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lunedì 28 marzo 2011

Confronto razionalismo - empirismo

Razionalismo-empirismo
Punti in comune: realtà esterna, cogito (anche se con differenze). Si parla di filosofia critica (crisi = valutazione; Kant effettuerà una filosofia valutativa nei confronti delle possibilità che la mente umana ha di conoscere). Secondo gli empiristi le rappresentazioni dei sensi sono le idee del cogito ovvero gli elementi su cui si forma il cogito. Il senso comune coincide con ciò che ha detto la filosofia realistica: le cose sono indipendenti dal pensiero. Dalle origini a Kant la filosofia è realistica; anche la scienza moderna è d'accordo. Cartesio dimostra che il mondo esiste: la sua dubitazione però è stato un primo passo verso l'idealismo, se non lo dimostrava sarebbe stato un idealista. Prima di Descartes la realtà non è dubitabile; con lui il pensiero non vede la realtà ma le sue rappresentazioni. La filosofia moderna cerca di dimostrare la realtà esterna. Nell'antichità non c'è la soggettività del conoscere quindi certezza = verità (l'uguaglianza pende più verso la verità); con gli idealisti l'uguaglianza sarà pendente più verso la certezza; con i moderni non c'è sempre corrispondenza tra certezza e verità. Con l'idealismo conosciamo solo ciò che ci dice il pensiero quindi la verità coincide con la certezza e non il contrario. L'apparato sensibile umano riceve passivamente stimoli dall'esterno; questo può essere rivelativo (empirismo) o occultante (razionalismo). Per i razionalisti le idee innate servono per oltrepassare le rappresentazioni sensibili (il cogito porta alla realtà esterna). La metafisica non è più lo studio delle cose al di là della realtà ma lo studio della realtà esterna (gnoseologia). La realtà formale è l'obiettivo: si parte dalla realtà oggettiva (cogito).
La sensibilità è contenuto della coscienza secondo gli empiristi ma anche per i razionalisti: per Cartesio il colore è un'idea, quindi la sensazione è un'idea. Si è consapevoli delle qualità sensibili. L'empirismo nega gli aspetti della ragione indipendenti dalla sensibilità; l'esperienza è data dal contenuto coscienziale della sensibilità. Sia razionalisti che empiristi convengono che la sensazione è un effetto della realtà esterna (relazione necessaria di causa-effetto). Hume affermerà che non c'è una relazione di necessità (afferma che il principio di causa effetto non porta a conseguenze necessarie).

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