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lunedì 25 aprile 2011

Introduzione a Vittorio Alfieri

Questo è considerato un periodo preromantico in cui le passioni cominciano ad essere riscoperte in una maniera abbastanza confusa senza fini di utilità. Il mondo è però ancora fermo con le idee illuministe e gli "eroi" preromantici vedono ciò come una sfida, una battaglia.

Vittorio Alfieri
È un autore particolare: è specializzato in tragedie teatrali di tipo greco. La particolarità di queste opere è la presenza di un eroe che per la libertà si oppone al tiranno (concetto post-illuminista). Il linguaggio è solenne, fin troppo; non sono molto rappresentabili e non hanno avuto molto successo.
L'opera interessante è la sua autobiografia: libro di memorie pienamente pre-romantico. Alfieri nasce in Piemonte nel 1749 da famiglia nobile e ricca; il suo destino è quindi segnato: il Piemonte è uno staterello poco importante di montagna. Alfieri quindi è destinato a divenire un cavaliere ma si presenta come indisciplinato e stupido, ha un brutto rapporto con la famiglia. All'inizio ha grossi problemi con l'italiano; a 16 anni finita la scuola ottiene un permesso e si fa un "Grand Tour" (viaggio che i giovani dell'epoca facevano in giro per l'Europa) in Europa dalla Spagna alla Russia stando in carrozza, fregandosene di ciò che vedeva. Vive vicende sopra le righe. A 24-25 anni torna in Piemonte e decide di cominciare a scrivere per vocazione. Comincia a studiare più o meno da zero ma non ha voglia di studiare: il suo servitore ha l'ordine di legarlo alla sedia e mettergli i libri davanti. Studia latino, greco, italiano, teatro. Nelle prime tragedie sbaglia anche la metrica; lentamente comincia ad affermarsi come grande letterato e ad un certo punto regala tutti i suoi beni materiali a sua sorella in cambio di una pensione di mantenimento; lascia il Piemonte e va a vivere a Firenze da una certa Luisa Stolberg. Morirà nel 1803 e sarà sepolto a Santa Croce.