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giovedì 13 settembre 2012

Kierkergaard: la filosofia dell' esistenza

La vita è possibilità non necessità. La morte è uno scoglio insormontabile. La scelta chiude le altre strade della vita. Tre stili (stadi) di vita (no dialettica): estetico, etico, religioso. Kierkegaard spiega ogni stadio attraverso un personaggio rappresentativo e un modo di vivere il tempo.
Lo stadio estetico è rappresentato dalla figura del seduttore Don Giovanni. In questo stile di vita si vive nell'attimo, si colgono tutte le differenze: tutto è occasione per fare nuove esperienze. Il seduttore è colui che riesce a cogliere le differenze; ogni attimo è speciale. Chi vive così però è condannato a vivere in un'uniformità di emozioni: ogni cosa da stupore; si arriva all'isterismo dello spirito. Il seduttore dovendo andare alla ricerca di esperienze sempre nuove vive l'angoscia: si trova difronte al nulla (assenza di determinazioni).
Lo stadio etico è caratterizzato dalla figura del marito fedele; si rimane fedeli alla scelta sia essa giusta o sbagliata, la scelta vive una continuità. Si crede di scegliere ma in realtà sono le occasioni che scelgono le persone. Si arriva a setenziare che è meglio scegliere il negativo piuttosto che non scegliere. L'uomo etico non può essere rimproverato da nessuno nemmeno da Dio. Questa presunzione di riuscire a salvarsi con le proprie forze è il male in senso religioso; si compie un atto di superbia, non si ha bisogno neanche di Dio (questo ha valore di peccato). L'uomo etico accetta ogni aspetto della sua vita, anche gli aspetti negativi; questo porta alla disperazione e quindi allo stadio religioso.
La vita religiosa pone la salvezza all'esterno dell'uomo. La verità non è assoluta ma particolare, singola, personale. La vita religiosa non è la sintesi degli stadi precedenti. Kierkegaard si abbandona al linguaggio che gli fa dire qualcosa di tragicoma forse relativistico: ogni individuo ha il suo punto di vista, non esiste un pensiero, un punto di vista superiore.Dal caos però emerge una convinzione, un qualcosa che corrisponde a Dio: la fede che prova Abramo verso Dio. C'è una contraddizione: Dio proette una stirpe ma ordina ad Abramo di uccidere l'unico figlio; la fede è assoluta solitudine della decisione, neanche la logica può aiutare.

Kierkegaard: Introduzione a pensiero e opere

Kierkegaard ha avuto una vita travagliata condizionata dalla sua filosofia timorosa delle scelte. Compie gli studi in seminario ma non diventa pastore; si fidanza ma lascia la sua promessa sposa appena prima del matrimonio; non sceglie un'occupazione per la sua vita. Vive sempre in un punto morto (punto zero) nel momento di scegliere. Kierkegaard critica con forza il razionalismo di Hegel e viene definito come "anti hegeliano irrazionalistico religioso": è un esempio di fideismo. Kierkegaard crede perchè è assurdo, paradossale; l'esistenzialismo del 1900 riprenderà i suoi pensieri. Scrive in danese, che non è una lingua filosofica; questo sarà motivo di discussioni su ciò che voleva veramente esprimere con la sua filosofia. Scrive di un castigo disceso sulla sua famiglia che dovrebbe essere il tradimento del padre con una serva. Segue le lezioni di Schelling; importante è il tema dell'ironia. Scrive in modo non metodico; la sua opera "aut-aut" è significativa poichè Hegel faceva sintesi mentre lui parla di scelta (o ciò oppure altro) senza un reale superamento, ma attraverso un salto. Diversifica l'angoscia dalla paura e questa dalla disperazione. 


Opere: Aut-Aut; Diario di un seduttore; Timore e tremore (differenza tra questi termini: il tremore è ciò che si prova difronte a Dio); Briciole filosofiche; Il concetto dell'angoscia; La malattia mortale; L'esercizio del cristianesimo.