La prima parte della sua vita è la più interessante poiché il personaggio è più vivace.
Introduzione all'operaVuole distinguersi dalle altre autobiografie e non vuole essere falso modesto: lui è innamorato di se stesso e crede che gli altri leggendo possano trarne vantaggio. Inoltre è meglio che la biografia la scriva direttamente chi ha vissuto tale vita. Cerca di promettere di parlare in modo oggettivo e di non dire falsità (anche se non dirà tutta la verità). Divide l'opera in cinque parti corrispondenti alle età. Si scusa in anticipo per i probabili discorsi inutili soprattutto nella parte della vecchiaia. Promette di scrivere con il cuore e non con il cervello.
Reminiscenze dell'infanzia
Si è in presenza di un ricordo involontario (memoria sensoriale che rievoca fatti passati). Alfieri dice che è un fatto non rilevante ma interessante per analizzare il funzionamento della mente umana.
Primi sintomi di un carattere appassionato
Sono due episodi che non hanno molto in comune ma sono interessanti dal punto di vista psicologico. Nel primo Alfieri da bambino si innamora di giovani frati per la loro apparenza e le loro movenze. Durante l'infanzia si compiono atti senza senso provocati dall'istinto che si cerca di comprendere solo successivamente.
Nel secondo la logica del bambino è strana, non razionale; vuole provare cose nuove ma non sa quel che fa. Non riesce a sopportare la sua malinconia, comincia a mangiare erba senza sapere perché e con conseguenze che non saranno piacevoli.
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lunedì 2 maggio 2011
lunedì 25 aprile 2011
Introduzione a Vittorio Alfieri
Questo è considerato un periodo preromantico in cui le passioni cominciano ad essere riscoperte in una maniera abbastanza confusa senza fini di utilità. Il mondo è però ancora fermo con le idee illuministe e gli "eroi" preromantici vedono ciò come una sfida, una battaglia.
Vittorio Alfieri
È un autore particolare: è specializzato in tragedie teatrali di tipo greco. La particolarità di queste opere è la presenza di un eroe che per la libertà si oppone al tiranno (concetto post-illuminista). Il linguaggio è solenne, fin troppo; non sono molto rappresentabili e non hanno avuto molto successo.
L'opera interessante è la sua autobiografia: libro di memorie pienamente pre-romantico. Alfieri nasce in Piemonte nel 1749 da famiglia nobile e ricca; il suo destino è quindi segnato: il Piemonte è uno staterello poco importante di montagna. Alfieri quindi è destinato a divenire un cavaliere ma si presenta come indisciplinato e stupido, ha un brutto rapporto con la famiglia. All'inizio ha grossi problemi con l'italiano; a 16 anni finita la scuola ottiene un permesso e si fa un "Grand Tour" (viaggio che i giovani dell'epoca facevano in giro per l'Europa) in Europa dalla Spagna alla Russia stando in carrozza, fregandosene di ciò che vedeva. Vive vicende sopra le righe. A 24-25 anni torna in Piemonte e decide di cominciare a scrivere per vocazione. Comincia a studiare più o meno da zero ma non ha voglia di studiare: il suo servitore ha l'ordine di legarlo alla sedia e mettergli i libri davanti. Studia latino, greco, italiano, teatro. Nelle prime tragedie sbaglia anche la metrica; lentamente comincia ad affermarsi come grande letterato e ad un certo punto regala tutti i suoi beni materiali a sua sorella in cambio di una pensione di mantenimento; lascia il Piemonte e va a vivere a Firenze da una certa Luisa Stolberg. Morirà nel 1803 e sarà sepolto a Santa Croce.
Vittorio Alfieri
È un autore particolare: è specializzato in tragedie teatrali di tipo greco. La particolarità di queste opere è la presenza di un eroe che per la libertà si oppone al tiranno (concetto post-illuminista). Il linguaggio è solenne, fin troppo; non sono molto rappresentabili e non hanno avuto molto successo.
L'opera interessante è la sua autobiografia: libro di memorie pienamente pre-romantico. Alfieri nasce in Piemonte nel 1749 da famiglia nobile e ricca; il suo destino è quindi segnato: il Piemonte è uno staterello poco importante di montagna. Alfieri quindi è destinato a divenire un cavaliere ma si presenta come indisciplinato e stupido, ha un brutto rapporto con la famiglia. All'inizio ha grossi problemi con l'italiano; a 16 anni finita la scuola ottiene un permesso e si fa un "Grand Tour" (viaggio che i giovani dell'epoca facevano in giro per l'Europa) in Europa dalla Spagna alla Russia stando in carrozza, fregandosene di ciò che vedeva. Vive vicende sopra le righe. A 24-25 anni torna in Piemonte e decide di cominciare a scrivere per vocazione. Comincia a studiare più o meno da zero ma non ha voglia di studiare: il suo servitore ha l'ordine di legarlo alla sedia e mettergli i libri davanti. Studia latino, greco, italiano, teatro. Nelle prime tragedie sbaglia anche la metrica; lentamente comincia ad affermarsi come grande letterato e ad un certo punto regala tutti i suoi beni materiali a sua sorella in cambio di una pensione di mantenimento; lascia il Piemonte e va a vivere a Firenze da una certa Luisa Stolberg. Morirà nel 1803 e sarà sepolto a Santa Croce.
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