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lunedì 16 maggio 2011

Foscolo: Dei Sepolcri (seconda parte)

Gli uomini allo stato di natura sono delle belve; poi tre cose hanno cambiato la natura umana: le nozze con la conseguente famiglia, i tribunali ovvero le leggi e la morale, le are ovvero le religioni e l'ambito della fede (principio superiore che lega). Queste innovazioni portano gli uomini a venerare defunti trattenendoli dalla terra: le tombe sono un ricordo dei fasti; al tempo dei romani la famiglia si riuniva attorno al focolare dei lari e penati (rimangono ancora forme nei dialetti di questa tradizione, ad esempio nel dialetto veneto il focolare si può chiamare anche "larìn"). Con il cristianesimo i sepolcri sono pavimento dei templi ma anche vi sono affreschi con scheletri; c'è una paura dei morti (fantasmi) che tornano perché vogliono che i loro cari preghino per loro. Nel 1700 nella cultura anglosassone i cimiteri cambiano e in questa poesia è una luce dopo il buio appena espresso: è un chiaro riferimento ai campi Elisi. Recarsi in cimitero è una pietosa pazzia; c'è un riferimento all'ammiraglio Nelson. La concezione medievale è abbandonata, qui il valore del sepolcro vale come ricordo per chi rimane; questo avviene però solo dove gli uomini hanno grande valore e sono riconosciuti dalla comunità. I ricchi in Italia si seppelliscono già nei loro palazzi; per Foscolo importa lasciare agli amici affetto e l'esempio di grande poesia. incomincia poi a parlare di Santa Croce a Firenze; aveva appena parlato dello squallore italiano, cerca però di trovare il buono: le tombe dei forti (grandi), a molti possono dare lo stesso significato di quelle anglosassoni. La prospettiva si apre sempre di più (dal singolo ai personaggi pubblici). Parla di Machiavelli come un grande sostenitore dell'unità d'Italia e "querelatore" dei potenti; Michelangelo come creatore di un nuovo cielo a Roma (Cappella Sistina e giudizio universale); Galileo in riferimento alla sua teoria sul moto dei pianeti; descrive anche la zona intorno a Firenze. Parla di Dante come un ghibellino; Petrarca come colui che purifica l'amore. Firenze è però più beata poiché conserva in un unico tempio la memoria dei grandi. Alfieri trovò ispirazione qui alle tombe di Santa Croce dove ora è presente. Da Vittorio Alfieri salta a riferimenti degli eroi greci (il nesso logico non c'è, c'è solo collegamento tra grandi personaggi); è un esempio di stile sublime in cui i poeti non seguono la logica ma l'ispirazione (famoso esempio è l'autore greco Pindaro). Il collegamento sono le tombe di Maratona dedicate a quegli eroi. Parte poi con una descrizione della battaglia di cui rimane il pianto e il canto delle Parche (questo elemento darà più solennità da questo momento alla composizione). Come sono costruiti i ricordi indelebili? Dalla poesia e dal canto che vanno oltre i soliti principi. Ritorna a Pindemonte che aveva viaggiato molto e rappresenta l'apertura verso il mondo e le sue conoscenze. Ippolito nei suoi viaggi ha mai sentito delle opere greche? C'è un riferimento al fatto tra Ulisse e Aiace (contesa delle armi di Achille che cadono dalla nave di Ulisse e vanno a finire sulla tomba di Aiace): la morte porta anche una giustizia che in vita non ha potuto esserci.

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