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lunedì 28 novembre 2011

Hegel: gli scritti giovanili

Opere giovanili
Scritti teologico-politici. Hegel ebbe molto successo come professore se si considera il suo numero di studenti (Schopenauer era suo rivale anche per questo poiché lui di conseguenza ne aveva pochi). La sua educazione parte del seminario di Tubinga: studia quindi molto bene teologia. La teologia è il mezzo per accedere all'assoluto nella sua prima fase di pensiero.
La ragione collega: coglie il senso della realtà. La ragione è quasi come un Dio che cerca di cogliere il tutto dall'esterno.

"Vita di Gesù"
Hegel scrive alcuni nuclei chiave del suo pensiero ma soprattutto segna il cambiamento da Kant: condivide con Kant il fatto che la morale di kantiana sia simile a quella di Gesù (morale autonoma, libera, intenzionale).
"La positività della religione cristiana"
Critica il kantismo poiché c'è un dualismo pericoloso tra ragione e natura che trasforma la morale in una forma che può avere al suo interno qualsiasi contenuto. Forma e contenuto devono invece essere legati. L'eticità (forma unita a contenuto) deve prevalere sulla moralità (prevalenza di forma). Si distanzia tra la morale formale di Kant perché è astratta; l'eticità è la sintesi tra moralità e diritto (il modello sono i greci e la "bella eticità greca").
Mette in luce come la Chiesa abbia positivizzato, dogmatizzato la legge di Gesù. Per Gesù i farisei erano dei sepolcri imbiancati (dogmatici), la Chiesa di oggi è così: esteriore, dogmatica. L'annuncio di Gesù è stato tradito; la religione è stata fissata, irrigidita.
"Lo spirito del cristianesimo e il suo destino" 
È il punto d'arrivo della sua riflessione: il destino della religione è di essere superata dalla filosofia. La ragione dialettica è la via: no intelletto ma pura razionalità. Questo testimonia la sua evoluzione dalla fiducia nella religione alla fiducia nella sola ragione. Hegel contribuisce ad un clima antisemita; analizza la società ebraica: c'è un rapporto scisso con la natura, dimostrazione ne è il racconto del diluvio universale; il rapporto con la natura è conflittuale. Il rapporto con Dio è scisso, Dio è trascendente; Dio è salvifico (salva l'uomo dai drammi soprattutto naturali). Sono scissi anche dagli altri popoli (sono il popolo eletto, privilegiato), sono ostili, conflittuali; vivono nella paura di tradire Dio: guerre contro gli infedeli. Può essere considerata la prima triade dialettica: unità nell'eticità greca (rapporto Dei-uomo-natura), gli ebrei sono l'antitesi, Gesù doveva portare alla sintesi ma è stato tradito (Gesù è sintesi tra trascendente e immanente, sovranatura e natura, infinito e infinito).

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