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giovedì 19 maggio 2011

Foscolo: Alla sera ; A Zacinto

Alla sera
L'autore è molto attento al suono dei versi: tranquillità con vocali chiare e consonanti dolci, l'aggressività con lettere forti e dure. L'incipit dubitante sembra indicare un ragionamento sull'argomento. La morte è ancora una volta vista come una quiete (fatal); la sera gli piace poiché ricorda la calma morte. Sia che la sera si estiva o invernale è sempre amata dall'autore. La vita è un vagare (senza meta); il suono qui è caratterizzato dalle "r". Analizzando le rime: nelle quartine l'accento della rima e sulla "e"; nella seconda parte l'accento delle rime è spostato alle "o, u". I verbi riferiti alla sera sono calmi, quelli riferiti alla vita sono frenetici, indicano affanno. Nell'ultimo verso c'è la massima concentrazione di "r".

A Zacinto
Le rime delle quartine sono alternate tra scure e chiare; inoltre le rime sono "onde" e "acque". La prima frase è tenuta insieme dai pronomi relativi che però non servirebbero poiché sono uno dentro l'altro: segue una catena di associazioni di idee. Il "né" iniziale è già il secondo (il primo è implicito in una parte del discorso che l'autore considera precedente a questa poesia); la poesia è una continuazione di un discorso. L'autore compie riferimenti alla mitologia e alla sua infanzia (nacque in Grecia). Cita la nascita di Venere e la fecondità (probabilmente della bellezza); si paragona ad Ulisse che però avrà un diverso destino (riuscirà a tornare a casa). Il fato gli ha prescritto una morte lontano dalla patria; le sue ossessioni sono sempre presenti nelle sue composizioni.

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