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lunedì 28 novembre 2011

Risorgimento: la seconda guerra d'indipendenza e l'unità

Napoleone III scende in guerra contro l'Austria vincendo a Magenta, San Martino, Solferino. Perché quindi si interrompe? Non doveva inimicarsi i clericali francesi che facevano riferimento al Papa (un'unificazione italiana avrebbe portato alla sparizione dello Stato della Chiesa) aveva paura di un attacco della Prussia (la Francia si stava allargando troppo); il controllo dell'Italia non andava nella direzione sperata: le insurrezioni in Toscana ed Emilia guidate per lo più dalla "Società Nazionale" stavano facendo allargare troppo l'influenza del Piemonte. La Società Nazionale era un'organizzazione con presidente Manin, con vice Garibaldi che aveva come motto: "Italia e Vittorio Emanuele II"; poteva vantare sostenitori del calibro di Cavour.
Mazzini in questo periodo invece fonda a Ginevra il "Partito d'azione" il primo partito europeo come organo di battaglia dei democratici; sosterrà i 1000 di Garibaldi.
I governi provvisori in Emilia e Toscana chiedono l'annessione al Piemonte che manda dei commissari per valutare la questione; a questo punto Napoleone interrompe tutto e i patti di Plombieres vengono mantenuti in modo diverso: Napoleone III concede l'annessione di Emilia e Toscana in cambio di Nizza e Savoia. Questo successo si ha anche grazie alla collaborazione tra moderati e democratici nelle zone che dovevano annettersi. Il Papa a questo punto scomunica chi ha occupato il suo Stato (parte dell'Emilia annessa faceva parte dello stato della chiesa).
Spedizione di Sapri (ultima esperienza mazziniana, nel Cilento)
Iniziativa del democratico Carlo Pisacane che sosteneva che il socialismo in Italia doveva partire dai contadini senza aspettare la borghesia. I contadini però vedendo sbarcare gli uomini di Pisacane li prendono per briganti e li consegnano alle autorità borboniche facendo finire prematuramente quest'esperienza.
Spedizione dei 1000
La spedizione parte tra il 5 e il 6 maggio del 1860 da Quarto; arrivati in Sicilia occupano la regione aiutati dai contadini; quando però Garibaldi dichiarerà la dittatura dell'isola a Salemi a nome di Vittorio Emanuele II l'appoggio dei contadini comincerà a diminuire. In quest'esperienza Vittorio Emanuele II è d'accordo con Garibaldi mentre Cavour rimane ostico a questa spedizione perchè potrebbe creare problemi internazionali; gli inglesi però la accettano come cuscinetto all'espansione francese. Cavour vista l'arrembante avanzata di Garibaldi fa scendere verso il regno borbonico un esercito per fermare l'avanzata garibaldina prima che arrivi a Roma. Incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II che con il famoso "obbedisco" cede alla monarchia.
Il 7 marzo del 1861 si riunisce il primo parlamento nazionale a Torino: "Per grazia di Dio e volontà della nazione" Vittorio Emanuele è proclamato re d'Italia. Lo statuto Albertino diventa lo statuto d'Italia: i funzionari sono tutti piemontesi e liguri: in questo periodo vi è anche un forte brigantaggio sostenuto soprattutto dal papato e dai Borbone. Questa emigrazione dei funzionari provoca una piemontizzazione della penisola. Fuori dall'unione italiana rimase solo il Lazio (ciò che era rimasto dello Stato della Chiesa) e il nord-est.

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