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martedì 8 febbraio 2011

Introduzione a Rousseau

Rousseau 
Da ricordare tra le sue opere c'è l' "Emilio" che è un romanzo di formazione; Rousseau è un illuminista pre-romantico. "Il contratto sociale": opera teorica sulla politica. "Discorso sull'origine dell'ineguaglianza": trattato in cui espone la sua opinione su come l'uomo si sia corrotto attraverso la civilizzazione; per Rousseau l'uomo è neutro per natura. È contro le tecniche e la scienza (è anche un anti-illuminista). Concetto di "volontà generale" o di "corpo politico".
Per gli illuministi è l'intelletto la vera via, non propriamente la ragione; hanno una visione meccanicistica della natura.
Per Rousseau invece lo stato di natura è caratterizzato dall'istinto, dal sentimento; la natura è il modello a cui bisogna tornare. Questa sua idea lo rende un filosofo preromantico. Lo Stato ha un forte dovere morale, quindi politica coincide con etica. Lo stato di natura è pre-sociale: non c'è conflitto ma neanche aggregazione; è basato sulla pietà e vi è il concetto di eguaglianza. La proprietà privata non è un diritto naturale secondo Rousseau; le sue idee saranno riprese dei totalitarismi (nazismo, comunismo, fascismo) del novecento in cui lo Stato occupava tutta la società. La tecnologia ha aiutato i totalitarismi moderni.
Cos'è la natura in Rousseau? Probabilmente un qualcosa che ha precedutro la società odierna, sicuramente l'ideale di una società futura migliore; con i precedenti giusnaturalisti non c'era il punto d'arrivo del contratto sociale (ritorno alla natura), mentre Rousseau forma la sua idea di società in modo tale da assicurare un ritorno allo stato di natura. Per lui vivere all'interno del patto significa essere liberi. Parlava di uno stato di natura ipotetico (un po' come gli strumentalisti che facevano solamente ipotesi matematiche).
Se ogni cittadino aliena i sui diritti alla comunità è come se ciascuno se li tenesse; la comunità così è la volontà generale. Lo Stato o "volontà comune" si fa garante dei diritti dei singoli. La volontà generale non è la somma degli interessi individuali ma il bene comune. Il singolo, volente o nolente, deve sottostare al "corpo politico" (chiamato anche "volontà generale" o "stato" o "volontà comune").

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