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lunedì 17 ottobre 2011

Schleiermacher: il pensiero ermeneutico

Schleiermacher
Studia in particolare il fenomeno religioso rispetto alle altre vie per l'assoluto; qualsiasi religione va bene per lo scopo. Dedica molto studio anche all'ermeneutica filosofica: è considerato il padre dell'ermeneutica moderna, ripreso da Dilthey, Nietsche, Heidegger, Gadamer. L'ermeneutica viene applicata soprattutto negli scritti di Platone per scoprire il vero pensiero del filosofo greco (ermeneutica significa interpretazione).
Religione: è intuizione e sentimento dell'infinito; nell'intuizione finito e infinito si toccano, il sentimento è la risposta che l'uomo dà all'infinito. Prima il finito accoglie l'infinito poi gli risponde. Il finito vive il sentimento della dipendenza dall'infinito. L'ermeneutica sostiene che tutto passa attraverso parametri storici, anche la religione. Il doppio legame tra parte (finito) e tutto (infinito) presente nella religione è necessario e biunivoco. L'oggetto interpretato deve essere in uno spazio tra la familiarità e l'estraneità al soggetto interpretante. Il soggetto deve vedere l'oggetto, ma in un orizzonte non troppo vicino e nemmeno troppo lontano. Circolo ermeneutico: rapporto biunivoco tra parte e tutto; il circolo tende all'infinito. Come in una poesia: i versi fanno capire la poesia che allo stesso tempo fa capire il significato di ogni singolo verso. È inoltre un circolo che si può aprire ad insiemi sempre più grandi (spesso in riferimento al contesto storico). L'ermeneutica è figlia dell'esegesi dei testi sacri; la prima però interpreta tutto lo scibile. Inoltre l'interpretazione dipende anche dal soggetto interpretante. La storia è un grande processo di interpretazione. Anche il movimento verista o realista del 1800 non poteva veramente fotografare la realtà poiché l'autore nella scelta delle parole o delle pennellate costruiva nell'opera una sua struttura, creata con le proprie forme mentali.

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