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lunedì 9 maggio 2011

La rivoluzione francese - La situazione in Italia

In Italia
Dal 1796 Napoleone combatte in Italia contro gli austriaci (gli italiani sono a favore dei francesi:): tutta l'Italia prende nuove costituzioni (tipo francese del 1795): Repubblica Cispadana, Cisalpina, Ligure, Romana e Partenopea. Finisce il feudalesimo, vengono razionalizzati i beni della Chiesa, si ottengono varie libertà. Avviene un saccheggio dei beni artistici e della campagna: i francesi volevano un pagamento per la liberazione (alla fine vengono a galla sempre motivi economici). Gli italiani cominciano a non sopportarli. Nel 1799 ritornano i vecchi poteri in Italia. Nasce un dibattito sul fallimento; la popolazione non era stata coinvolta e tendeva alla conservazione; gli ideali erano astratti e non comprensibili. Nasce l'idea di una nazione italiana (anche in Germania incominciò un uguale processo). Trattato di Campoformio del 1797 in cui Venezia perde tutto in cambio che l'Austria riconosca la Repubblica cisalpina: questo porterà alla fine di Venezia. Il Piemonte e la Toscana erano parti della Francia, la Sardegna era rimasta ai Savoia. L'esercito austroungarico nel 1799 restaura i vecchi regimi tranne la Repubblica di Venezia. Nel 1800 Napoleone scende ancora in Italia e rifonda la Repubblica Cisalpina, nel 1802 questa repubblica diviene la Repubblica italiana, nel 1805 diviene il regno d'Italia con re Napoleone (ne facevano parte anche Veneto e Istria). Il regno di Napoli viene assegnato prima al fratello di Napoleone poi a Gioacchino Muràt. La Sicilia va ai Borboni, Roma è dichiarata libera città imperiale.
Diritto napoleonico: uguaglianza dei cittadini, soppressione dei feudi, libertà economica, laicità dello Stato, diritti politici fondati sulla vita privata. Questi dettami rimarranno anche nelle costituzioni del diciottesimo secolo e sono ancora presenti in buona parte oggi nelle attuali costituzioni.

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