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lunedì 7 novembre 2011

Pirandello: i tre romanzi e l'umorismo

Pirandello progetta di scrivere 365 racconti nella raccolta "novelle per un anno"; ogni singolo racconto veniva pubblicato sui giornali che dopo una serie di 15 anche in piccole raccolte da appunto 15 racconti. Si ferma però alla raccolta numero 15 dopo aver scritto 225 racconti; diverse commedie o opere teatrali derivano dai racconti: le novelle sono un calderone per la produzione successiva.

3 romanzi
"Quaderni di Serafino Gubbio operatore". In questo romanzo il protagonista parla del suo lavoro (uomo che gira la manovella); l'individuo è ridotto ad un meccanismo. Pirandello conosceva bene il mondo del cinema poiché molte sue opere furono trasposte in lungometraggi ancora quando era vivo.
"Il fu Mattia Pascal". Mattia è un giovane di famiglia benestante in fallimento; si sposa ma il matrimonio è poco fortunato (suocera come una strega, bambina morta pochi anni dopo la nascita). Scappa di casa e va a Montecarlo; dai pochi spiccioli che aveva riesce a vincerne molti e progetta di tornare a casa. Nel viaggio di ritorno scopre dai giornali che quelli del suo paese lo credevano morto. Lui ora è libero: si stabilisce a Roma ma comincia a rendersi conto che per la società lui è morto. Si innamora di una ragazza ma non può far nulla poiché è civilmente morto. Decide quindi di tornare a casa facendo finta di buttarsi sul Tevere (seconda morte finta per lasciare la società romana). Scopre che sua moglie nel frattempo si è risposata con un suo vecchio rivale; decide allora di lasciar stare e si trova un impiego per sopravvivere ed aspettare la sua "terza e definitiva morte".
"Uno, nessuno, centomila". Ultimo romanzo a cui ha lavorato moltissimo e in cui riepiloga i temi da lui affrontati. Il protagonista Vitangelo Moscarda è figlio di un "banchiere" (usuraio). Il padre è morto e Vitangelo lascia il lavoro paterno ai soci; il personaggio è caratterizzato da continue paranoie (fin dall'inizio con la storia del naso pendente) che porteranno alla rovina interna del protagonista. Prende un'iniziativa che nessuno capisce: fa sfrattare una persona abusiva nel suo giardino e gli regala una casa con atto notarile. Ciò per far sì che gli altri mettano in discussione la loro visione di Vitangelo. La gente però pensa che lui sia semplicemente pazzo; i fatti esteriori sono semplici e lineari, la vera complessità della storia sta nelle sue paranoie. La trama è solo un pretesto per indagare le paranoie del protagonista. 

L'umorismo
Pirandello nel saggio sull'umorismo spiega che la comicità di una situazione sta nella diversità di ruolo che un personaggio ha rispetto alla normalità. Questo secondo Pirandello è l'avvertimento del contrario che però molte volte ha una fase ulteriore. Bisogna domandarsi il perché, bisogna riflettere sulla situazione; bisogna capire le motivazioni. Questo è il sentimento del contrario (comicità più riflessione), l'umorismo.
Il sentimento del contrario (da la "vecchia signora")
La riflessione fa parte dell'opera: Pirandello smonta la situazione comica appositamente. L'umorismo è presente solo dopo aver effettuato la riflessione sulla situazione comica

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