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martedì 30 agosto 2011

Machiavelli: i caratteri della fortuna

Niccolò Machiavelli - Virtù e fortuna
La fortuna può sempre cambiare i piani degli uomini; i cristiani sopportano ciò sperando in un bene superiore dopo la morte. A questo punto sorgono alcune domande: il male deriva quindi dal caso? In tutto questo che parte ha la nostra razionalità? Molti sanno che esiste questo ruolo della fortuna e quindi c'è la credenza che non sia gestibile. Esiste però il libero arbitrio: secondo l'autore metà delle azioni le governa la fortuna, l'altra metà le condizioniamo noi. La fortuna viene paragonata ad una piena di un fiume: non si può controllare nel momento dell'onda principale ma si può gestire con opere artificiali precedenti (argini, canali...).
I grandi paesi europei hanno fatto opere di unificazione che prevengono problemi come le guerre civili mentre in Italia si è pensato soprattutto alle arti e i risultati politici sono evidenti. Il principe non può basarsi solo sul favore della fortuna poichè appena esso muta, il principe cade. Gli scopi dei principi sono solo gloria e ricchezza. Il comportamento di un principe può essere più o meno adeguato alla realtà effettuale del contesto; di solito se si vede che in una situazione un certo comportamento è produttivo lo si mantiene. Un prudente pensando troppo perde l'attimo mentre un coraggioso o impulsivo riesce a cogliere l'attimo. Uno coraggioso era papa Giulio II che fu fortunato a trovare la situazione adeguata per il suo carattere; l'importante è far diventare prudenti gli altri facendo cose inaspettate (agendo anche impulsivamente). Bisogna essere pronti ad adattarsi ai cambiamenti di situazione quindi non bisogna essere troppo intransigenti in certi valori. La fortuna è donna e come tale è amica dei giovani poichè sono impulsivi; è vero anche che se necessario va picchiata (gestita, manovrata).

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