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sabato 28 gennaio 2012

Politica coloniale italiana

L'Italia compra la baia di Massaua, durante la sinistra storica; prova a conquistare l'Etiopia ma nel 1885 fallisce a Dogali con una sconfitta campale e il governo cade. Crispi riprende l'operato del suo processore nel 1889 con il trattato di Uccialli con l'Etiopia che sembra un lasciapassare per il governo etiope; nel 1890 prima colonia italiana: l'Eritrea; sempre nel 1890 vengono fondate le basi per l'occupazione della Somalia: protettorati ad Obbia e Medsurtini (erano dei sultanati), la conquista completa avverrà solo nel 1905. Crispi ritenta la conquista dell'Etiopia, il Negus rifiuta il concordato e l'esercito italiano subisce un'altra sconfitta ad Adua nel 1896; nel 1911 Italia riuscirà a conquistare la Libia e il Dodecanneso (Rodi, Koss,...).

La politica estera di Bismark

Politica estera
Isolare la Francia per il revanscismo che era temuto. Patto dei tre imperatori, triplice alleanza, trattato di contrassicurazione con la Russia; bisogna congelare le controversie internazionali per rafforzarsi economicamente; solo la pace dà vantaggio economico. Nel 1873 patto tra Germania, Russia e Austria (3 imperatori); alleanza spesso in crisi per i Balcani tra Austra e Russia. Nel 1877-78 guerra russo-turca per repressione turca sui serbi; Russia vince con fatica e impone trattato di Santo Stefano che impone lo smembramento della Turchia e lo stato bulgaro come vassallo russo (proteste dall'Austria e dall'Inghilterra). Bismark placa le acque con un congresso a Berlino nel 1878: logica dei compensi per ristabilire l'ordine; la Germania ottiene investimenti in Turchia (legame con conseguenze tutt'oggi); si forma lo Stato bulgaro con confini ristretti; Bosnia-Erzegovina vengono date ad Austria e Ungheria; Serbia, Montenegro, Romania diventano indipendenti; l'Inghilterra occupa Cipro; la Francia occupa la Tunisia (il Banco di Roma ha degli investimenti e rimane interdetto: proteste in Italia).
Triplice alleanza nel 1882: sciolto il patto dei 3 imperatori nel 1886; Bismark fa un'alleanza con Italia e Austria; l'irredentismo in Italia contro questa alleanza è giustificato dal fatto che l'Austria possiede ancora territori rivendicati degli italiani; il trattato viene rinnovato nel 1887 e verrà rinnovato ogni cinque anni fino al 1915. Questo trattato ha carattere difensivo; nel 1887 prevedeva compensi territoriali all'Italia in caso di espansione austriaca nei Balcani; inoltre prevedeva la possibilità per l'Italia di andare in Nordafrica con l'aiuto tedesco contro i francesi.
Nel 1885 la conferenza di Berlino in cui Bismark media la politica coloniale europea anche con gli Stati Uniti porta a nuove assegnazioni di Stati: Bismark conquista Togo, Cameroun, Africa del sud est, e orientale. Conflitti tra Francia, Inghilterra, Germania: intesa tra Inghilterra e Francia che lascia il Sudan per il Marocco. L'Inghilterra differenzia i suoi possedimenti in colonie, protettorati e Dominions. Le colonie hanno un governo inglese; i protettorati hanno un governo locale però solo formale; i Dominions sono popolati in prevalenza da bianchi e il governo è proprio ma la politica estera è in comune con la madrepatria; in Sudafrica tra il 1899 e il 1902 ci sarà una guerra anglo-boera.

La politica interna di Bismark: il Reich

Bismark
Dopo il 1870 si ha l'esperienza di un lungo periodo di pace in Europa con una serie di trattati molto importanti. Dopo la nascita del Reich: la Prussia ha una posizione dominante su confederazione di 25 Stati che erano parzialmente autonomi con cancelliere che era responsabile di fronte all'imperatore, re di Prussia, capo dell'esecutivo. C'è la presenza di due camere: il Reichstag eletto con suffragio universale maschile per far votare i contadini notoriamente conservatori; il Bundesrat era il consiglio federale che rettificava le leggi dello Stato (anche se era un potere di facciata, quello legislativo). Consolidare stato già forte; l'aristocrazia militare terriera, la borghesia industriale e l'alta burocrazia erano un blocco per far crescere lo stato (neutralizzando l'opposizione). Politica economica per guadagni in agricoltura reinvestiti nell'industria; Bismark appoggia la grande industria per le risorse minerarie in abbondanza; introduce inoltre un sistema protezionistico nel 1879 con dazi doganali; promuove le commesse statali per l'industria soprattutto per le forze armate. Il partito di opposizione, il Kultur Kampf era un partito cattolico di centro che esprimeva il volere del sud e delle minoranze francesi; per arginarlo Bismark fece leggi anti-ecclesiastiche con imprigionamento di vescovi; in seguito mitiga l'atteggiamento con esso e si allea contro il partito socialdemocratico nato nel 1875 a Gotha; Marx non approva quest'ultimo movimento: "Critica al programma di Gotha". Questo partito punta alla lotta parlamentare. Contro questi ultimi socialisti Bismark attua le seguenti azioni: limitazione della libertà personale, di associazione e di stampa (anche per attentati all'imperatore). Tra il 1883 e il 1889 Bismark promulga una legislazione avanzata sul Welfare: assicurazione obbligatoria sul lavoro, malattia, pensioni: si ha un socialismo di stato ovvero di cattedra; quello di Bismark era un riformismo conservatore dello Stato che interveniva sulla libera concorrenza, sulla degenerazione dell'iniziativa privata (teorie di Wagner erano anche più estreme: nazionalizzare il bene sociale). Queste misure non sfavoriscono i partiti d'opposizione che anzi nel 1890 (quando il governo di Bismark finisce) contano questi numeri: 35 deputati dei socialisti e anche centro esce rafforzato.

La politica economica e la fine della destra storica

Politica finanziaria della destra
Per risanare i conti pubblici dopo le guerre del Risorgimento vi è una forte immissione di Bot di Stato ovvero buoni del tesoro il cui ricorso avviene tutt'oggi in modo tale che lo Stato possa avere un prestito di soldi che restituirà all'investitore con interessi. Viene effettuato un corso forzoso del denaro nel 1866: viene emessa in grande quantità carta moneta non convertibile in oro. Fino ai primi del novecento il valore del denaro era legato alla quantità d'oro presente nella Banca centrale. Se viene emesso oro scende il valore della moneta: la politica inflazionaria peggiora la vita delle masse più povere: possono comprare meno di prima.
Alienazione (vendita) di beni demaniali ed ecclesiastici. Politica non così vantaggiosa perché tante furono le terre messe in vendita dal demanio e quindi il prezzo crollò.
Inasprimento delle imposte dirette e indirette; soprattutto su quelle dirette la tassa sul macinato portò ad un aumento del prezzo del pane. Già applicata durante il governo borbonico, viene poi proposta nel 1865 da Sella, suscitando una reazione tale che cade il governo ma nel 1868 viene ripristinata la legge e abolita definitivamente nel 1884. Anche l'importo sul sale, uno dei beni di maggiore necessità in quel tempo per la conservazione di cibi e sui tabacchi viene fatta con un programma di economia per arrivare al pareggio di bilancio, raggiunto nel 1875 anche se facendo aumentare il malcontento popolare. Questo problema porterà ai governi della sinistra storica per la caduta di quelli della destra storica nel 1876.

Dati positivi dell'esperienza della destra storica
Crescita delle infrastrutture e delle ferrovie: nel 1870 l'Italia ha 6000 km di ferrovia.
Creazione di un mercato nazionale che prima non esisteva.
Il Nord è caratterizzato dal capitalismo agrario e salva l'Italia della bancarotta, quindi anche se non uniforme la politica economica della destra ha portato la salvezza delle casse dello Stato.

Lo svolgimento della Questione Meridionale

Questione meridionale
Quando arrivano i garibaldini in Sicilia tutti pensavano che avrebbero avuto le terre borboniche. Con una legge del 1866 si stabilisce che dovevano essere pagate in contanti, mezzo che avrebbe dovuto incentivare i contadini. Vennero invece comprate dai latifondisti che avevano denaro liquido. Nelle regioni borboniche vengono sottratte alla povera gente la possibilità di servirsi dei boschi e dei pascoli, nelle terre ecclesiastiche e anche in quelle di demanio dello Stato; i diritti di Legnatico e Pascolatico vengono sottratti.
L'imposizione di nuove tasse per le guerre e per le spese: sistema di tassazione che colpisce i consumi, non i redditi. Viene introdotta nel 1868 la tassa sulla macinazione del grano, che coinvolge tutti. Le spese fatte dallo Stato nell'edilizia sono concentrate soprattutto al nord, nel Sud Italia non c'è sviluppo del suolo e zootecnico come al Nord.
Non vengono concessi prestiti dalle banche ai contadini. Si sentiva anche l'esigenza di favorire la ferrovia con uniformità di sviluppo nel paese.
Politica libero-scambista: i prodotti del Sud subiscono una doppia concorrenza: da quelli del Nord che costavano meno ed erano stati prodotti con tecniche più avanzate ma anche una concorrenza straniera ad esempio dall'America dove c'erano già le macchine che permettevano una produzione più intensiva e a basso costo. Il risultato è il costo maggiore dei prodotti provenienti dal Sud Italia.

Brigantaggio
Fenomeno che imperversa nell'Italia meridionale soprattutto dal 1861 al 1865, viene estirpato solo introducendo la legge marziale, la legge Pica nel 1863 estesa a tutto il sud; il meridione viene così militarizzato dai carabinieri sabaudi e si ha una specie di guerriglia villaggio per villaggio; il brigantaggio così diventa sostenuto dal mondo contadino, dai Borbone che erano andati in esilio a Roma dalla Chiesa e dal Papa che aveva avuto contatti con i Borbone (volevano tornare al governo del sud). La Sicilia però non partecipa a questo fenomeno; nonostante l'assenza di questo problema in Sicilia c'era già la presenza del fenomeno mafioso. In questa fase i borghesi liberali del Nord si interessano marginalmente al fenomeno del brigantaggio emarginando le masse contadine del sud rispetto al mondo operaio del Nord.

Le riforme della destra storica

Nomi importanti della destra storica: Rattazzi; la Marmora; Sella; Ricasoli; Jacini. Nomi importanti della sinistra storica: De Pretis (capo del governo negli anni '80); Crispi (siciliano ex mazziniano, capo del governo tra gli anni '80 e  '90).
Destra e sinistra rappresentavano entrambe borghesia e aristocrazia con delle minime differenze; la destra rappresentava la borghesia agraria ed aristocrazia; la sinistra rappresentava la piccola e media borghesia, la borghesia industriale emergente e la classe di professionisti. Dalla destra si erano autoesclusi clericali e reazionari. Vengono fatte due inchieste parlamentari in momenti diversi che cercano di chiarire il problema del sud e gli errori fatti dallo Stato centrale nella politica meridionale. Inchiesta Massari svolta dall'omonimo ministro nel 1863 quando c'era la destra storica; inchiesta Jacini, dopo il 1876 quando c'era la sinistra storica.
Per quanto riguarda la questione istituzionale, i primi governi della destra storica scelgono l'accentramento, attuando varie operazioni: viene esteso lo Statuto Albertino in tutta l'Italia si ha quindi la piemontizzazione dell'Italia; vengono inoltre estese tutte quelle istituzioni civili e penali del Piemonte che disciplinano il vivere sociale a discapito della Toscana che era più avanzata del Piemonte da questo punto di vista; il regno diventa uno stato diviso in province, ogni provincia ha un perfetto rappresentante del governo. Le province erano divise in comuni a capo dei quali c'era il sindaco con nomina regia, non eletto dal consiglio comunale. L'amministrazione pubblica viene affidata a funzionari che se non erano piemontesi avevano nonostante tutto una formazione in Piemonte. C'è quindi un processo inverso rispetto al secondo dopoguerra, in cui si ha una nazionalizzazione della burocrazia.
Viene creato un nuovo sistema scolastico nazionale: con la legge Casati del 1859 fatta in Piemonte e poi estesa in tutta Italia che rende obbligatori primi due anni della scuola elementare. Le spese per gli insegnanti e le scuole erano però a carico dei comuni: la legge era spesso disattesa.
Coscrizione obbligatoria: estesa a tutto lo Stato, è una novità per la popolazione del sud. Contribuisce al brigantaggio, poiché i giovani vengono sottratti al lavoro delle campagne e scappano nelle montagna. Sistema di pesi e misure uniformato: sistema metrico decimale.

Il governo della destra storica: questioni da risolvere

Roma viene proclamata capitale d'Italia nel 1861 nonostante non facesse parte ancora del territorio italiano.
I primi governi del regno dal 1861 al 1866 sono governi in cui i capi sono rappresentanti della destra storica non ci sono partiti ma schieramenti parlamentari (destra e sinistra storica). Non ci sono grandi divergenze tra le due parti poiché rappresentano gli interessi delle stesse persone ovvero dell'aristocrazia e della borghesia, dei gruppi d'elite della popolazione quindi possessori di terre e di capitali. Il numero di elettori era molto limitato come nel regno sabaudo: il suffragio era ristretto e su base censitoria. Il fatto che non ci fossero differenze tra le due ali del Parlamento porta ad una separazione tra paese reale e legale. Il paese legale rappresenta solo una parte di quello reale. La legge elettorale infatti da diritto di voto ai cittadini di almeno 25 anni che sapessero leggere e scrivere e che pagassero imposte dirette di lire 40, quota piuttosto alta. Gli elettori erano circa 400.000, gli appartenenti al ceto benestante. L'80% degli italiani era analfabeta.
 

Questioni da risolvere
  • Questione Istituzionale: bisognava decidere come organizzare lo stato nascente: se accentrare o decentrare. Nelle varie regioni d'Italia c'erano codici penali e civili differenti, eserciti diversi, monete e misure diverse. La destra e la sinistra si dividono. La destra è favorevole all'accentramento, così il potere locale non esasperava le differenze, come predicava Cavour. La sinistra invece era favorevole al decentramento, lasciando autonomie locali come nel pensiero di Cattaneo; inoltre voleva anche l'allargamento del suffragio elettorale. In questi anni prevale la linea della destra.
  • Questione finanziaria: nasce dall'arretratezza del mezzogiorno rispetto al Nord. Questo squilibrio economico ha varie cause tra cui una struttura agraria diversa: al sud è ancora presente in gran parte il latifondo e un'agricoltura estensiva; al Nord invece il capitalismo aveva portato grossi investimenti in un'agricoltura intensiva. Al sud i contratti agrari erano ancora basati sul baratto; la popolazione è ancora martoriata da malattie quali la pellagra, la malaria, il colera. Il fenomeno del brigantaggio interessa le regioni al di sotto della Campania ma non la Sicilia; questo fenomeno di natura sociale inasprisce la questione economica. La presenza di un alto tasso di analfabetismo soprattutto al Sud creava un problema per lo Stato centrale.
  • La questione veneta nel 1861 faceva ancora discutere ma verrà risolta nel 1866.
  • La questione romana divise il Parlamento: la destra voleva risolverla per via diplomatica per arrivare ad una soluzione al conflitto con la Chiesa; la sinistra invece proponeva una soluzione veloce anche se necessitava l'uso della forza.
  • Rapporti con la Chiesa: la Chiesa non accettava proposte liberali quali: tolleranza di altri culti religiosi; controllo dell'istruzione pubblica appartenente allo Stato e quindi laica; diritto matrimoniale come questione di Stato e non di chiesa; perdita del potere temporale sullo Stato della Chiesa; libertà di stampa.

Il positivismo nella cultura e nei lati oscuri

In questo periodo vengono fatti grandi progressi in medicina, tecnologia e grandi esposizioni. C'è un grande ottimismo nell'aria infatti i positivisti ritengono che tutti i problemi possano essere risolti con la scienza e la sociologia (fisica della società). Per tutto l'ottocento e i primi anni del 1900 il positivismo pervade la società europea che influenza in vari ambiti. Tra le due guerre mondiali però ci si rende conto dei limiti del positivismo e dei suoi drammi (le nuove tecnologie militari, bombardamenti, eccidi). La scienza non è solo quello che gli scienziati hanno fatto credere. Si pone quindi in una fase esistenzialista contrapposta al positivismo: precarietà e fragilità della vita dell'uomo rispetto al positivismo. Con il colonialismo e l'imperialismo gli uomini si esaltano; la Francia ha possibilità di fare studi sul campo studi sulla lingua, sulle parentele etnico-linguistiche.
In Italia il positivismo si impone presto ma viene poi sostituito dal neo-idealismo guidato da Croce e Gentile. Nel 1866 il ministro dell'istruzione vara una legge in cui inserisce nei programmi scolastici le materie scientifiche, insegnate attraverso il metodo sperimentale (in Italia finora c'era solo cultura umanistica). In Italia non ci sono eccessi come il razzismo presenti sia in Francia che in Germania. Gobineau è considerato uno dei padri del razzismo che da lui viene teorizzato. Le sue teorie si intrecciano con quelle di Darwin. Nel "Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane" del 1855 egli sostiene la superiorità della razza bianca attraverso la selezione operata dalla natura e dalla storia. Spencer introduce l'idea di evoluzione, come spiegazione della realtà nel suo complesso, in ambito della conoscenza. Darwin si sofferma più sulla teoria biologica. La specie si evolve nel tempo in una lotta per la sopravvivenza. Non è colpevole di fornire idee al razzismo, ma dà origine a un filone di idee, il Darwinismo sociale, offrendo la giustificazione sociale del prevalere dei forti sui deboli come accade in natura. Il colonialismo è giustificato anche da queste teorie poiché gli europei sono meglio degli altri: devono perciò portare la cultura, anche con la violenza. Gli effetti di queste teorie e queste azioni si noteranno con evidenza nel 1900.

Introduzione al pensiero del positivismo

Il modello sono la scienza e la fisica, che esprimono con leggi l'uniformità della natura per via delle sue relazioni di causa-effetto. In questo modo si può prevedere e si può arrivare a prevenire. In quel periodo nascono anche scienze intorno all'uomo che prima appartenevano soltanto alla filosofia; un esempio può essere l'antropologia, la psicologia e la sociologia che hanno un padre comune in Comte colui che fonderà le basi del positivismo. Tutte cercano di applicare il metodo della fisica alla psiche umana; si parlerà anche di statica e dinamica sociale. Il positivismo coinvolge diversi ambiti del sapere tra cui il diritto e la letteratura. Il narratore pretenderà di rimanere nascosto, estraneo ai fatti che narra e di fare una fotografia della realtà senza intervenire con i suoi commenti; da ciò nasce il verismo in Italia e il naturalismo in Francia. Per quanto riguarda invece il diritto il positivismo avrà influenze in diversi aspetti. Una persona quando nasce in un certo contesto economico, culturale, sociale seguirà di necessità sia biologica che sociale il suo destino già prescritto nella sua nascita. Si può quindi stabilire come l'uomo si comporterà e quindi prevenire le sue azioni anche in campo sociale. Si comincia a capire che bisogna studiare la psicologia sociale; bisogna capire come l'uomo si comporta quando è con gli altri rispetto a quando è da solo. Non è previsto il libero arbitrio del singolo ma tutti si comportano nello stesso modo nelle stesse situazioni e nello stesso contesto. In questo modo la libertà non c'è più, di necessità l'uomo si comporta solo in un certo modo.