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giovedì 14 aprile 2011

L'empirismo inglese: Locke

Empirismo in Locke
La filosofia moderna è una filosofia critica nel senso che valuta le capacità e i limiti dell'uomo. (La psicologia nascerà dagli insegnamenti di Hume che continuerà ed approfondirà le basi poste da Locke). La concentrazione si è spostata sull'intelletto umano.
Le idee semplici sono dirette dall'esperienza; quelle complesse sono combinazioni della ragione e per questo non sono garantite dall'esperienza. Idee di sensazione sono dall'esterno, di riflessione sono dall'interno (dubbio, ragionamento,...) ovvero quelle che si riferiscono al nostro spirito. Non esistono idee innate poiché le idee devono essere pensate per esistere e perciò non possono essere in potenza perché non sono pensate (per esempio nei bambini o nei selvaggi che non pensano determinate idee che noi riteniamo innate, motivo per cui i razionalisti avevano teorizzato idee in potenza di essere pensate).
Gli illuministi con il relativismo culturale erano più che altro empiristi poiché si rendevano conto che il bene e il male non sono uguali per tutti popoli. Hobbes concorda con Locke sulle capacità della ragione; inoltre viene ripreso Galileo: qualità primarie (oggettive), secondarie (soggettive).
Le idee complesse possono essere modi, sostanze, relazioni. Il rapporto causa-effetto quindi è una relazione e perciò un'idea complessa (dubitabile); anche la sostanza e dubitabile in quanto idea complessa. La sostanza è l'esistenza di un substrato X incognito che unisce i vari elementi dei corpi. Locke però non nega l'esistenza della sostanza.

La relazione tra causa ed effetto nasce da 2 esperienze separate della causa e dell'effetto ma il collegamento è posto dalla mente. Le idee generali sono quelle delle specie (uomo, felini,...) di cui non facciamo esperienza diretta ma riconosciamo una similitudine. Sono i concetti universali, sono segni convenzionali del linguaggio.

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