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domenica 18 dicembre 2011

Orazio: Odi, Inverno godi il presente

Inverno: godi il presente (Carmina 1, 9)
"Guarda come sia candido il Soratte a causa dell'alta neve e come ormai non sostengono più il peso di essa le selve affaticate e vedi come i fiumi si siano bloccati per l'acuto gelo. Dissolvi il freddo ponendo con abbondanza la legna sul fuoco e versa con più abbondanza, o Taliarco, il vino puro di quattro anni dalla Sabina. Tutto il resto lascialo agli dei, qui gli dei non appena hanno placato i venti tempestosi sul mare in burrasca nè i cipressi nè i vecchi olmi sono più agitati." Non ci si può opporre al destino o al volere degli dei; ci si accontenta di una dimensione ritirata. "Ciò che è destinato a essere domani, non domandartelo, e ciò che ti darà la sorte in giorni contalo tra guadagni, né ragazzo disprezza i dolci amori né le danze fino a quando rimane lontana da te, giovane e forte, la brontolona vecchiaia. Adesso si cerchino le piazze e il campo Marzio si cerchino i lievi sussurri durante la notte e si cerchi il gradito riso della ragazza nell'angolo più appartato e si ricerchi il pegno strappato da un dito che resiste solo per finta."

Il romanzo gotico: Mary Shelley, Frankenstein

Si può considerare il punto di partenza dell'odierno genere horror.
 

Mary Shelley: Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno
Leggenda vuole che il romanzo sia nato da un incontro di letterati che si sfidano a costruire una storia gotica.
Frankenstein è uno scienziato affascinato dal mistero della vita e decide di provare a fabbricare una creatura vivente. Ci riesce ma prende paura e scappa; la creatura erra per le terre e dopo varie peripezie reincontra il suo creatore sul Monte Bianco. La creatura accusa Frankenstein di averlo abbandonato al suo destino di solitudine che lo ha reso ostile e demonico. Frankenstein dopo un po' accetta di ascoltarlo. La creatura all'inizio non capisce perché gli umani lo evitino e cerchino di fargli male; questo comportamento lo porterà a corrispondere l'atteggiamento negativo. L'autrice spiega il suo apprendimento della lingua attraverso l'artificio: la creatura aveva imparato a leggere e parlare stando vicino ad una capanna dove un giovane stava insegnando la sua lingua ad una giovane turca; in questa capanna abitava anche un vecchio cieco a cui la creatura cerca di presentarsi e incomincia una conversazione; tornato a casa il giovane (vedente) questo cerca di ucciderlo è la creatura scappa. La vendetta della creatura si avvia con l'uccisione del nipote di Frankenstein. La creatura gli propone di fare una sua compagna che possa essere di compagnia; lo scienziato all'inizio accetta ma in seguito ha dei rimorsi e non completa il patto. Frankenstein abbandona il mostro e si sposa ma la creatura ritorna e gli ammazza la moglie. C'è un inseguimento sui ghiacci polari che culmina con la morte di Frankenstein e un monologo della creatura.

Il romanzo nel 1800

Il romanzo prende il sopravvento nella letteratura; François Rabelais, "Gargantua e Pontagruel": visione rinascimentale dell'uomo, visione corporea. Miguel de Cervantes, "Don Chisciotte". È una narrativa che si basa sull'invenzione scatenata di storie che non hanno l'obbligo di essere verosimili. Cavalcando l'onda del "Don Chisciotte" molti scrittori scrissero continuazioni della storia a cui alla fine risponderà lo stesso Cervantes con la versione ufficiale della continuazione.
Letteratura inglese: Daniel Defoe, "Robinson Crusoe"; Samuel Richardson, "Pamela, ovvero la virtù premiata" (ripreso varie volte anche in tv: "Elisa di Rivombrosa"). La società è in forte sviluppo e la gente comincia a leggere per diletto o interesse. Il romanzo deve dare un senso di realtà; l'ambiente deve essere riconoscibile; il genere deve essere chiaro e distinguibile.
Il genere gotico è molto diffuso soprattutto in Inghilterra, storie horror; genere storico con Walter Scott che ambienta nel medioevo le sue storie di assedi, tornei, amori. In Italia Manzoni è l'esponente più importante soprattutto per i suoi romanzi storici; cerca di essere più fedele possibile ai fatti storici. Nel "La colonna infame" riesuma le carte di un processo per raccontare fedelmente la storia di persecuzione ingiusta degli untori: lo scopo è la dimostrazione dell'ingiustizia subita dei condannati. In Francia ci sono i romanzieri sociali che cercano di raccontare la loro società: Honoré de Balzac scrive moltissimo e decide di raggruppare i suoi romanzi in un ciclo narrativo con i personaggi che saltano da una storia all'altra. In Balzac il denaro è un aspetto fondamentale di ogni personaggio. Standhal mostra la società dal punto di vista politico e l'influenza del sistema politico nella vita dei personaggi.
Molti autori scrivono per i giornali pubblicando le storie a puntate facendo aumentare la tiratura dei giornali; queste storie dovevano avere colpi di scena costanti per mantenere l'audience. Gli aiutanti dello scrittore erano i "negri" o "ghostwriter". Charles Dickens è un altro autore che comincia scrivere per i giornali e diventa scrittore a livello mondiale.
Il realismo cade nell'epoca del positivismo: il narratore si nasconde e scrive la storia senza influenzarla nel modo più veritiero possibile; Emile Zola è il fondatore di questo stile. Verga è importante per i racconti e romanzi che diventano caposaldi della letteratura italiana.

Il Risorgimento: Lo Stato unitario

Le province sono il mezzo dello Stato per la centralizzazione del potere: il prefetto presiedeva la provincia e consigliava i sindaci al re che li nominava. Il prefetto si assicurava che i provvedimenti locali fossero in concordia con le direttive nazionali. La tradizione prefettizia viene dalla tradizione francese della seconda monarchia assoluta napoleonica. C'era un piccolo contrasto tra le nomine dall'alto e i suffragi ristretti per l'elezione dei consigli comunali e della camera dei deputati.
Cavour ha semplicemente sistemato i problemi della sua epoca in Italia; ha messo lo Stato sui binari giusti. Cavour ha viaggiato molto e ha conosciuto gli altri paesi tra i quali Francia, Belgio e Inghilterra rimanendo influenzato dalle idee di Stato in Europa. L'Italia fino ad ora era spettatrice in Europa; ora l'Italia è passata ad una mentalità più progressista e laica dello Stato. Questi valori erano in minoranza nella popolazione ma hanno portato alla formazione di una classe borghese servitrice dello Stato.

La destra storica: la questione meridionale e il brigantaggio

L'economia del Sud è caratterizzata dal latifondo; i contadini erano poverissimi. Questo stato di povertà provoca un odio sociale tra classi e il fenomeno del brigantaggio. Nel meridione ci sono due classi: galantuomini e nullatenenti. La mezzadria del centro Italia era migliore rispetto al latifondismo del Sud per la prevenzione del brigantaggio. Nel Nord Italia era presente una mentalità più capitalista ma in Veneto e Friuli c'era più mezzadria, era una zona considerata depressa. Il brigantaggio è causato dalla disperazione di non avere di che sussistere; in Abruzzo dove c'era la possibilità di un lavoro in Lazio il brigantaggio era meno diffuso. Il brigantaggio è conseguenza delle condizioni sociali ed economiche non delle condizioni naturali. Manca il ceto medio e quindi l'odio tra classi è accentuato tra le uniche due esistenti. Invece di rimediare curando si è intervenuti drasticamente con interventi militari che sono stati una piaga.

Hegel: fenomenologia dello spirito

La coscienza filosofica è quella che sa che pensiero e realtà coincidono. La coscienza comune afferma che la realtà è estranea al soggetto pensante. La fenomenologia non è una filosofia del metodo preliminare come in Cartesio; Hegel è contrario a questo tipo di filosofia. Non bisogna distinguere il discorso sul metodo dalla filosofia poiché quando si parla di metodo si fa già filosofia. Non si insegna a nuotare con lezioni teoriche ma pratiche; così in filosofia: bisogna buttarsi direttamente sul campo. Lo scopo: far vedere come la coscienza comune attraverso delle tappe (figure) arriva alla coscienza filosofica. L'uomo comune diventa consapevole del rapporto tra sé e il di fuori: il pensiero produce la realtà che è sia fuori di noi che dentro.
La fenomenologia è una specie di romanzo di formazione di cui la nostra coscienza è il protagonista. C'è un doppio percorso: coscienza individuale e storica che si interscambiano figure negli scritti di Hegel: tutte e due concludono nella coscienza filosofica. L'ontogenesi ripete la filogenesi: l'individuo nel suo sviluppo della coscienza ripercorre le tappe dell'umanità nella sua storia. Si parte dal realismo per arrivare all'idealismo (equivale all'operato di un filosofo nella sua vita ma anche dell'umanità, per Hegel); i greci erano realisti come tutti all'inizio, si è poi arrivati all'idealismo che è il punto d'arrivo per tutti.
Fenomeno: ciò che appare; la coscienza percorre tappe che sono apparenti, ideali, astratte, false, finite se estrapolate dal contesto. L'unica realtà è il processo nella sua interezza; il vero, il concreto è la coscienza filosofica che è il punto d'arrivo. Le diverse figure sono tappe ideali che sono momenti che la coscienza fa di sé.

Le strutture logiche del pensiero rispecchiano una lingua.

Hegel: la ragione è la realtà

Il finito è risolto nell'infinito; prima si affermava che l'infinito esiste perché c'è il finito; Hegel afferma che l'infinito è il primum cioè la causa dell'esistenza del finito. Il vero è l'infinito, l'intero (essenza che si completa mediante il suo sviluppo), la totalità. "Tutto ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale": affermazione speculativa. Pensiero ed essere coincidono quindi anche razionale e reale; "l'idea o ragione che è lo spirito come automovimento è identità di ragione e realtà"; la ragione non è astrazione ma è la forma stessa della realtà ed è identità di essere e dover essere: ciò che esiste è ciò che razionalmente esiste. La ragione governa il mondo e lo costituisce; il logos è lo scheletro autostrutturantesi della totalità.
Ciò che è reale è razionale poiché la realtà non è caotica ma frutto di una struttura razionale: si manifesta in maniera inconsapevole nella natura, consapevole nell'uomo. La filosofia giustifica ciò che esiste: prende atto della realtà e ne comprende le strutture razionali; la filosofia è la "nottola di Minerva" che inizia il volo quando la realtà è finita, completata, al crepuscolo. Ottimismo storico per il giustificazionismo razionale della realtà. Gli aspetti accidentali non meritano di essere osservati poiché non sono realtà razionali; sono possibili, non reali come l'intende lui, poiché non seguono la triade dialettica.

Idea (in sé, fuori di sé, in sé e per sé).
In sé è la logica (tesi); fuori di sé si aliena, si oggettiva (antitesi); in sé e per sé è l'idea che torna in sé stessa (sintesi). L'idea è pensare ed essere insieme (valore greco), una coincidenza di pensiero e realtà. Il ritorno (in sé e per sé) è consapevole dell'uscita (fuori di sé) e quindi più forte. La dialettica in Kant è usata in senso negativo; Hegel recupera la concezione platonica in cui la dialettica era la somma via per l'assoluto, con Hegel diventa la strada della ragione.
Questa dialettica è infinita? Per alcuni (destra hegeliana) la dialettica termina ad un certo punto, per altri (sinistra hegeliana) la dialettica è infinita (anche se Marx pone un termine con il comunismo). Le divisioni nascono in ambito politico e religioso: la destra legge un termine con la formazione dello Stato tedesco, la sinistra no; la religione è caratterizzata dall'ateismo tecnico della sinistra che svaluta la religione come un mito, la filosofia prende quindi il suo posto, la destra invece dice che religione, arte e filosofia danno lo stesso messaggio e sono sullo stesso piano.

mercoledì 14 dicembre 2011

Introduzione alle avanguardie storiche nell'arte

  • Significato del termine. Unione di due termini: avanguardia vuol dire qualcosa che va oltre, storica vuol dire qualcosa di antico. Avanguardia poiché è un movimento nuovo di opinione; storico perché è già stata condotta una ricerca critica e quindi viene catalogato nel passato.
  • Rottura con il linguaggio classico. Il linguaggio classico è inadeguato alle nuove domande: l'inconscio porta nuovi campi di indagine. Freud è fondamentale perché volta pagina.
  • Non più realtà unica. Nel 1905 Einstein con la sua teoria della relatività investe tutti i campi del sapere mettendo in crisi le teorie illuministe positiviste (certezza nella spiegazione).
  • L'arte non è più imitazione della natura. L'arte non imita più il fenomeno, ma altro. Nel 1800 l'artista riproduceva in vari modi l'oggetto; il legame della riproduzione si spezza. Si indaga la relazione che l'oggetto ha con le intorno e con il soggetto; la rappresentazione è l'interazione tra soggetto e spazio (compreso l'artista).
  • Cambia il quadro visivo. Non si utilizzano più elementi geometrici, simmetrie, bilanciamenti, assi,... il quadro visivo era il principio d'ordine assoluto; il soggetto non è più rivelato completamente ma solo rappresentato in parte, il resto sta alla nostra immaginazione. La nuova opera quindi è allargata ad una misura soggettiva: servono nuovi strumenti di indagine.
  • Cambia il fine ultimo dell'arte. Ora si indaga il sentimento umano indipendente dalla persona che lo genera; è un passo oltre l'esperienza del sublime romantica in cui c'era la presenza umana. C'è un dibattito tra necessità della persona o meno: la cosa è quasi totalmente staccata da chi la genera.
  • Gli artisti si riuniscono in gruppi (Movimenti). Nel passato ogni artista faceva le sue opere rimanendo poi all'interno di un perimetro; ora invece questi gruppi hanno prodotti manifesti: redatti da studiosi, critici, artisti. Prima avviene lo studio analitico; dopo, l'opera è il portato di una precedente classificazione. Prima si organizza il pensiero poi in base a ciò si produce l'opera d'arte. La pratica dei manifesti continua anche fino ad oggi; se non da manifesti la nuova arte è preceduta da scritti teorici.

venerdì 2 dicembre 2011

Pirandello: La trappola, Il treno ha fischiato

La trappola
C'è un pensiero sottinteso che crea una tensione nel racconto; si percepisce un qualcosa di oscuro. Il personaggio è intrappolato in una situazione in cui è infelice e non accetta la sua condizione. È presente l'idea di vita e di forma nel senso negativo: la prima forma che prendiamo è quando si nasce. La trappola in cui siamo finiti esiste perché esistiamo: quando siamo in un luogo non possiamo essere in un altro. Il personaggio prova a uscire dalla trappola cambiando aspetto o non mantenendo una coerenza nello spirito. Si passa a criticare la generazione di una nuova vita in quanto tale poiché i due genitori mettono in trappola il nascituro che è felice finché è giovane. L'immagine finale del padre è il risultato finale della trappola in cui il corpo è completamente consumato.

Il treno ha fischiato
La situazione all'inizio sembra comica poi dalla metà del racconto parte l'indagine per svelare le motivazioni di questa reazione. Anche nella narrazione si vive l'esperienza di Belluca di oppressione in quanto c'è un'ampia parte di descrizione di luoghi chiusi poi nel finale tutto si spiega e lo scenario si apre. L'avvertimento del contrario è il fatto che Belluca sembra sia impazzito, quando in realtà ha semplicemente scoperto il mondo. L'indagine è svolta da un vicino di casa che si presenta verso la metà del racconto; una situazione per essere capita deve essere osservata da tutti i lati possibili, specialmente quelli vicini. Serve una persona che conosca il soggetto per capire le sue possibili "pazzie".

Federico Tavan: il diverso normale

Federico Tavan
Poeta contemporaneo, è sempre vissuto in Friuli e scrivere in friulano. Pubblica soprattutto attraverso l'associazione Menocchio (a Montereale, in Valcellina). Menocchio Scandella era un mugnaio del 1500 che fece notizia per una sua teoria cosmologica che gli costò un processo davanti all'inquisizione e finì al rogo. Carlo Ginzburg (storico del 1900) trovò le notizie di questo processo, rimase affascinato e scrisse un libro su questo personaggio, una ricerca sulla biografia di Menocchio: "Il formaggio e i vermi".
Tavan nasce ad Andrèis e vive tuttora lì; fin da giovane ha problemi mentali con varie reclusioni in manicomio. Ha cominciato a scrivere diventando un poeta marginale ma di livello notevole.
Catordes ans (Quattordici anni): Espressione fulminante di un bisogno necessario di vivere la vita, di fare cose pazze; un piccolo ambiente ma un'esplosione di desiderio.
Maledeta chê volta (Maledetta quella volta): Maledice quando ha cominciato scrivere poiché scrive perché non sta bene con se stesso.
Film: Ci si distrae un attimo nella vita che si è già cambiato il proprio film che si stava vivendo. È una riflessione sui problemi della sua malattia che gli provoca visioni e illusioni.
Ho dato calci: La sofferenza gli dà alla testa: non può mutare la sua condizione; si nota una certa consapevolezza del proprio stato.
Indavour Indenant In banda (Dietro Davanti In parte): Lui sceglie di stare in parte rispetto al flusso della vita degli altri che passa inesorabile; lui può stare da parte senza che gli altri ne siano influenzati.
Fèrmete (Fermati): Tutto è più elementare di come noi lo complichiamo.
Penseir pa' la fin da'l an (Pensiero per l'ultimo giorno dell'anno): Perché bisogna fissare un determinato momento? La vita è un fiume che nel suo corso porta avanti i sassi senza farsi domande.
Cê prôvi (Cosa provano): Il poeta si chiede cosa provano le persone normali nelle varie azioni della vita; in quanto normali proveranno le cose in modo diverso, normale.
Poeta: È un cane che abbaia e non morde (un cocker da salotto), sempre con la rima giusta.
Letera ai biei e sans (Lettera ai belli e sani): ciò che si sperava nel 2000 non è arrivato; visto che ciò che doveva fare è già stato fatto e ciò che doveva dire è già stato detto, Tavan parlerà dei matti; i matti sono altro, sono qualcosa al di fuori di se stessi. La normalità che noi consideriamo scontata non è così solida.
Genocidio: I matti spariscono a colpi di psicofarmaci, l'unico che resiste è lui.
Fadîa (Fatica): È faticoso portare gli altri a vedere la condizione di diversità in cui vive; non si capisce dalla scuola perché si è matti; il suo modo di vivere non fa male a nessuno, non impedisce a nessuno di vivere la propria vita.
Pal gno ben (Per il mio bene): quando morirà, quelli attorno faranno finta che quello sia lui.
La Nâf spaziâl: racconto simile a "La sentinella" (racconto fantascientifico di Fredrick Brown); gli umani sono come gli alieni.

Elsa Morante: la felicità nella società moderna

Elsa Morante
Il mondo salvato dai ragazzini (1968)
C'è una vena di particolare polemica nei confronti della società. Il libro è organizzato in modo strano: storie teatrali, poesie, racconti.
I Felici Pochi e gli Infelici Molti (F.P. - I.M.)
La felicità non esiste e quindi se qualcuno è felice appare strano e quindi molte volte viene perseguitato. Pone alcuni nomi come esempio: Spinoza, Gramsci, Giordano Bruno, Mozart, Giovanna d'arco, Giovanni Bellini, Platone, Rembrandt. Essere felici vuol dire essere emarginati, esclusi dalla società. La condizione felice non si basa sui desideri o sui fini delle azioni ma è completamente libera; gli altri sono in una condizione di servilismo che è odiosa. Per i felici non ha senso trovare un senso della vita poiché il finalismo è una sovrastruttura posta dalla società.

lunedì 28 novembre 2011

Orazio: Satire, L'incontentabilità umana

Satire, L'incontentabilità umana (1,1-12,106-119)
Orazio vuole dare l'impressione di improvvisare nella sua scrittura ma alle spalle c'è un ampio "Labor lime".
Tutti nel mondo si lamentano, ma se tutti avessero ciò che vogliono si lamenterebbero lo stesso. "Est modus in rebus": ci vuole misura in tutte le cose; la vita deve restare entro determinati limiti. Ognuno è invidioso di altre condizioni che crede siano migliori ma arrivato a quelle vede sempre solamente i lati negativi della situazione.

Introduzione ad Orazio: vita, temi e opere

Compie un tentativo di vita epicurea anche nella scrittura; non filosoficamente come Lucrezio ma con tono più leggero. La sua poesia parla della saggezza in modo umano, semplice. Parla spesso del suo passato, in questo modo si hanno molte informazioni sulla sua biografia.
Nasce nel 65 a.C. a Venosa (nella zona della Lucania, una colonia romana); figlio di un liberto. Ha un buon rapporto con suo padre che capisce le potenzialità del figlio e molla le sue attività per portarlo nelle migliori scuole che poteva permettersi a Roma formandogli in questo modo un'ottima cultura. Orazio ammira molto il padre e nei suoi scritti dimentica la famiglia restante. Finiti gli studi completa i vari master dell'epoca ad Atene. Morto Cesare lui è a favore dei repubblicani (Bruto), entra nell'esercito ma nella battaglia di Filippi molla le armi e scappa. In futuro poi entrerà nella corte di Augusto (che lo stima molto ma lo prende in giro chiamandolo "il repubblicano"). Tornato a Roma dopo l'esperienza militare conosce Mecenate che lo osserva per un po' di mesi e poi lo invita nel suo circolo di poeti. Cerca di stare lontano dalla città: Mecenate quindi gli regala una villa fuori Roma dove Orazio cercherà di andare ad abitare il più possibile.
Produzione
La prima fase della sua produzione sono gli Epodi, testi in cui prende posizione durante le guerre civili. Arrivata l'età di Augusto si dedica alle Satire (testi in tono molto garbato su temi comuni, le contraddizioni sono su azioni anche banali) e alla poesia lirica; della poesia si ricordano "Le Odi": raccolta di tutte le sue poesie con metriche diverse. Le Satire sono dei discorsi, delle chiaccherate, "Sermones"; nelle poesie invece usa un tono più alto. Le "Epistolae" riprendono la tecnica più leggera delle Satire: la più importante è l' "Ars poetica" dove spiega come deve essere la poesia. Nelle odi ci sono inni ad Augusto che però non fanno propaganda diretta ma parlano dei suoi temi classici: saggezza, tranquillità dell'animo, giusto mezzo. Il Carmen Seculare è una poesia ufficiale che scriveva il più grande poeta del momento (in onore ad una festività religiosa che avveniva una volta ogni 100 anni): il tema era religioso e si inneggiava alla grandezza di Roma. Orazio è insignito di quest'onore e quest'opera può essere considerata l'unica opera di vera propaganda scritta da Orazio. Orazio morirà pochi mesi dopo la morte di Mecenate.

Il teatro di Pirandello

Pirandello si trova in un contesto molto ripetitivo nel teatro; lui affronta i suoi soliti temi come quello dell'identità di una persona.
Enrico Quarto
Sembra un dramma in costume ma in realtà la storia è contemporanea al pubblico, la vicenda inizia 20 anni prima ad una festa in maschera. L'uomo che impersona Enrico IV ha un incidente a cavallo e impazzisce credendo di essere Enrico IV veramente. I suoi amici allora tengono il gioco e continuano la finzione. La storia dell'opera comincia 20 anni dopo questo fatto quando un medico propone uno shock per far rinsavire il protagonista (lo shock consisteva nel far vedere una foto della sua vecchia amata e far uscire la stessa da quella foto vestita nello stesso modo). Lo shock viene provocato ma viene rivelato anche che lui è rinsavito da tempo: una mattina si era svegliato e aveva capito cosa stava accadendo; a quel punto però non poteva far altro se non continuare la finzione.
Così è se vi pare
Storia in cui vengono confutate più narrazioni di un fatto portato a processo (un funzionario era stato mandato in periferia e quelli del villaggio vedendo la moglie sempre segregata in casa avevano pensato di portarlo in tribunale); ogni storia ha la sua logica ma contraddice la precedente; alla fine la moglie viene chiamata a testimoniare e con la frase "io sono colei che credete" finisce il dramma.
Sei personaggi in cerca d'autore
Non c'è scenografia, sulla scena arrivano attori che interpretano altri attori che provano un'altra commedia di Pirandello; ad un certo punto entrano dei personaggi in scena che chiedono agli attori che stanno provando di interpretare la loro storia per tornare a vivere (il loro autore aveva progettato una storia che poi non aveva più concluso e loro erano rimasti a metà della loro esistenza). I personaggi convincono gli attori ma non sono contenti della loro prestazione e alla fine rappresentano loro stessi la loro storia che il loro autore non aveva voluto completare. Questa rappresentazione non riscosse un buon risultato all'inizio, poichè il pubblico non riusciva a capirla.
L'uomo dal fiore in bocca
Opera in atto unico nata da un dialogo tra 2 personaggi. L'atto comincia con l'avventore che parla delle sue vicende ma con l'andare avanti della recitazione diventa sempre più un monologo del protagonista. Il protagonista cerca di alienarsi dalla sua forma e di osservare lo scorrere delle cose che prima si perdeva poiché era all'interno di questo scorrere. La vita perde di ogni significato per come la intendiamo noi (una maschera, una forma) con l'avvicinarsi della morte soprattutto quando viene diagnosticata e pone un termine preciso in giorni o in mesi.

Risorgimento: la seconda guerra d'indipendenza e l'unità

Napoleone III scende in guerra contro l'Austria vincendo a Magenta, San Martino, Solferino. Perché quindi si interrompe? Non doveva inimicarsi i clericali francesi che facevano riferimento al Papa (un'unificazione italiana avrebbe portato alla sparizione dello Stato della Chiesa) aveva paura di un attacco della Prussia (la Francia si stava allargando troppo); il controllo dell'Italia non andava nella direzione sperata: le insurrezioni in Toscana ed Emilia guidate per lo più dalla "Società Nazionale" stavano facendo allargare troppo l'influenza del Piemonte. La Società Nazionale era un'organizzazione con presidente Manin, con vice Garibaldi che aveva come motto: "Italia e Vittorio Emanuele II"; poteva vantare sostenitori del calibro di Cavour.
Mazzini in questo periodo invece fonda a Ginevra il "Partito d'azione" il primo partito europeo come organo di battaglia dei democratici; sosterrà i 1000 di Garibaldi.
I governi provvisori in Emilia e Toscana chiedono l'annessione al Piemonte che manda dei commissari per valutare la questione; a questo punto Napoleone interrompe tutto e i patti di Plombieres vengono mantenuti in modo diverso: Napoleone III concede l'annessione di Emilia e Toscana in cambio di Nizza e Savoia. Questo successo si ha anche grazie alla collaborazione tra moderati e democratici nelle zone che dovevano annettersi. Il Papa a questo punto scomunica chi ha occupato il suo Stato (parte dell'Emilia annessa faceva parte dello stato della chiesa).
Spedizione di Sapri (ultima esperienza mazziniana, nel Cilento)
Iniziativa del democratico Carlo Pisacane che sosteneva che il socialismo in Italia doveva partire dai contadini senza aspettare la borghesia. I contadini però vedendo sbarcare gli uomini di Pisacane li prendono per briganti e li consegnano alle autorità borboniche facendo finire prematuramente quest'esperienza.
Spedizione dei 1000
La spedizione parte tra il 5 e il 6 maggio del 1860 da Quarto; arrivati in Sicilia occupano la regione aiutati dai contadini; quando però Garibaldi dichiarerà la dittatura dell'isola a Salemi a nome di Vittorio Emanuele II l'appoggio dei contadini comincerà a diminuire. In quest'esperienza Vittorio Emanuele II è d'accordo con Garibaldi mentre Cavour rimane ostico a questa spedizione perchè potrebbe creare problemi internazionali; gli inglesi però la accettano come cuscinetto all'espansione francese. Cavour vista l'arrembante avanzata di Garibaldi fa scendere verso il regno borbonico un esercito per fermare l'avanzata garibaldina prima che arrivi a Roma. Incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II che con il famoso "obbedisco" cede alla monarchia.
Il 7 marzo del 1861 si riunisce il primo parlamento nazionale a Torino: "Per grazia di Dio e volontà della nazione" Vittorio Emanuele è proclamato re d'Italia. Lo statuto Albertino diventa lo statuto d'Italia: i funzionari sono tutti piemontesi e liguri: in questo periodo vi è anche un forte brigantaggio sostenuto soprattutto dal papato e dai Borbone. Questa emigrazione dei funzionari provoca una piemontizzazione della penisola. Fuori dall'unione italiana rimase solo il Lazio (ciò che era rimasto dello Stato della Chiesa) e il nord-est.

Positivismo: il mondo nelle proprie mani

La natura si esprime in modo uniforme; le leggi fisico-naturali hanno l'aspetto principale della causalità. La necessità tra gli eventi serve a prevedere quindi a prevenire. La psicologia moderna e gli studi giuridici cominciano ad usare questo metodo positivista; la letteratura viene investita da queste idee pretendendo di fotografare la realtà in maniera oggettiva. Nasce una necessità nella vita sociale giuridica: una persona difficilmente può scostarsi dal contesto in cui cresce e vive. L'uomo perde la libertà poiché i suoi dati (esami del sangue, misure del cranio,...) sono matematici e non violabili: non è previsto l'imprevedibile. Tutto può essere risolto dagli scienziati, siano essi astronomi o sociologi o psicologi. Il positivismo è stato messo in crisi nei fatti dalla prima guerra mondiale poiché si è visto il lato oscuro dell'avanzamento della tecnica.
Nel 1800 non erano tutti positivisti ma era la mentalità comune a prevalere; l'antropologia era favorita dai grandi imperi. In Italia il positivismo ha portato al verismo; c'erano però anche neo-idealisti tipo Benedetto Croce. Sotto l'influenza del positivismo nel 1859 e nel 1866 ci furono due importanti riforme dell'istruzione in Italia. Nel 1859 le elementari diventarono obbligatorie per almeno due anni; nel 1866 diventarono obbligatorie per quattro anni e vennero introdotte per la prima volta le materie scientifiche oltre a quelle umanistiche già presenti.
Il padre del razzismo è un francese (Gobineau) che aveva costituito una gerarchia delle razze: "Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane" (1855) dove sostiene che la natura e la storia hanno formato diverse razze umane.
"Origine della specie" (Charles Darwin,
1859); Darwin e Spencer sono gli esponenti inglesi dell'evoluzionismo; Spencer ha enunciato l'evoluzionismo in tutti i campi dello scibile e dell'esistente. Per Darwin c'è una lotta per la sopravvivenza che porta ad un miglioramento della natura (sopravvivenza del più forte). Darwinismo sociale: applicare alla società le teorie del più forte; gli europei sono i migliori quindi possono esportare la loro cultura anche con la forza.

Il positivismo: introduzione e pensiero di Comte

Un periodo positivo: Comte
Bisogna interrogarsi su cosa vuol dire positivo. Positivo è il reale in contrapposizione al metafisico; il positivismo guarda i fatti non alle idee. Positivo è l'utile attraverso il quale il progresso umano migliora la società; è la certezza dei dati scientifici. Positivo è la precisione nella lettura dei fenomeni; è positivo in quanto non distrugge la natura ma la organizza. Il positivismo usa il metodo scientifico di tipo galileiano.
La natura si esprime in modo uniforme; le leggi fisico-naturali hanno l'aspetto principale della causalità. La necessità tra gli eventi serve a prevedere quindi a prevenire. La psicologia moderna e gli studi giuridici cominciano ad usare questo metodo positivista; la letteratura viene investita da queste idee pretendendo di fotografare la realtà in maniera oggettiva. Nasce una necessità nella vita sociale giuridica: una persona difficilmente può scostarsi dal contesto in cui cresce e vive. L'uomo perde la libertà poiché i suoi dati (esami del sangue, misure del cranio,...) sono matematici e non violabili: non è previsto l'imprevedibile. Tutto può essere risolto dagli scienziati, siano essi astronomi o sociologi o psicologi. Il positivismo è stato messo in crisi nei fatti dalla prima guerra mondiale poiché si è visto il lato oscuro dell'avanzamento della tecnica.

Hegel: gli scritti giovanili

Opere giovanili
Scritti teologico-politici. Hegel ebbe molto successo come professore se si considera il suo numero di studenti (Schopenauer era suo rivale anche per questo poiché lui di conseguenza ne aveva pochi). La sua educazione parte del seminario di Tubinga: studia quindi molto bene teologia. La teologia è il mezzo per accedere all'assoluto nella sua prima fase di pensiero.
La ragione collega: coglie il senso della realtà. La ragione è quasi come un Dio che cerca di cogliere il tutto dall'esterno.

"Vita di Gesù"
Hegel scrive alcuni nuclei chiave del suo pensiero ma soprattutto segna il cambiamento da Kant: condivide con Kant il fatto che la morale di kantiana sia simile a quella di Gesù (morale autonoma, libera, intenzionale).
"La positività della religione cristiana"
Critica il kantismo poiché c'è un dualismo pericoloso tra ragione e natura che trasforma la morale in una forma che può avere al suo interno qualsiasi contenuto. Forma e contenuto devono invece essere legati. L'eticità (forma unita a contenuto) deve prevalere sulla moralità (prevalenza di forma). Si distanzia tra la morale formale di Kant perché è astratta; l'eticità è la sintesi tra moralità e diritto (il modello sono i greci e la "bella eticità greca").
Mette in luce come la Chiesa abbia positivizzato, dogmatizzato la legge di Gesù. Per Gesù i farisei erano dei sepolcri imbiancati (dogmatici), la Chiesa di oggi è così: esteriore, dogmatica. L'annuncio di Gesù è stato tradito; la religione è stata fissata, irrigidita.
"Lo spirito del cristianesimo e il suo destino" 
È il punto d'arrivo della sua riflessione: il destino della religione è di essere superata dalla filosofia. La ragione dialettica è la via: no intelletto ma pura razionalità. Questo testimonia la sua evoluzione dalla fiducia nella religione alla fiducia nella sola ragione. Hegel contribuisce ad un clima antisemita; analizza la società ebraica: c'è un rapporto scisso con la natura, dimostrazione ne è il racconto del diluvio universale; il rapporto con la natura è conflittuale. Il rapporto con Dio è scisso, Dio è trascendente; Dio è salvifico (salva l'uomo dai drammi soprattutto naturali). Sono scissi anche dagli altri popoli (sono il popolo eletto, privilegiato), sono ostili, conflittuali; vivono nella paura di tradire Dio: guerre contro gli infedeli. Può essere considerata la prima triade dialettica: unità nell'eticità greca (rapporto Dei-uomo-natura), gli ebrei sono l'antitesi, Gesù doveva portare alla sintesi ma è stato tradito (Gesù è sintesi tra trascendente e immanente, sovranatura e natura, infinito e infinito).

mercoledì 23 novembre 2011

Hegel: le opere più importanti

"Fenomenologia dello spirito"; "La logica"; "Enciclopedia delle scienze filosofiche"; "Lezioni di estetica"; "Lezione di storia della filosofia"; "Lezioni di filosofia della storia"; "Lezioni di filosofia delle religioni"; "Lineamenti di filosofia del diritto".
Filosofia razionalistica: panlogismo. Sentimento romantico meno evidente che varia da scomparto a scomparto del pensiero; la filosofia della natura è la "pattumiera" del suo sistema. In Schelling apprezza l'unità, la dialettica hegeliana è frutto della sua creatività geniale.


"La costituzione della Germania"
È uno tra i testi più difficili mai scritti per le sue numerose possibili interpretazioni. La costituzione di uno Stato deve nascere dall'interno vivente dello Stato, non deve essere fatta da intellettuali a tavolino; pochi non possono scrivere qualcosa (necessariamente proveniente dall'esterno) di valido per tutti; il modello politico è quello della polis greca.

Ovidio: Tristia, L'esilio

Il dolore antico dell'esilio (Tristia, 3, vv 1-26)
Testo scritto nell'esilio sul Mar Nero; in questo particolare frammento rievoca il momento della partenza.
"Quando arriva in maniera imprevista alla mente l'immagine di quella notte in cui trascorsi le ultime ore in Roma, quando rievoco la notte nella quale lasciai tutte le cose a me care, scende ancora una lacrima. Già era quasi giunto il giorno nel quale Cesare aveva ordinato che io me ne andassi ai confini dell'estrema Italia." (a Brindisi per andare in nave sul Mar Nero; sono i confini ad essere estremi, non l'Italia). "La mia mente non era preparata a questo non c'era tempo e spazio: non sono riuscito nemmeno a preoccuparmi dei preparativi. Non ebbi la possibilità di scegliere dei servi, dei compagni o delle vesti. Non rimasi stupito diversamente da colui che colpito da un fulmine di Giove vive ed è inconsapevole della sua vita." (una persona colpita dal fulmine se sopravvive, per un breve periodo rimane incosciente; i fulmini sono il simbolo del potere oppressore). "Quando tuttavia lo stesso dolore rimosse questa nube dal mio animo e i miei sensi si riebbero, parlai per l'ultima volta mentre sono pronto per mettermi in viaggio, salutai i miei amici i quali da molti che erano ne rimasero solo un paio. La moglie che mi amava e piangente mi abbracciava, piangeva incessantemente lacrime immeritate che assomigliavano ad una pioggia sulle sue guance. La figlia era sulle coste libiche e non poteva essere informata delle mie condizioni. Dovunque guardassi risuonava il lutto e dentro la casa c'era l'aspetto di un funerale non silenzioso. Le donne e gli uomini piangevano come al mio funerale e ad ogni angolo della casa c'erano lacrime. Se è lecito servirsi di grandi similitudini per cose piccole, Troia aveva questo aspetto quando è stata conquistata."
La famiglia dentro la casa sono i servi di Ovidio.

domenica 20 novembre 2011

Il governo d'Azeglio e Cavour in Italia

L'Italia dopo il 1848
Nel regno di Piemonte dopo lo statuto Albertino ci fu un governo d'Azeglio che ha dovuto affrontare il problema dell'indennità di guerra che il Parlamento non voleva pagare. Vittorio Emanuele II allora scioglie il Parlamento e con il proclama di Moncalieri chiede al popolo di eleggere dei moderati per pagare il debito di guerra. D'Azeglio all'ora prova ad ammodernare lo Stato: una prima legge è contro il patrimonio della Chiesa (legge Siccardi): eliminava il diritto d'asilo, il foro ecclesiastico e la mano morta. Il diritto d'asilo era l'extraterritorialità del territorio all'interno delle chiese; il foro ecclesiastico era quel tribunale che giudicava i clericali che commettevano crimini; la mano morta erano quei possedimenti appartenenti ad ecclesiastici che non erano tassati e non erano vendibili (terreni molto spesso tenuti incolti). Nel dibattito su questa legge si distingue Cavour: nel 1850 diventa ministro dell'agricoltura, delle finanze e della marina. Cavour era avviato alla carriera militare ma scelse altre strade: le sue tenute sono fondi agrari (esiste tuttora nel vercellese il fondo Cavour) che rappresentavano per i suoi contemporanei un modello. Conosce molto bene la realtà europea, fa il giornalista e fonda una rivista detta "Il Risorgimento". Pensiero di Cavour: è un liberista moderato, auspicava riforme per un progressivo miglioramento delle società, prospettava trattati commerciali con paesi europei, era a favore dell'abolizione dei dazi sul grano, era diffidente a modificare velocemente il suffragio (anche se era d'accordo in linea di massima); era anti-socialista, sostenitore del parlamentarismo (il suo governo infatti risponderà nella prassi al Parlamento e poco al Re); sulla politica era favorevole a un'esclusione dell'Austria dall'Italia per un regno dell'alta Italia compiuto dallo Stato sardo.
Nel 1852 realizzò il "Connubio": un accordo tra moderati di destra e sinistra (non esistevano i partiti) per togliere gli estremisti di una parte e dell'altra e che appoggiasse il governo. Il re lo stesso anno lo nomina capo dei ministri mentre lui ha già preparato la strada per una stabile maggioranza parlamentare. Il presidente del consiglio diventa protagonista. Il Connubio, morto Cavour, degenera nel trasformismo politico dei giorni vicini a noi; sistema del tipo clientelare. Dopo il 1848 ci fu molta emigrazione politica dagli altri Stati italiani (che avevano perso gli statuti), si parla di 20-30.000 esuli. Il governo Cavour dura circa dal 1852 al 1859 con qualche crisi all'interno. I fatti da ricordare sono: il riordino dell'esercito e della marina (costruzione e potenziamento dell'arsenale di La Spezia), il libero scambio con vantaggi per l'agricoltura, potenziamento delle ferrovie che da 8 km di rete ferroviaria arrivano a 850 km, il traforo del Frejus, il potenziamento dell'industria siderurgica e meccanica con la nascita delle industrie Ansaldo, l'istituzione di una banca per prestiti a basso interesse, la costruzione di canali per migliorare le tecniche agricole, il potenziamento del porto di Genova. Cavour era a favore di imposte dirette sui consumi e non di imposte indirette sui redditi per favorire il capitalismo nascente.
Il ministro Rattazzi (personaggio di centro sinistra che è al governo grazie al Connubbio) vuole sciogliere gli ordini di sola contemplazione e i beni vengono i camerati dallo Stato. Si arriva a una crisi detta Calabiana (dal vescovo Nazari di Calabiana); Cavour si dimette ma il re lo richiama e la legge passa con alcune modifiche. Cavour in seguito modifica il suo pensiero religioso-politico e arriva ad una formulazione: "libera Chiesa in libero Stato"; indipendenza tra Stato (laico) e Chiesa. La Chiesa deve rinunciare al suo potere temporale. Con Cavour il Piemonte arriva tra le grandi potenze europee rimanendo pur sempre con un'azione anti-austriaca.

La Russia dopo la metà del 1800

Subisce la sconfitta di Crimea in questo periodo; trattato di Parigi: la Moldavia e la Valacchia devono essere indipendenti e nel 1859 nascerà la Romania (unione delle due regioni); l'impero turco viene lasciato integro; viene chiusa la possibilità dello sbocco russo sul Mar Mediterraneo. La Russia porterà rancore contro l'Austria perché non l'aveva aiutata in questa guerra come invece aveva fatto lo zar nell'esperienza del 1848 in Ungheria. Napoleone III gioca bene il suo ruolo diplomatico a Parigi non facendo pesare troppo la sconfitta alla Russia; viene in questo modo sottolineata la potenza dell'asse anglo-francese nel Mediterraneo. Lo zar Alessandro II cede agli intellettuali compatrioti per nuove riforme. L'intellighenzia (l'insieme dei circoli intellettuali russi) era divisa in una parte filo-occidentale e una filo-slava; la prima si ispirava ai socialisti europei, la seconda confidava più nello spirito russo di comunione dei beni (Dostoevskij).
Riforme
Avviene una riforma agraria nel 1861 che elimina i servi della gleba che erano circa 20 milioni nella sola Russia, venne in questo modo concessa la possibilità di riscattare la terra da parte dei contadini: tutelavano queste transazioni i Mir (assemblee di villaggio); l'operazione però non diede grandi risultati anzi, ne approfittarono i ricchi che divennero i cosiddetti "Culachi"; per questi motivi e per altri ci furono numerose rivolte. Vengono istituite assemblee elettive provinciali e comunali (per le comunali si prende il nome di Dume) con nobili, borghesi e contadini; provvedono all'assistenza e all'istruzione locale. Viene rinnovato il sistema giudiziario con maggiore autonomia ai tribunali e con l'abolizione della tortura. Nel 1863 avviene una rivolta autonomistica in Polonia sedata nel sangue dopo un anno dallo zar anche con l'aiuto di eserciti prussiani. Si parla in questo periodo di russificazione dei paesi baltici per lo più della Finlandia e anche dell'Ucraina. Alessandro II viene ucciso da un anarchico nel 1881 e il figlio Alessandro III salito al potere toglie tutte le riforme proposte da suo padre a causa del pericolo anarchico.
Nichilismo e populismo
Il nichilismo è un atteggiamento distruttivo delle tradizioni, predica un'assoluta libertà dell'individuo (simile all'anarchismo), giustifica inoltre l'uso del terrorismo per rifondare la società.
Il populismo è la fede nel popolo in questo caso russo: si sperava in una riforma socialista senza i borghesi partendo dai collettivi agricoli; gli intellettuali dovevano essere vicini al popolo, queste idee furono ben accette dai contadini.

L'esperienza anarchica a Parigi: 1871

La comune parigina
Assemblea municipale con funzioni legislative ed esecutive; si affermano gli anarchici, i giacobini, i proudhoniani, i rivoluzionari di Blanqui (provano a far altre comuni anche nella periferia di campagna). I consiglieri sono eletti a suffragio universale e revocabili in ogni momento; i magistrati sono eletti, è presente una milizia popolare, l'istruzione di Stato (borghese) e della Chiesa viene annullata, le fabbriche appartengono a collettivi di operai. Questa esperienza durerà dal marzo al maggio del 1871 con Thiers che occuperà la capitale dei comunardi dal 21 al 28 maggio con una settimana di sangue che porterà alla resa dei comunardi. Quest'esperienza della comune riporterà la paura dei comunisti nella borghesia del 1800.

venerdì 18 novembre 2011

Ovidio: Le metamorfosi; Tiresia, Eco e Narciso

Le metamorfosi
Poema di grandi dimensioni; non ha un'unica narrazione ma sono circa 250 racconti a sé stanti con legami tra l'uno all'altro spesso molto labili. C'è una vaga sequenza temporale: dall'inizio dei tempi alla divinizzazione di Cesare.

Libro 3, vv 316-510: la storia di Tiresia, Eco e Narciso
Si racconta la storia di Tiresia che viene accecato da Giunone ma riceve il dono della preveggenza da Giove. Viene sottolineato il fatto che gli dei non possono annullare ciò che un altro dio ha fatto (Giunone lo aveva accecato per un'offesa). Dalla storia di Tiresia si passa con un collegamento alla storia di Narciso. Il collegamento tra le due storie sta nel fatto che Tiresia aveva fatto una previsione sulla fine di Narciso. Narciso era amato da tutti per il suo aspetto tanto che nessun fanciullo o fanciulla osava toccarlo. Un giorno viene notato dalla ninfa Eco che se ne innamora. In questo modo c'è lo spunto per parlare della storia di Eco: Giunone indispettita dal fatto che Eco la trattenesse mentre Giove andava con le amanti le mutò quella parlantina nel fatto di poter ripetere solo le parole che sentiva (da qui il concetto di eco). Eco quindi cercò di farsi notare da Narciso ripetendo le parole che Narciso pronunciava ma una volta mostratasi Narciso si spaventò e fuggì lasciando Eco sola nella sua disperazione; il corpo della ninfa si consumò e rimase solo la voce (l'eco che tutti noi sentiamo). Uno degli amanti respinti lo maledì: "Che possa innamorarsi anche lui e non possedere chi ama". Narciso un giorno si trovò in una radura dove c'era uno specchio d'acqua mai disturbato da niente e decise di riposarsi in questa radura nel momento in cui però si specchiò nell'acqua notò la sua immagine e se ne innamorò. Nel testo ora è presente un monologo di Narciso che cerca di interloquire con la sua immagine riflessa e notando i gesti riflessi dell'acqua che lui crede possano essere della persona di cui si è innamorato non capisce perché non possa unirsi a questa ultima. Appena si rende conto di essersi innamorato della sua immagine e quindi di se stesso la disperazione sale e la limpidezza dell'acqua viene più volte turbata dai suoi tentativi di abbraccio di quella figura astratta. Passarono i giorni, i mesi e la sua figura ormai aveva perso la sua bellezza fino a che la morte gli chiuse gli occhi. Levarono lamenti le sue sorelle ed Eco si unì a quel coro. La storia si conclude con l'immagine del funerale.

giovedì 17 novembre 2011

Risorgimento: Gioberti e Cavour, il pensiero

Le idee di Gioberti
Papato e monarchia dovrebbero collaborare, però la chiesa è troppo temporale e di poco principio morale; la Chiesa dovrebbe fornire i principi etici, i monarchi gli eserciti. La Chiesa sostiene monarchie assolutiste e dispotiche; inoltre la Chiesa influisce ancora troppo nell'ambito del potere temporale ad esempio nell'aspetto giuridico. La Chiesa deve rinunciare ai posti dell'amministrazione della cosa pubblica ed occuparsi solo del proprio campo morale poter riprendere credibilità. Anche Gioberti parla di un'indipendenza che precede l'unità nazionale (prima liberarsi dell'influenza straniera). Il cattolicesimo deve tornare ad essere universale ma allo stesso tempo una peculiarità dell'unità nazionale italiana. Bisogna dare importanza alla storia italiana (che sostanzialmente coincide con quella cattolica). Gli italiani molto spesso si sottovalutano dimenticando la storia e le radici culturali molte volte per mancanza di volontà. I responsabili dell'unità sono il papato e il Piemonte. Il Piemonte ha anche il secondo poeta italiano che sarebbe Alfieri (giustificazione culturale della responsabilità piemontese per l'unità d'Italia).


Il pensiero di CavourL'Italia doveva essere aperta a trattati commerciali in Europa; bisognava togliere i dazi sul grano favorendo così il commercio con l'estero e proteggendosi così nei periodi di possibili carestie. Il governo piemontese deve tenersi lontano dal socialismo e dal protezionismo che sono messi sullo stesso piano da Cavour. Il socialismo porta al protezionismo poiché il proletariato da difendere lavora nelle fabbriche interne; c'è un protagonismo dello Stato che interviene profondamente in ambito socio-economico. Sia i conservatori che i socialisti puntano al protezionismo anche se da punti di vista diversi.

Risorgimento: D'Azeglio e Cattaneo, il pensiero

Il pensiero di D'Azeglio
I principi devono applicare nei loro Stati le riforme; miglioramento dei trasporti nazionali, non solo regionali. I principi non vengono destituiti ma devono collaborare per ottenere l'indipendenza dallo straniero. Parla di restaurazione del sistema rappresentativo forse riferendosi all'età dei comuni. Il sistema militare per la difesa dall'esterno e le guardie civiche per gli interni devono essere uniformi tra stato/regione e stato/regione (all'interno dell'unità italiana) per una buona organizzazione dello Stato unitario. Chiede un miglioramento delle leggi sulla stampa e sulla libertà di espressione. È presente un invito ai principi di non temere i democratici all'interno dei loro Stati e al popolo di non creare movimenti sovversivi che facciano prendere decisioni affrettate ai principi (interventi militari di Stati esteri).

Il pensiero di Cattaneo
Ha un'ottima stima degli Stati Uniti in quanto c'è un buon federalismo (gli Stati sono riusciti a conservare una buona indipendenza). I fallimenti dell'unificazione italiana del 1848 secondo i più sono responsabilità dei militari, Cattaneo invece sostiene sia un problema civile in quanto i principi dovrebbero comportarsi per il bene del popolo e non per gli aspetti personali. Gli eserciti devono rispondere al popolo, non ai principi. Vorrebbe un'unione europea del tipo americano; l'unità deve essere nei fondamenti morali e non nell'economia. Deve essere costituita una federazione di popoli liberi; la libertà deve precedere ogni forma di unità, deve avvenire prima una rivoluzione culturale. Cattaneo sostiene una superiorità italiana nei confronti del popolo francese (molte città italiane si sono prodigate nei moti del 1848).

domenica 13 novembre 2011

Napoleone III: la politica estera e il dopo Sedan

Politica estera
Napoleone si contraddistinse per un'ostilità contro l'Austria; c'era un forte interesse per la liberazione dei popoli (ancora oggi con l'esempio della Libia); guerre contro i prussiani; vittoria in Crimea (in questo modo francesi e inglesi controllavano Mar Nero e Mediterraneo attraverso il Canale di Suez). L'unificazione italiana è stato un lasciapassare inglese, poiché il Regno Unito temeva una eccessiva influenza francese. I successi di Napoleone finiscono con la guerra in Messico tra il 1864 e il 1865, che è un fallimento completo; la Francia allora prova un'espansione in Asia a scapito cinese: guerre dell'oppio con protagoniste Inghilterra e Francia da una parte e Cina dall'altra; viene considerata la prima globalizzazione (da considerare che il principale motivo era la droga). Inizio del colonialismo e dell'imperialismo; continua l'avanzata in Africa, vengono inviati i coloni in Algeria (diventa il granaio delle colonie francesi); inoltre la Francia comincia l'espansione in Senegal e Somalia.

La Francia dopo Sedan
Napoleone III viene fatto prigioniero dai prussiani. Thiers e Leongambetta si organizzano per dare un volto nuovo alla Francia e vendicarsi dei tedeschi: Thiers è nominato nuovo primo ministro.
A Parigi si forma la Comune anarchica (primo governo proletario della storia) benvista sia da Marx che da Bakunin, non ne aveva la stessa opinione invece Mazzini poiché era un chiaro esempio di lotta tra classi. I comunardi erano scontenti delle condizioni sociali e della conclusione della guerra con la Germania, inoltre questo malcontento era stato rinforzato dal fallimento di numerose industrie con la conseguenza dell'aumento dei disoccupati. Questo della comune anarchica è un moto contro il governo provvisorio di Thiers.

La Francia di Napoleone III

Dopo l'elezione di Napoleone III quest'ultimo compie un colpo di stato nel 1851; concede una nuova costituzione nel 1852 in cui prevede una sua presidenza di 10 anni; nello stesso anno a dicembre si dichiara imperatore. Tutti questi provvedimenti sono approvati ogni volta da plebisciti (oggi si direbbe votazione di tipo bulgaro per la larga maggioranza di approvazione).
Uso bonapartistico del potere: le decisioni vengono approvate attraverso plebisciti di piazza; la parvenza di democrazia non è effettuale.
Il suo carattere nella prima parte dell'impero è detto paternalistico: azioni demagogiche come la donazione di soldi o l'uso dei plebisciti. Ossequia il Papa per tenere calmi i clericali francesi. Difende il Papa con l'esercito dagli attacchi degli italiani fino alla sconfitta di Sedan contro i prussiani in cui non poté più far nulla. Il regime autoritario dura circa fino agli anni '60: aveva soppresso la libertà di riunione e di stampa. Nel 1858 Napoleone subisce un attentato da un anarchico italiano, un certo Orsini; subito dopo Cavour cerca di cogliere quest'occasione convincendo Napoleone ad un accordo di difesa del regno di Savoia con i patti di Plombieres in quanto l'Italia poteva essere un pericoloso covo di anarchici. Plombieres era la conseguenza di un fatto avvenuto 2 anni prima. Nel 1856-1857 avviene una guerra in Crimea in cui partecipa anche il Piemonte con Francia e Inghilterra. Lo scoppio del conflitto era stato causato dall'occupazione russa di Valacchia e Moldavia; in questo conflitto nasce e si mette in mostra il corpo dei bersaglieri. La Pace di Parigi è il momento adatto per una vetrina sulla situazione italiana e Cavour è abbastanza furbo da saperlo. I patti con Napoleone III prevedevano l'intervento francese in caso l'Austria attaccasse i Savoia: in caso di vittoria, la Francia si impegnava a lasciare Veneto e Lombardia ai piemontesi i quali a loro volta avrebbero lasciato alla Francia la Savoia e Nizza; si sarebbero formati 3 regni in Italia: a Nord i Savoia, al Centro e al Sud Italia una confederazione guidata dal Papa con i Borboni e il Papa stesso. Il Piemonte venne attaccato dall'Austria su istigazione di Cavour (esercitazioni militari al confine) e la Francia secondo i patti dovette intervenire. Nonostante le sconfitte subite dai Savoia, Napoleone vinse le battaglie fondamentali ma si fermò alla Lombardia; i patti quindi rimasero rispettati a metà. Nizza e Savoia verranno date alla Francia solo quando Emilia e Toscana attraverso dei plebisciti richiederanno di entrare nel regno di Sardegna.
Napoleone a questo punto concede più libertà nel suo stato; si forma un'opposizione con a capo Thiers per i liberali e Leongambetta per i repubblicani. Questa è l'epoca del trionfo della borghesia, del positivismo, vengono allestite 2 esposizioni universali nel 1856 e nel 1867 in Francia, viene costruito il Canale di Suez dalla Francia con finanziamenti anche inglesi (gli introiti dei pedaggi saranno di queste nazioni fino al 1956 quando Nasser nazionalizzò il canale in modo tale che i profitti andassero agli egiziani); vengono create grandi banche per grandi finanziamenti per opere pubbliche; viene esteso il sistema ferroviario; Parigi viene ricostruita secondo nuovi canoni con grandi arterie stradali (protagonista è il barone di Haussmann): i vicoli troppo stretti facilitavano le rivolte; arricchimento della borghesia e speculazione edilizia.

Risorgimento: parentesi papale

Nel 1864 diventa capitale del regno d'Italia Firenze, si cerca quindi un accordo con Napoleone per smobilitare il presidio francese su Roma. Il Papa Pio IX allora scrisse un'enciclica con un'appendice in cui condannava tutte le novità di quel tempo: liberismo, socialismo, democrazia, positivismo; è un catalogo dei principali errori del mondo moderno, è composto da 80 proposizioni; si esecrava l'idea dello Stato come origine dei diritti. In Italia e Francia il "Sillabo", questa raccolta di condanne, non fu mai pubblicato.
Nel 1869-1870 viene fatto un concilio dei vescovi in cui veniva proclamata l'infallibilità del papa sia morale che di fede; veniva inoltre proclamata immacolata la vergine Maria.


La legge delle Guarentigie
Viene riconosciuto lo Stato Pontificio (i territori erano il Vaticano, Castel Gandolfo e San Giovanni in Laterano); il Papa è sacro e inviolabile ed è riconosciuto monarca dallo Stato Vaticano; il Vaticano ha diritto di rappresentanza diplomatica; ha diritto ad avere una guardia armata; ha diritto di comunicare con tutti i cattolici; viene inoltre riconosciuto un appannaggio per il mantenimento della corte papale. La legge non viene però riconosciuto dal Vaticano che quindi non ebbe nemmeno i possibili benefici. Pio IX disse: l'Italia è uno Stato usurpatore; inoltre con il famoso "non expedit" (non conviene) invitò gli italiani cattolici a non esercitare il diritto di voto pena la scomunica. Nel 1904 con la minaccia socialista verso il Parlamento italiano il Papa concede di votare ai cattolici.

Schelling: la filosofia trascendentale

Idealismo trascendentale
Si parte dal soggetto per farne scaturire l'oggetto. L'attività reale è l'ostacolo che l'oggetto pone; quella ideale invece è il superamento del limite. Il primo momento è l'attività teoretica (fuoriuscita dalla natura), il secondo momento è l'attività pratica in cui c'è il superamento dei limiti, il terzo è l'attività estetica che fa tornare lo spirito alla natura. Dall'identità si staccano due potenze: natura (che rappresenta il polo negativo) e spirito (che rappresenta il polo positivo); nella natura c'è traccia della positività come nello spirito c'è traccia della negatività. L'inconscio dello spirito è l'aspetto naturale (polo negativo). Il problema è spiegare perché l'assoluto si è diviso: viene ripresa l'idea della caduta (dall'orfismo) come causa della differenziazione. Viene ripreso anche un aspetto delle idee di Platone in quanto le idee sono l'oggettività della natura dopo la divisione dall'identità/assoluto. Da questo momento però il pensiero di Shelling si avvierà verso la teosofia. Dio è un continuo divenire dal contrasto tra gli opposti (bene e male coesistono in Dio). In seguito ci sarà la filosofia positiva che è l'ultimo aspetto del pensiero di Shelling: l'esistenza può essere solo constatata; nella natura si può vedere una manifestazione di Dio (mitologia); viene studiata la realtà in quanto fatto.
L'intuizione estetica è l'unico argomento che può esporre l'assoluto; la filosofia invece non riesce a spiegare l'assoluto in quanto attività teoretica (solo spirito). Nell'opera d'arte c'è più spiegazione dell'assoluto che in un'opera filosofica poiché l'opera d'arte è sintesi equilibrata di natura e spirito. L'arte è per il filosofo il sancta sanctorum che può portarlo all'assoluto; è il luogo della conoscenza in cui si esprime il divino, l'assoluto.

giovedì 10 novembre 2011

Schelling: il rapporto natura - spirito

L'assoluto e la filosofia della natura
Fichte ha detto che il principio è l'Io attraverso la sua attività etica. Per Schelling il principio sono soggettività e oggettività unite (simile alle idee di Spinoza); l'assoluto è spirito con natura: unità / attività / identità indifferenziata di natura e spirito (Hegel invece parlerà di unità differenziata). Sono come un polo positivo e negativo che si elidono a vicenda. L'assoluto si esprime nella natura tanto quanto si esprime nello spirito; la natura è spirito invisibile / pietrificato / dormiente; lo spirito deve tornare alla natura. L'attività teoretica non è in grado di cogliere l'assoluto. L'arte quindi diventa la strada per trovare l'assoluto in quanto unione equilibrata di materia e spirito. La prima vera fase è la filosofia della natura: anche la natura si sviluppa attraverso quella dialettica attribuita all'Io da Fichte; la natura si risolve nello spirito. Già nella natura minerale c'è dello spirito (forze magnetiche) in forma diversa ma non per questo inferiore. L'obiettivo è ricavare lo spirito dalla natura; la natura ha al suo interno lo spirito. Schelling non spiega la natura in modo meccanico o finalista tradizionale (teoria creazionista) ma la spiega in modo organicistico e finalista immanente (nessun intervento esterno). L'universo non è una miracolosa collisione di atomi; la natura è un organismo che organizza se stesso. Lo spirito all'interno è inconscio: anima del mondo. L'Io si dualizza, la natura si polarizza: attrazione e repulsione. La natura agisce attraverso forze opposte. Le 3 manifestazioni sono magnetismo, elettricità e chimismo; il magnetismo esprime la coesione grazie alla quale le varie parti dell'universo gravitano le urne verso le altre; l'elettricità esprime quella polarità dialettica che fa del mondo la sede di un'opposizione di forze di segno contrario; il chimismo esprime quella incessante metamorfosi dei corpi che fa dell'universo una grande fucina in cui si fabbricano per sintesi le più svariate realtà. Nel mondo organico queste tre manifestazioni hanno i loro paralleli: sensibilità, irritabilità, riproduzione. La natura ha una storia/sviluppo in quanto ha spirito; Schelling si impegna a ricostruirla. Ci sono 3 potenze attraverso le quali la natura si è espressa: mondo inorganico, luce, mondo organico (nella quale abbiamo il preannuncio aurorale dell'autocoscienza). C'è un progressivo smaterializzarsi della natura; si va verso una spiritualizzazione. La natura è un'odissea dello spirito, è la preistoria dello spirito. Lo spirito una volta emerso dovrà tornare alla natura (errore dei moderni di basarsi solo sulla teoretica).

Schelling: Introduzione al pensiero

Schelling
Esponente della corrente dell'idealismo etico; autore caratterizzato da una produzione molto estesa, per diversi anni è rettore di università. Ha stretti legami con vari poeti romantici quali Holderlin, Novalis, i fratelli Schlegel (avrà una relazione con la moglie di uno dei due). È stato oscurato dall'astro di Hegel che però muore prima e Schelling così ha altro spazio. La sua seconda fase post idealista è molto studiata in età contemporanea (studio sull'inconscio) soprattutto per la teosofia (il male coesiste con il bene in Dio) e la filosofia della mitologia. Ha avuto successo nel romanticismo artistico (si avvicina alle idee di Schlegel). Sembra aver anticipato le teorie dell'evoluzione: la natura è un'odissea dello spirito che porta a gradi ad una evoluzione dello spirito. Cerca di inserire le nuove teorie sull'elettromagnetismo nella sua dialettica (la natura con le nuove conoscenze scientifiche diventa polare con contrapposizioni). La sua teoria teosofica influisce molto sulla visione di Steiner: legame uomo-natura che viene da tradizione goethiana.

Fasi del pensiero di Schelling
  1. L'iniziale momento "fichtiano" (1795-1796).
  2. La fase della "filosofia della natura" (1797-1799).
  3. Il periodo dell'idealismo trascendentale (1800).
  4. Lo stadio della "filosofia dell'identità" (1801-1805).
  5. Il periodo "teosofico" e della "filosofia della libertà" (1804-1811).
  6. La fase della "filosofia positiva" e della "filosofia della religione" (1815-1854).

lunedì 7 novembre 2011

Pirandello: i tre romanzi e l'umorismo

Pirandello progetta di scrivere 365 racconti nella raccolta "novelle per un anno"; ogni singolo racconto veniva pubblicato sui giornali che dopo una serie di 15 anche in piccole raccolte da appunto 15 racconti. Si ferma però alla raccolta numero 15 dopo aver scritto 225 racconti; diverse commedie o opere teatrali derivano dai racconti: le novelle sono un calderone per la produzione successiva.

3 romanzi
"Quaderni di Serafino Gubbio operatore". In questo romanzo il protagonista parla del suo lavoro (uomo che gira la manovella); l'individuo è ridotto ad un meccanismo. Pirandello conosceva bene il mondo del cinema poiché molte sue opere furono trasposte in lungometraggi ancora quando era vivo.
"Il fu Mattia Pascal". Mattia è un giovane di famiglia benestante in fallimento; si sposa ma il matrimonio è poco fortunato (suocera come una strega, bambina morta pochi anni dopo la nascita). Scappa di casa e va a Montecarlo; dai pochi spiccioli che aveva riesce a vincerne molti e progetta di tornare a casa. Nel viaggio di ritorno scopre dai giornali che quelli del suo paese lo credevano morto. Lui ora è libero: si stabilisce a Roma ma comincia a rendersi conto che per la società lui è morto. Si innamora di una ragazza ma non può far nulla poiché è civilmente morto. Decide quindi di tornare a casa facendo finta di buttarsi sul Tevere (seconda morte finta per lasciare la società romana). Scopre che sua moglie nel frattempo si è risposata con un suo vecchio rivale; decide allora di lasciar stare e si trova un impiego per sopravvivere ed aspettare la sua "terza e definitiva morte".
"Uno, nessuno, centomila". Ultimo romanzo a cui ha lavorato moltissimo e in cui riepiloga i temi da lui affrontati. Il protagonista Vitangelo Moscarda è figlio di un "banchiere" (usuraio). Il padre è morto e Vitangelo lascia il lavoro paterno ai soci; il personaggio è caratterizzato da continue paranoie (fin dall'inizio con la storia del naso pendente) che porteranno alla rovina interna del protagonista. Prende un'iniziativa che nessuno capisce: fa sfrattare una persona abusiva nel suo giardino e gli regala una casa con atto notarile. Ciò per far sì che gli altri mettano in discussione la loro visione di Vitangelo. La gente però pensa che lui sia semplicemente pazzo; i fatti esteriori sono semplici e lineari, la vera complessità della storia sta nelle sue paranoie. La trama è solo un pretesto per indagare le paranoie del protagonista. 

L'umorismo
Pirandello nel saggio sull'umorismo spiega che la comicità di una situazione sta nella diversità di ruolo che un personaggio ha rispetto alla normalità. Questo secondo Pirandello è l'avvertimento del contrario che però molte volte ha una fase ulteriore. Bisogna domandarsi il perché, bisogna riflettere sulla situazione; bisogna capire le motivazioni. Questo è il sentimento del contrario (comicità più riflessione), l'umorismo.
Il sentimento del contrario (da la "vecchia signora")
La riflessione fa parte dell'opera: Pirandello smonta la situazione comica appositamente. L'umorismo è presente solo dopo aver effettuato la riflessione sulla situazione comica

Ovidio: l'amante è come un soldato

In armi, al servizio di Amore (Amores, 1, 9)
"Ogni amante è come un soldato e cupido ha i suoi accampamenti, Attico credimi: ogni amante è come un soldato. L'età che è utile per fare la guerra è adatta anche a Venere: è turpe un vecchio soldato come lo è l'amore vecchio. Quei comportamenti decisi che i comandanti chiedono nel soldato, gli stessi chiede la bella ragazza al suo compagno; entrambi fanno la guardia, riposano in terra, l'amante sorveglia la porta della donna, l'altro la tenda del comandante. È un dovere del soldato marciare a lungo come l'amante segue all'infinito l'amata; l'amante affronterà i monti e i fiumi raddoppiati per la pioggia, calpesterà le nevi ammassate e se si troverà a solcare i mari non terrà conto del tempo o del vento. Chi se non il soldato o l'amante sopporterà il freddo della notte o della pioggia mista a neve; uno viene mandato a spiare i nemici, l'altro sorveglierà il rivale come un nemico. Il soldato assedia le grandi città, l'amante assedia l'amica dell'amata; l'uno abbatte la città, l'altro abbatte le porte della ragazza. Spesso giovò attaccare i nemici nel sonno e sterminare un volgo inerme, in questo modo cadde il re della Tracia Rheso e voi cavalli doveste abbandonare il vostro padrone; e così anche gli amanti usano il sonno dei mariti per mettere in azione le proprie armi mentre i nemici dormono. È compito del soldato e dell'amante oltrepassare schiere di custodi e guardiani. Marte è dubbio e neanche Venere è certa; i vinti si riprendono e coloro che non si sarebbe mai immaginati vinti, cadono. Dunque a chiunque definisce l'amore come forma sciocca voglio ricordare che l'amore è sintomo d'animo forte. Il triste Achille si brucia per Briseide che gli è stata rapita; Ettore va a combattere dopo gli abbracci con Andromaca: la moglie stessa gli mette l'elmo in testa. Si racconta che il più grande dei comandanti "(Agamennone)" dopo avere visto la figlia di Priamo con le chiome sciolte rimase stupefatto; anche Marte rimase vittima del fabbro "(Vulcano marito di Venere)" e nulla fece più scalpore in cielo. Anche io ero pigro e nato per l'ozio ma l'amore per questa bella ragazza mi ha scrollato di dosso l'ozio e mi ha portato all'accampamento dell'amante. Da allora mi vedi pronto ai combattimenti notturni, chi non vuole essere pigro, ami."

domenica 6 novembre 2011

Il modernismo spagnolo con Gaudì

Modernismo in Spagna (Gaudì)
Gaudì è un architetto molto geniale ma non ha lasciato uno studio in cui portassero avanti le sue ricerche. Ha edificato solo a Barcellona principalmente. Di lui si parla di ricerca neogotica o neobarocca per le sue linee molto complesse; ma queste sono frutto della sua genialità.
Gaudì, Pedreira

La "Pedreira" ("cava di pietra"), 1905-1910. Occupa un quarto di un isolato formato dalle Ramblas; è un grande edificio a più piani. L'angolo mancante dell'isolato è sfruttato in pianta. L'edificio è come un'unica massa fluttuante modellata dall'architetto (da questo il nome, sembra un blocco di roccia modellato dalle acque nei secoli).

L'Art Nouveau a Vienna: pittura e architettura

Pittura a Vienna (Klimt, 1862-1918)
Klimt, L'abbraccio

Klimt è conosciuto per delle decorazioni parietali nel palazzo Stoclet sul tema dell'amore. Le decorazioni sono commissionate. "L'abbraccio": le due persone sono bidimensionali senza peso, sono l'occasione di una rappresentazione simbolica di ciò che stanno facendo. Lo sfondo non contestualizza ma è simile a quelli bizantini.













Architettura a Vienna (Olbrich)
Olbrich, Pallazzo della Secessione

"Palazzo della Secessione": il palazzo ha una semplice forma geometrica (prisma) con delle decorazioni esterne. Le decorazioni sono la necessità per la quale è stato fatto l'edificio. È stato costruito come sala d'esposizione dei nuovi artisti. La parte superiore è il luogo dove entra la luce; qui viene posizionata una sfera sostenuta da quattro camini che ha la funzione di autorappresentare l'edificio e la sua funzione nella città. La sfera è dorata e ornata con foglie d'acanto (quelle che si trovavano nei capitelli corinzi).

Introduzione alle caratteristiche dell'Art Nouveau

Art Nouveau (fine 1800 - inizio 1900)
Caratteri
  • Arte dell'alta classe borghese; nasce nelle grandi città; la borghesia necessita di un'arte che la rappresenti. Il potere provoca un bisogno di far vedere il nuovo status sociale.
  • La concezione dell'arte. L'arte diventa un'entità unica ed autonoma che fonde tutto: arte totale (in musica un esempio può essere Wagner). L'arte ha un'autonomia che la porterà sulla sua strada.
  • Ispirazione. Il mondo vegetale diventa l'ispiratore degli artisti; gli artisti traducevano quel mondo elaborandolo per arrivare ad una cosa più complessa che decorasse gli ambienti. Questa è la cosiddetta Belle Époque; la linea è simile a quella di Van Gogh (le nuvole della notte stellata) ma ha un significato totalmente diverso.
  • Movimento europeo con declinazioni localistiche: Modernismo in Spagna, Liberty in Italia, Secessione in Austria, Art Nouveau in Francia.

Van Gogh: la fine tragica

Vincent Van Gogh, La chiesa di Auvers

"La chiesa di Auvers" (1890): viene ritratto il coro della chiesa (la parte posteriore esterna); sembra ci sia una prospettiva a 2 punti di fuga ma invece è una libera interpretazione di Vincent. La natura non è più codificata ma è un'interpretazione soggettiva; è il punto di inizio delle avanguardie.
La depressione è forte, Vincent un giorno esce per sparare ai corvi ma cerca di suicidarsi; si spara al cuore ma non muore subito (la pallottola era stata deviata da delle costole); ritorna in casa mentre perde molto sangue e muore poco dopo secondo leggenda subito dopo l'arrivo di suo fratello avvisato dal proprietario della casa dove abitava Vincent.

La situazione europea dopo il 1848

Gli anni dal 1850 al 1870
Nel 1867 Francesco Giuseppe concede la costituzione dualista nell'impero asburgico: l'impero diventa austro-ungarico con una maggiore autonomia ungherese. Rimangono solo alcuni ministeri in comune come quello delle finanze o della guerra. L'Austria viene esclusa dalla confederazione tedesca nel 1866. Inoltre perde l'Italia e l'influenza in Germania; vi è un'accesa rivalità tra Russia e impero austroungarico per i terreni ottomani: processo di inorientamento austriaco.

La Prussia nel ventennio post 1848

Prussia
Regime autoritario con apparente costituzione che però favoriva gli Junker (proprietari terrieri dell'est): burocrati dello Stato, erano conservatori. Gli interessi erano comuni alla borghesia industriale dell'ovest che aveva le ferrovie e le estrazioni minerarie. A Federico Guglielmo III succede nel 1861 Guglielmo I che potenzia l'esercito e nomina cancelliere Otto Von Bismark uno Junker pro-assolutismo che ha a favore l'esercito e la burocrazia: cerca di contrastare il Parlamento e fa approvare il bilancio militare del suo re attraverso un decreto reale e non con una votazione del Parlamento. In questo periodo parte l'espansione, la Prussia è sul piede di guerra; ci si sta preparando al secondo Reich.
Prima fase: 1864-1865; Guerra dei ducati. Austria e Prussia contro Danimarca per tre ducati al confine con la Danimarca (Schleswig, Holstein, Lauenburg): Austria e Prussia vinsero la guerra ma i problemi nacquero nella spartizione dei terreni vinti. Si ha quindi una seconda fase con una guerra tra Austria e Prussia nel 1866 in cui partecipa anche l'Italia (che nel frattempo si era unita) a fianco della Prussia per liberare il Veneto. La Prussia vince e l'Italia si prende il Veneto nonostante un'altra pesante sconfitta a Custoza e Lissa. La guerra finisce a Sadowa con la conseguente pace di Praga in cui Prussia e Austria si dividono i territori: viene fondata la confederazione germanica del Nord in cui i quattro Stati meridionali tedeschi erano esclusi (poiché cattolici e quindi più vicini all'impero asburgico). La Prussia è a capo della prima forma di Germania che viene unificata dal confine russo a quello francese. Terza fase dell'unificazione tedesca: guerra franco-prussiana (1870-1871). Quest'ultima fase è provocata da un problema di discendenza al trono di Spagna in cui poteva salire al trono un amico dei francesi oppure un parente degli Hohenzollern; la Francia temeva di essere circondata dagli Hohenzollern. Napoleone III chiede alla Prussia di ritirare il proprio candidato al trono e il re prussiano risponde con un dispaccio molto ambiguo che non chiarifica ciò che la Prussia voleva veramente fare; Napoleone III a questo punto dichiara guerra alla Prussia nel luglio del 1870. La Francia non è pronta però a una guerra mentre la Prussia si preparava da anni; Napoleone subisce una pesante sconfitta a Sedan e in Francia scoppia la protesta: il popolo a Parigi proclama la terza Repubblica che durerà fino all'avvento di Hitler. Parigi prima di questa esperienza proverà per un breve tempo anche a fondare una Comune anarchico-comunista; in tutto questo caos l'Italia prende Roma perché gli eserciti francesi non ricevevano più ordini da Napoleone III impegnato nella disfatta di Sedan. Il governo provvisorio francese si insedia prima a Tours poi si trasferisce a Bordeaux con Leongambetta e cerca di organizzarsi contro i tedeschi ma dopo che questi hanno bombardato Parigi, il governo deve chiedere un armistizio nel gennaio del 1871. Si ha una nuova assemblea in Francia che incarica il ministro Thiers a far pace con i tedeschi: la Francia deve rinunciare all'Alsazia e alla Lorena, deve inoltre pagare una pesante indennità di guerra di 5 miliardi di franchi d'oro e oltre ciò deve pagare le truppe tedesche che rimarranno nel territorio francese a garanzia del pagamento dell'indennità. Nello stesso anno lo Stato tedesco viene dichiarato ufficialmente a Versailles con re Guglielmo I di Prussia reggente dello stato; questa volta nello Stato tedesco sono compresi anche i 4 Stati meridionali: nasce ufficialmente il secondo Reich.

Conseguenze
La potenza militare prussiana porta a un accentramento del potere europeo nella zona tedesca; in Francia nascono movimenti revanscisti che puntano alla vendetta contro la Germania; la politica di Bismark è una riaffermazione della validità della politica della forza (fonda lo Stato attraverso conquiste militari).

giovedì 3 novembre 2011

Van Gogh: le ultime opere

Vincent Van Gogh, Sedia di Gauguin
Vincent Van Gogh, Sedia di Van Gogh





















Dopo che Gauguin lo lascia, Van Gogh produce una miniserie di 2 quadri: la sedia di Van Gogh e la sedia di Gauguin. In tutti e due è rappresentata l'assenza (di amicizia e della persona); la sede di Van Gogh ha una pipa, quella di Gauguin un libro (chiuso) e una candela accesa (simbolo di possibile ritorno all'amicizia).
Dopo un anno dal litigio Van Gogh e Gauguin ritornano amici e si scambiano un quadro (atto simbolico di amicizia tra pittori).
Vincent Van Gogh, Gli alberi
Vincent col tempo impazzisce e viene ricoverato in una casa di cura (manicomio) in cui viene isolato ancor di più dal resto del mondo. "Gli alberi" (1889) sono una premessa alla notte stellata; gli alberi sono il limite per la sua esistenza all'interno del manicomio.
"La notte stellata" (1889): Vincent compie uno studio preparativo sugli elementi. I suoi quadri hanno una struttura e una composizione. Il tema è una visione notturna. La luna è un disco con pennellate radiali; le nubi sono vortici; questo succede per la sua visione non classica del reale. Nella composizione usa la regola dei terzi per rappresentare gli elementi (il cipresso e l'orizzonte).

Vincent Van Gogh, Notte stellata