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lunedì 22 luglio 2013

L'assoluto nella religione per Hegel

Nella religione l'assoluto è rappresentazione e in quanto tale è una metafora del concetto. Le rappresentazioni hanno ancora tratti sensibili (provenienti dall'arte) e procedono in modo adialettico, giustappongono elementi (le cose sono affiancate senza un particolare ordine o particolari collegamenti). La religione è viziata dalla temporalità, è il secondo stadio dialettico dell'assoluto. I dogmi sono forme più basse di verità filosofiche; la religione segue la provvidenza dove la filosofia segue la razionalità. L'assoluto nella religione è mostrato in forma storica, contingente (per la filosofia invece si esce dal tempo verso l'eterno).
 La filosofia deve riconoscere la religione e il pensiero di ogni tempo contestualizzandoli; Hegel riconosce 4 stadi nella storia della religione. Il primo stadio è la religione naturale in cui Dio è immerso nella natura che circonda l'uomo; le forme più alte si trovano nell'induismo e nel panteismo. Il secondo è caratterizzato da un Dio che è spirito libero ma ancora in ambito naturale; esempi sono la religione persiana, siriana ed egiziana. Nel terzo stadio Dio prende sembianze umane come nel giudaismo e nelle religioni greco-romane. Nel quarto stadio caratterizzato dalla religione cristiana Dio è puro spirito infinito.

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