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domenica 6 maggio 2012

Prima Guerra Mondiale: sintesi (seconda parte)

Nel febbraio 1917 cade lo Zar in Russia e si insedia un regime democratico che non riesce a tenere l'ordine nel paese; dopo alcuni mesi avrà inizio la rivoluzione e la Russia dovrà abbandonare gli alleati in guerra. Nel frattempo il Papa Benedetto XV prova a far sentire la sua voce per inviare un messaggio di pace ma, il rumore delle mitragliatrici e i boati delle bombe sono più forti. L'Italia è demoralizzata e i tedeschi l'hanno individuata come il punto debole avversario; nelle piazze italiane la gente chiede pace, la polizia spara e la stampa censura. Il 24 Ottobre 1917 una pesante offensiva austro-tedesca porta l'esercito italiano alla rotta presso Caporetto. L'attacco portato da Van Belov fece 300000 tra prigionieri, feriti e morti tra gli italiani che arretrarono per oltre 150 km fino alla linea del Piave e del monte Grappa con solo la 3° armata ancora belligerante. Cadorna accusa i soldati per questa sconfitta e vengono instaurati processi sommari ai disertori per dare l'esempio a tutti. Simile meccanismo si poteva osservare anche in Francia dove truppe estenuate dalla guerra in trincea tendevano all'insubordinazione. Gli italiani nonostante tutto resistono sul Piave dando notevole prova di coraggio e mostrando le debolezze austro-ungariche (diverse nazionalità, lontananza da casa e da fonti di approvvigionamento). Cadorna viene sostituito da Armando Diaz, un generale più realistico e che teneva maggiormente ai singoli soldati ma che non era certo un abile stratega. I soldati vengono così spinti a combattere con la promessa di compensi di vario genere. Il paese intero collabora con una maggiore produzione di armamenti da parte della grande industria mettallurgica. Cambiano le strategie di attacco favorendo reparti speciali d'assalto con incursioni mirate alla fanteria con attacchi frontali a viso aperto. La marina italiana ottiene numerosi successi con veloci motoscafi siluranti affondando diverse corazzate nemiche nel Mar Adriatico. La neonata aviazione inoltre si fa notare con i primi bombardamenti in Istria e con i primi combattimenti "dogfight" (aereo contro aereo) in cui si distingue tra le file italiane il pilota F. Baracca con 34 abbattimenti.

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