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giovedì 27 ottobre 2011

La filosofia di Fichte: l'autocoscienza e l'io

Fichte scrive la "Dottrina della scienza" nel 1794.
Tre tipi di idealismo: soggettivo di Fichte, oggettivo di Schelling, assoluto di Hegel che sintetizza i due precedenti.
Soggettività: insieme degli io empirici; ogni uomo fa maturare l'Io assoluto che quindi coincide con la storia/cultura dell'umanità. Perché ci sia un oggetto deve esserci un essere pensante che lo pensa ma, originaria è l'autocoscienza della coscienza d'essere. L'autocoscienza è il fondamento della coscienza: il suo orizzonte è la coscienza di sé; la coscienza ha come primo oggetto se stessa. Dall'autocoscienza si deduce la vita pratica e teoretica. Il principio d'identità è posto da un essere pensante che a sua volta deve aver posto l'esistenza del suo Io; il presupposto è che prima l'Io debba affermare la sua esistenza. Io è autoctosi (Tathandlung); Tat = agente, Handlung = prodotto dell'azione stessa. I greci partivano dall'essere per arrivare all'agire, i moderni partono dall'azione per arrivare all'essere.

Principi della scienza metafisica
1) L'Io propone se stesso (tesi)
2) L'Io pone il non-Io (antitesi)
3) L'Io oppone, nell'Io, ad un io divisibile un non-io divisibile (sintesi).
Questi tre momenti sono contemporanei. Io è ponente solo se pone il non-Io (non ponente, posto), sono da sempre entrambi, sono ugualmente principi. Io e non-Io si limitano a vicenda da sempre dando io divisibili e non-io divisibili; sono sullo stesso piano assoluto sia l'Io che il non-Io. Gli io divisibili sono gli umani in quanto spirito; i non-io divisibili sono gli elementi della natura. La natura ovvero il non-Io è funzionale alla vita dell'Io, è l'ostacolo passivo che in qualche modo limita l'attività dell'Io che cerca di superarla. L'Io produce gli ostacoli che poi cerca di togliere, l'ostacolo fa crescere l'Io in libertà, in un processo infinito. L'Io è lo spirito dell'umanità. Gli io finiti hanno come meta la libertà, è una missione; la libertà è però un ideale perché l'uomo avrà sempre limiti. L'uomo tende ad umanizzare il mondo; il lavoro è un tentativo di umanizzazione.

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