sempre rispettato la famiglia ma non poteva più sopportare un'oppressione delle sue capacità così accentuata. Il suo carattere è molto romantico anche se lui dice di appartenere al movimento classicista. Il suo obiettivo è la felicità e odia la noia preferendole la sofferenza; vuole andarsene per far valere la sua genialità.

Il tentativo di fuga viene scoperto prima di essere messo in atto, la lettera non è mai stata letta dal padre. Giacomo cade in un cupo periodo di depressione dove scrive opere magnifiche; sembra che sia una regola di Leopardi, poiché in momenti successivi della sua vita scrisse opere magnifiche sempre quando era in depressione.

Recanati, 19-11-1819 (133) a Pietro Giordani
Il tema della noia è molto ricorrente in queste lettere.
Recanati, 30-03-1821 (192) a Giulio Perticari.
Lo studio intensivo di quei sette anni chiuso in biblioteca viene giudicato da Leopardi un grave errore per il continuo della sua vita.

Introduzione a Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi
Nasce nel 1798 Recanati da famiglia nobile (il padre si chiama Monaldo Leopardi) che era un po' in crisi finanziaria; il padre è un intellettuale che ha costruito una biblioteca personale aperta al pubblico. La madre Adelaide Antici si dedica ad amministrare il patrimonio e riesce a gestire le condizioni della famiglia trascurando però i figli; probabilmente era anaffettiva. Giacomo riceve un'educazione cattolica ma da adulto diventerà ateo materialista. Ha dei precettori che gli insegnano qualcosa poi si chiude in biblioteca per sette anni di studio mattosenza avere altri contatti: impara tedesco, francese, spagnolo, latino, greco ed ebraico. Nel primo periodo è un bravissimo filologo; ha però scarse possibilità di conoscere gente e di trovare lavoro poiché la famiglia e lo Stato della Chiesa erano rimasti indietro rispetto alla cultura europea.
Comincia fare amicizia con Pietro Giordani attraverso una comunicazione epistolare. Aveva pessime condizioni di salute.

Recanati, 02-03-1818 (62) a Pietro Giordani
I sette anni di studio intensivo lo rovinano nel fisico e nella salute. Era quasi completamente cieco e aveva problemi nella postura.
Recanati, 18-01-1819 (86) a Pietro Giordani
A Giacomo basterebbe trovarsi a Roma per avere qualche occasione di lavoro in più ma anche qualche conoscenza.
Recanati, 26-03-1819 (104) a Pietro Giordani
Il padre lo trattiene in un paese sperduto in cui Giacomo non riesce a comunicare con nessun altro.

martedì 20 settembre 2011

Lucrezio: De Rerum Natura, Trionfo di Epicuro

Il trionfo di Epicuro (libro 1, vv 62-79)
"Mentre la vita umana giaceva davanti agli occhi di tutti ignobilmente a terra, oppressa sotto la pesante religione che mostrava il capo dal cielo minacciando i mortali con il suo orribile aspetto, per primo fu un uomo greco che osò volgere gli occhi mortali ed andare contro essa;"
la vita degli uomini è oppressa dalla religione che è una specie di mostro, per primo è Epicuro che resiste contro la religione.
"Né dalla fama degli dei, né dai fulmini, né dal mormorio dei cieli fu spaventato questo uomo, ma tanto più lo incitavano a desiderare di esplorare per primo la realtà della natura e spalancare le soglie della natura. La sua mente si lanciò al di fuori del mondo come se andasse combattere quel mondo e girovagò per tutto l'universo con mente e animo, e da dove è arrivato riportò a noi vincitore la conoscenza di che cosa possa nascere e che cosa no, per quale forza tutte le cose abbiano un potere definito ed un confine certo. Prima la religione spaventava gli uomini, poi la vittoria sollevò loro l'animo al cielo."

Lo stato e la pace nel mondo per Kant

Stato in Kant
I rischi dello stato di natura portano ad uno Stato con diritti umani inalienabili e poteri divisi uno Stato repubblicano con volontà collettiva che forma la legge (Rousseau). Nella prospettiva trascendentale il contratto sociale è il contratto originario (è una necessità concettuale non un fatto storico, è a priori), modello a cui devono tendere le politiche reali. In seguito sarà critico riguardo alla legittimità della rivoluzione francese e sul fatto che sia lecito resistere ad un potere costituito (i poteri si possono riformare, non soverchiare); incoraggia un uso pubblico della ragione.
Il compito dello Stato non è quello di portare i sudditi alla felicità; la felicità è personale e lo Stato non c'entra; lo Stato non ha un fine proprio ma quello della collettività generale (dei singoli). Deve limitarsi a fare in modo che ciascuno arrivi liberalmente al suo fine; non ha scopi riguardanti le virtù, la religione, l'economia, la felicità. Lo Stato crea le condizioni affinché i cittadini perseguano i loro fini: Stato liberale. È anche uno Stato di diritto-giuridico in cui ciascuno convive secondo una legge universale. È uno Stato formale poiché si occupa di come fanno le cose i cittadini, non di cosa fanno.

La pace e il cosmopolitismo in Kant
Kant crede nel cosmopolitismo fondato sulla ragione; le condizioni affinché ciò possa avvenire sono: regime repubblicano in ogni Stato (uguaglianza tra cittadini; tutti danno consenso per entrare in guerra); federazione di liberi Stati per cancellare i conflitti; fondare una federazione sul diritto all'ospitalità (lo straniero deve essere ospitato, ma non deve approfittare della situazione). Inoltre anticipando di circa 100 anni quel periodo Kant comincia già a criticare il colonialismo delle potenze europee.

Principi di educazione civica in Kant

Kant e l'educazione civica
La giustizia come la religione dipendono dalla morale; il diritto come la morale ha dei principi a priori anche se il diritto si basa sul fine esterno. La filosofia ha il compito di capire i principi del diritto. Nella metafisica dei costumi, Kant afferma che il diritto seppur puro si basa sull'esperienza. I giudici devono usare la filosofia per trovare i fondamenti delle leggi. Il diritto riguarda le azioni compiute verso altri in un aspetto collettivo; riguarda principi delle regole. Nel diritto ciò che conta è l'azione; per il diritto è importante rispettare un contratto, non come sia tale contratto. Kant usa un metodo trascendentale per scoprire le origini del diritto: è contro l'anarchismo e il positivismo giuridico (le norme valgono una volta poste da qualcuno, non c'è nulla di a priori). Comunità giuridica: soggetti responsabili che traggono dalla ragione la notizia dei loro diritti; è un ideale regolativo, non un patto. I diritti fondati sulla ragione sono assoluti e sempre validi; il loro fondamento è la natura razionale dell'uomo. Lo Stato è una garanzia per la libertà dei cittadini.
Sintesi a priori: tutte le categorie giuridiche non considerano i fatti ma ciò che è intrinseco alla natura razionale dell'uomo; giustifica degli istituti giuridici attraverso la razionalità. La libertà se vale per tutti deve essere limitata per consentire la libertà di tutti: Kant quindi legittima una costrizione della libertà per permettere la convivenza; la limitazione però non deve eccedere per non andare nell'ingiustizia.
"Il diritto sono le condizioni attraverso cui l'arbitrio si accorda con un altro libero arbitrio in una legge universale della libertà." Sono legittime le norme che consentono la convivenza.
"Agisci esternamente in modo che il libero uso del tuo arbitrio possa coesistere con la libertà di ognuno secondo una legge universale."

lunedì 19 settembre 2011

I postulati nella Critica alla Ragion Pratica di Kant

Per capire se è imperativo categorico bisogna chiedersi se una certa legge fosse naturale: la razza sopravviverebbe? l'umanità migliorerebbe?

Postulati
Sono tre: libertà (in relazione con il "tu devi"), l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio (dal punto di vista pratico). La vita morale ha senso se esiste un Dio e l'anima è immortale. Kant non nega ciò che aveva detto nella Critica della ragion pura. Sommo bene e bene supremo: il primo è la somma di virtù e felicità (intesa come non determinante l'azione, è una conseguenza), il secondo è la virtù di vivere secondo la legge morale. Chi vive con virtù si rende degno della felicità, la merita. La felicità però non è una conseguenza necessaria della virtù; quindi bisogna supporre che si venga ripagati dopo la morte: c'è quindi una "seconda vita" e un dio dispensatore di felicità. L'uomo è un essere duale: ragione e volontà; cerca di tendere verso la ragione-dovere, ma questo percorso è infinito altrimenti l'uomo coinciderebbe con Dio. L'uomo cerca all'infinito la libertà (dall'empirismo della natura sensibile) che dipende dal dovere. L'idea romantica di infinito viene da Kant: sehnsucht ovvero il desiderio di desiderare, la tensione infinita del desiderio. Gli idealisti diranno che questa infinitudine pervade l' "Io penso" che diventa creatore dei noumeni.
Le verità religiose sono fondate sulla morale: si parla di fede razionale (questa è una visione molto illuminista di Kant). Il dualismo dell'uomo e del mondo: fenomenico nella Critica alla ragion pura, noumenico nella Critica della ragion pratica a riguardo dell'etica.
Kant chiude con l'illuminismo e apre al romanticismo nella Critica del giudizio; i romantici cercano l'unità là dove c'è frattura.

domenica 18 settembre 2011

Le antinomie e la teologia in Kant

Teologia in Kant
Kant ritiene che la prova a priori non sia valida per l'esistenza di Dio in quanto è un giudizio analitico a priori che non da scienza ovvero conoscenza certa. L'esistenza è una categoria, quindi per Kant quello della prova a priori è un uso scorretto di tale categoria.
La dialettica è incapace di ricavare verità. La psicologia razionale (anima) erra poiché costruisce sillogismi scorretti: l'io delle premesse è usato con due significati diversi (sostanza, cogito). La cosmologia (mondo) erra poiché non si può fare esperienza della totalità del mondo quindi si finisce in affermazioni dette antinomie (tesi, antitesi). Prima antinomia: il mondo è infinito? Seconda antinomia: il mondo è semplice? Terza antinomia: c'è libertà? Quarta antinomia: ci sono cause necessarie? Le tesi rappresentano le idee dei razionalisti, le antitesi quelle degli empiristi. Le prime due vedono il mondo statico (matematico) le altre dal punto di vista dinamico. Teologia: la prova a priori sta alla base di quelle a posteriori quindi nessuna prova è valida; non si può nemmeno provare che Dio non esiste. Non si può dimostrare che esiste per via teoretica, esiste per via pratica ed estetica. La prova cosmologica pretende che esista un ente necessario però solo pensato.
Il noumeno è trascendente poiché è al di fuori della nostra conoscenza; nonostante questo la cosa in sé esiste.

Dialettica e razionalità in Kant

Critica della ragion pratica: la morale non deve guardare all'esperienza, deve solo ascoltare cosa dice la ragione; la morale è un dovere ascoltare la ragione e solo lei.
Dialettica
Tre infiniti: anima, mondo, Dio. L'anima rappresenta l'infinito interno; il mondo rappresenta l'infinito esterno all'uomo; Dio rappresenta l'unione dei precedenti. Queste tre idee unificano conoscenze già ottenute con l'intelletto, come se esistesse un'unità infinita.
Le intuizioni sono le forme della sensibilità. Nella sussunzione l'universale sono le categorie, il particolare sono le intuizioni. L'intelletto unifica le intuizioni molteplici.
La moralità in Kant viene dall'interno, non deve avere condizionamenti dall'esperienza; non importa il contenuto dell'azione ma l'intenzione che deve essere guidata dalla ragione.
La logica classica è una logica formale o simbolica; è una tecnica, uno strumento. La logica di Kant è una logica contenutistica che si riferisce solo alle forme a priori della conoscenza. Schema della causalità è la successione nel tempo, lo schema trascendentale della sostanza è la permanenza nel tempo. Gli schemi sono prodotti dall'immaginazione. Fenomeno è ciò che appare.
Il bisogno dell'infinito è insito nell'uomo e quindi non si può togliere ma controllare.
Opera pre-critica: "Dissertazione del 70" scritta nel 1770; prima spazio e tempo erano nelle cose, poi vengono puntualizzati nella sensibilità; questo è il vero inizio della rivoluzione copernicana della critica. Le forme della ragione hanno una funzione regolativa.

Ripasso del romanticismo nella letteratura Italiana

Il periodo romantico in Italia
In Italia il romanticismo non è inteso come quello europeo; la lingua italiana si è fermata al classicismo, i modelli sono ancora Petrarca, Boccaccio e Dante; il linguaggio inoltre non è pronto ad esprimere il "romanticismo". Manzoni impiega 20 anni per studiare e ricreare la lingua italiana; in Italia i romantici sono coloro che cercano di scrivere con modelli diversi dai tradizionali.
Milano è all'avanguardia in questo movimento culturale in quanto era la città più europea in Italia. Nasce anche il problema del pubblico che deve capire la poesia ed apprezzarla: i "parigini" sono troppo snob, gli "ottentotti" non la capiscono e quindi secondo Berchet sono i borghesi il pubblico a cui destinare le opere. Altro fattore del periodo romantico in Italia è la poesia dialettale con gli esponenti principali che sono Carlo Porta (milanese anti-aristocratico) e Gioacchino Belli (romano che dipinge la plebe romana). Il dialetto viene usato per staccarsi dalla tradizione, non per avere un pubblico più ampio tra il popolo.
Manzoni è un romantico marginale in Italia: nella sua poesia cerca di esprimere contenuti alti nell'attualità; nelle tragedie invece si sottolinea la malvagità del potere. Il linguaggio che usa è molto simile a quello tradizionale.

Nozioni sulla morale in Kant

Kant: altre nozioni sulla ragion pratica
Un'azione legale risponde ad una costituzione-legge esterna, imposta da altri o altro. I sentimenti non possono determinare la morale; c'è un'eccezione: il rispetto della legge è un sentimento a priori che ci aiuta a compiere azioni morali (imitare coloro che vivono secondo moralità). Kant critica la morale fondata sul sentimento proposto da Hume. Kant concepisce la vita eterna come un cammino infinito verso la morale. L'aspetto noumenico della morale è in relazione con la libertà che ha ogni essere essenzialmente (probabile anima). La libertà è un postulato della ragion pratica.
Definizioni di Imperativo categorico: la prima formulazione accentua l'aspetto della massima di ognuno che deve essere più possibile universale; la seconda sottolinea la dignità umana; la terza accentua l'aspetto della volontà e quindi dell'autonomia delle nostre scelte.

La tecnica del mosaico

Il mosaico
Il termine mosaico deriva dal latino medievale Musàicus a sua volta derivante da musa; è soprattutto tra il 4º e il 5º secolo che la tecnica del mosaico diventa la più diffusa in Roma e nei territori dell'impero per decorare parimenti (litostrato: Lithos = pietra, stronnymi = ricoprire). I mosaici romani impiegavano soprattutto pietre dure e ciottoli di forma parallelepipeda detti tessere. Nel 1º secolo d.C. iniziano a diffondersi tessere in pasta vitrea; i colori a disposizione aumentano enormemente con l'uso del mosaico a pasta vitrea in quanto era sufficiente aggiungere al vetro un pigmento colorante in quantità variabili per ottenere intensità diverse di una stessa tinta. Nasce l'impiego di tessere a fondo dorato e argentato ottenute con la sovrapposizione di una sottilissima lamina d'oro o d'argento fra due colate di vetro. Il luogo intanto ha profonde innovazioni nell'effetto della decorazione musica. Le tessere si immergevano nell'intonaco fresco che veniva via via applicato al di sopra di un sottofondo sul quale il soggetto da rappresentare era stato precedentemente disegnato o inciso. Poiché spesso i mosaici erano situati in posizioni distanti dall'occhio dell'osservatore l'artista poteva sfruttare la posa in opera non uniformemente liscia delle tessere, al fine di ottenere particolari effetti di luce con riflessi variamente colorati ed ombre. Al risultato finale partecipava anche il piccolo vuoto che a volte veniva lasciato intenzionalmente tra una tessera ed un'altra: spesso il mosaico si sovrapponeva ad un dipinto vero e proprio. In quel caso le tessere d'oro erano collocate su un fondo rosso, colore che diveniva visibile negli interstizi tra una tessera e l'altra rafforzando ed esaltando l'effetto della doratura. Dopo avere disegnato con piccole tessere le sagome delle figure si riempivano gli spazi fra una e l'altra secondo filari pressoché orizzontali, ma per ottenere effetti speciali la disposizione delle tessere poteva anche seguire altre regole. Le tessere impiegate non erano tutte delle stesse dimensioni: per esempio quelle utilizzate per rappresentare la pelle dei corpi erano più piccole delle altre; questo permetteva di giocare maggiormente sulle sfumature.

L'architettura romanica a Pisa: Campo dei Miracoli

Introduzione generale
Tra il 1150 e l'inizio del 1200 la repubblica marinara di Pisa accumula notevoli ricchezze per dimostrare la sua potenza decide di edificare un'area religiosa vicino al centro storico. L'area scelta è piuttosto vasta ed il metodo utilizzato è assolutamente innovativo.

Planimetria
La forma tradizionale della piazza dall'agorà greca in poi è sempre stata determinata da una figura geometrica riconoscibile definita nel suo perimetro da costruzioni e da edifici eretti nel corso del tempo. Il Campo dei Miracoli a Pisa invece segue un principio del tutto innovativo perché gli elementi di unitarietà dell'area sono altri.

Caratteri d'unitarietà
Utilizzo di un unico materiale: per il rivestimento delle facciate di tutti i 4 edifici viene utilizzato il marmo bianco di Carrara, estremamente costoso anche all'epoca.
Uso dell'arco a tutto sesto (nelle due varianti aperta e cieca).

Analisi statica del campanile (torre pendente) 
torre pendente di Pisa
La costruzione della torre prevede la distribuzione del vettore peso lungo l'asse baricentro della struttura geometrica: condizione essenziale è che le forze alla base siano uguali e contrarie al peso.
Subito dopo la costruzione i vettori della resistenza del terreno si sono modificati (cedimento differenziale): questo comporta una scomposizione vettoriale della forza gravante sul baricentro introducendo una componente di instabilità laterale.
Per bloccare la rotazione vengono inseriti dei pistoni meccanici nella fondazione per riequilibrare le forze della base. Contemporaneamente viene aggiunta una forza opposta alla componente laterale instabile. La soluzione adottata blocca la rotazione ma non riporta la struttura nello stato iniziale.

Analisi delle lastre di Wiligelmo del Duomo di Modena

Schema generale
Il tema iconografico presente nelle lastre è la rappresentazione del libro della genesi diviso in numerose scene. Wiligelmo adopera uno schema costante per la rappresentazione dividendo le lastre di pietra in due parti distinte: la parte superiore divisa in archetti (con numero variabile da 9 a 11) serve a dare ordine alle scene contenute nella parte inferiore (maggiore è il numero di archi, maggiore è l'importanza della scena).

Prima lastra: 
1° Lastra di Wiligelmo a Modena

Nella 1ª scena viene rappresentato Dio in una cornice sorretto da due angeli: Dio tiene in mano un libro con il verbo creatore: "lux ego sum mundi, via verax, vita perennis".
Nella 2ª scena si rappresenta la creazione di Adamo e quindi Dio viene scolpito con i piedi poggiati per terra dato che fa un'azione.
La creazione di Eva: Adamo è rappresentato inclinato perché appoggiato ad una roccia dalla quale sgorga il fiume.
Il peccato originale: con questa scena termina l'equilibrio del paradiso terrestre e ci si ricollega idealmente all'inizio della seconda lastra.
 
Seconda lastra: 
2° Lastra di Wiligelmo a Modena

Dio scopre i peccatori e li rimprovera (da destra verso sinistra).
Dio caccia i peccatori dal paradiso terrestre (tra la prima e la seconda scena c'è una forte simmetria esterna).
Adamo ed Eva costretti a lavorare (la scena occupa quattro archi e quindi l'albero diviene l'elemento di simmetria compositiva della scena stessa).
 

Terza lastra:
3° Lastra di Wiligelmo a Modena

La 1ª scena mostra i due fratelli ancora in armonia: e infatti stanno offrendo un agnello ed un fascio di grano a Dio che è posto dentro una cornice. Egli tiene in mano un libro con una scritta significativa: "qui seguitur me non ambulat in tenebris". La posizione centrale di Dio testimonia una simmetria interna che unisce ancora i due fratelli.
Caino uccide Abele: la scena è rappresentata in maniera realistica (visibile nei volti dei personaggi).
Dio rimprovera Caino e lo condanna: "ubi est Abel frater tuus?". Quest'interrogativo e condanna avranno degli effetti visibili nella prima scena della quarta lastra.

Quarta lastra:
4° Lastra di Wiligelmo a Modena

La scena descrive la realizzazione della volontà divina in Caino: la freccia viene scoccata da un cieco e la mano di Dio la indirizza verso Caino: in punto di morte Caino si aggrappa con una mano all'albero (simbolo della possibilità di salvezza divina).
L'arca di Noè è presentata come una basilica con archi a tutto sesto (questa scena ha simmetria sia interna che esterna).
Noè esce dall'arca con i tre figli: si realizza la possibilità di salvezza che Dio aveva offerto nella prima scena.

Il romanico a Modena: il Duomo

Il Duomo di Modena
 

La facciata del Duomo di Modena è impostata con un sistema architettonico di tripartizione a salienti (l'architetto responsabile della costruzione è Lanfranco mentre l'autore delle lastre esterne è Wiligelmo). La disposizione esterna della facciata corrisponde alle tre navate interne: le parti laterali hanno un primo ordine di archi a tutto sesto ulteriormente suddivisi al loro interno con tre archi più piccoli.
Al centro troviamo una struttura nuova ed importante: il protiro d'ingresso. Esso ha la funzione di mediare fra l'esterno pubblico e l'interno privato della Chiesa (si stacca quindi dalla superficie della facciata stessa). Sopra il protiro viene disegnato un rosone monomaterico per dare luce alla navata centrale. Tutta la facciata è stata costruita utilizzando pietra bianca con blocchi di grandi dimensioni.

Concetti generali dell'arte romanica

Introduzione generale
L'arte romanica si sviluppa a partire dai primi decenni dell'anno 1000 fino agli inizi del 1200. Il cristianesimo ormai diffuso e comune a tutta l'Europa provoca uno spostamento considerevole dei pellegrini che volevano visitare i luoghi sacri: si crea così un movimento di persone e di idee che parte dalla Spagna attraversa la Francia, la Germania, l'Italia giungendo a Gerusalemme. In questa maniera le chiese pur essendo ovviamente diverse hanno delle caratteristiche comuni tra di loro.

Caratteristiche fondamentali del romanico
Arco a tutto sesto di matrice romana

Soprattutto in Germania e nel Nord della Francia vengono utilizzati schemi di copertura che prevedono la volta a botte in pietra derivata dall'arco romano.
Prevalenza dei pieni sui vuoti
Nell'arte romanica viene utilizzato un sistema strutturale di tipo lineare continuo formato generalmente da grossi blocchi di pietra (si contrappone al sistema protocristiano di tipo puntiforme).
Sezione dei muri portanti
Il grande spessore del muro consente la creazione di nicchie dedicate al culto dei santi secondari.
Apparato scultoreo esterno alla Chiesa
Durante il periodo romanico vengono posizionate numerose sculture all'esterno delle chiese. Generalmente vengono poste nella facciata principale e sono collegate in modo logico tra di loro per formare un racconto narrativo. Infatti la comunicazione in quell'epoca poteva avvenire tramite un codice non scritto in quanto la maggior parte della popolazione era analfabeta.
La cripta sotterranea
In quest'epoca si comincia a costruire la cripta sotterranea che contiene le reliquie (oggetti appartenuti ai santi) trasportate dai pellegrini nei loro viaggi. Si tratta di un luogo quindi piuttosto protetto per evitare eventuali furti.

Il periodo di Giustiniano: San Vitale a Ravenna

San vitale
 

San Vitale a Ravenna
La chiesa di San vitale è impostata su un involucro ottagonale anticipato da un nartece sullo spigolo. L'interno ha una struttura con 8 pilastri sui quali si aprono 7 piccole esedre; l'ottava manca perché viene sostituita dall'accesso alla zona dell'altare. Ai due lati dell'altare troviamo due importanti mosaici che raffigurano da una parte l'imperatore e dall'altra sua moglie con i loro seguiti. Entrambi i mosaici sono un esempio della sintesi tra potere religioso e potere civile (infatti i regnanti sono raffigurati mentre portano alla messa il pane ed il calice di vino).




Pianta e sezione di San Vitale a Ravenna
Mosaico di San Vitale a Ravenna

La basilica - moschea di Santa Sofia a Istanbul (Costantinopoli)

L'età di Giustiniano (527-567 d.C.)
Giustiniano è un imperatore che proviene da Costantinopoli (attuale Istanbul): questa provenienza influenza in maniera determinante i riferimenti adottati dagli architetti per la costruzione degli edifici sacri.
Il riferimento diventa la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli.

Santa Sofia a Costantinopoli
Interno S. Sofia Costantinopoli
 
Santa Sofia è costruita partendo da un involucro esterno cubico: la perfezione di questa struttura muraria visibile da tutte le parti della città non viene intaccata dall'ingresso che infatti è posto all'esterno e diventa duplice.
All'interno troviamo una cupola centrale impostata su quattro pilastri principali: ai lati si trovano due semi cupole sulle quali vengono costruite tre piccole cupole che hanno la funzione di espandere ulteriormente lo spazio.
Questa concezione architettonica e strutturale complessa la ritroviamo nella chiesa di San vitale a Ravenna.


Sezione S. Sofia Costantinopoli
Pianta S. Sofia Costantinopoli

Chiesa di S. Apollinare Nuovo a Ravenna

S. Apollinare Nuovo (interno)
 

Interno di S. Apollinare Nuovo a Ravenna
L'interno della basilica suggerisce l'idea della processione liturgica non solo con le colonne ma anche con il registro mediano nel quale vengono rappresentati i santi rivolti verso l'altare. Quindi in questo modo viene sottintesa l'idea di direzione da percorrere. Nella parte superiore si alterna la rappresentazione della vita di Cristo con le finestre.

Il Mausoleo di Teodorico

L'età di Teodorico (489-526 d.C.)
Il mausoleo (520 d.C. circa)


Mausoleo di Teodorico
Tra le architetture religiose promosse da Teodorico, la più significativa è il mausoleo costruito per se stesso. La struttura è molto imponente ed è caratterizzata da due piani disegnati a partire da un poligono di 10 lati: le strutture sono però differenti essendo quella inferiore caratterizzata da profonde arcate tridimensionali al contrario di quella superiore dove i lati hanno degli archi complanari. La cupola sempre in pietra di Istria suggerisce l'idea di un solido geometrico perfetto come nella tradizione costruttiva dell'antica Roma.