Social network

Segui gli aggiornamenti sulla pagina ufficiale di Facebook  

domenica 20 novembre 2011

Il governo d'Azeglio e Cavour in Italia

L'Italia dopo il 1848
Nel regno di Piemonte dopo lo statuto Albertino ci fu un governo d'Azeglio che ha dovuto affrontare il problema dell'indennità di guerra che il Parlamento non voleva pagare. Vittorio Emanuele II allora scioglie il Parlamento e con il proclama di Moncalieri chiede al popolo di eleggere dei moderati per pagare il debito di guerra. D'Azeglio all'ora prova ad ammodernare lo Stato: una prima legge è contro il patrimonio della Chiesa (legge Siccardi): eliminava il diritto d'asilo, il foro ecclesiastico e la mano morta. Il diritto d'asilo era l'extraterritorialità del territorio all'interno delle chiese; il foro ecclesiastico era quel tribunale che giudicava i clericali che commettevano crimini; la mano morta erano quei possedimenti appartenenti ad ecclesiastici che non erano tassati e non erano vendibili (terreni molto spesso tenuti incolti). Nel dibattito su questa legge si distingue Cavour: nel 1850 diventa ministro dell'agricoltura, delle finanze e della marina. Cavour era avviato alla carriera militare ma scelse altre strade: le sue tenute sono fondi agrari (esiste tuttora nel vercellese il fondo Cavour) che rappresentavano per i suoi contemporanei un modello. Conosce molto bene la realtà europea, fa il giornalista e fonda una rivista detta "Il Risorgimento". Pensiero di Cavour: è un liberista moderato, auspicava riforme per un progressivo miglioramento delle società, prospettava trattati commerciali con paesi europei, era a favore dell'abolizione dei dazi sul grano, era diffidente a modificare velocemente il suffragio (anche se era d'accordo in linea di massima); era anti-socialista, sostenitore del parlamentarismo (il suo governo infatti risponderà nella prassi al Parlamento e poco al Re); sulla politica era favorevole a un'esclusione dell'Austria dall'Italia per un regno dell'alta Italia compiuto dallo Stato sardo.
Nel 1852 realizzò il "Connubio": un accordo tra moderati di destra e sinistra (non esistevano i partiti) per togliere gli estremisti di una parte e dell'altra e che appoggiasse il governo. Il re lo stesso anno lo nomina capo dei ministri mentre lui ha già preparato la strada per una stabile maggioranza parlamentare. Il presidente del consiglio diventa protagonista. Il Connubio, morto Cavour, degenera nel trasformismo politico dei giorni vicini a noi; sistema del tipo clientelare. Dopo il 1848 ci fu molta emigrazione politica dagli altri Stati italiani (che avevano perso gli statuti), si parla di 20-30.000 esuli. Il governo Cavour dura circa dal 1852 al 1859 con qualche crisi all'interno. I fatti da ricordare sono: il riordino dell'esercito e della marina (costruzione e potenziamento dell'arsenale di La Spezia), il libero scambio con vantaggi per l'agricoltura, potenziamento delle ferrovie che da 8 km di rete ferroviaria arrivano a 850 km, il traforo del Frejus, il potenziamento dell'industria siderurgica e meccanica con la nascita delle industrie Ansaldo, l'istituzione di una banca per prestiti a basso interesse, la costruzione di canali per migliorare le tecniche agricole, il potenziamento del porto di Genova. Cavour era a favore di imposte dirette sui consumi e non di imposte indirette sui redditi per favorire il capitalismo nascente.
Il ministro Rattazzi (personaggio di centro sinistra che è al governo grazie al Connubbio) vuole sciogliere gli ordini di sola contemplazione e i beni vengono i camerati dallo Stato. Si arriva a una crisi detta Calabiana (dal vescovo Nazari di Calabiana); Cavour si dimette ma il re lo richiama e la legge passa con alcune modifiche. Cavour in seguito modifica il suo pensiero religioso-politico e arriva ad una formulazione: "libera Chiesa in libero Stato"; indipendenza tra Stato (laico) e Chiesa. La Chiesa deve rinunciare al suo potere temporale. Con Cavour il Piemonte arriva tra le grandi potenze europee rimanendo pur sempre con un'azione anti-austriaca.

Nessun commento:

Posta un commento