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martedì 13 settembre 2011

Nozioni sulla Critica alla Ragion Pratica in Kant (1)

Kant sostiene che per l'uomo è impossibile non fare metafisica poiché quelle domande sono insite nell'uomo.

Ragion pratica
La frattura tra le due ragioni è interna all'uomo. La ragion pratica da' indicazioni alla volontà; Aristotele aveva già distinto in virtù dianoetiche ed etiche, quindi la divisione praticata da Kant non è un'assoluta novità. È una morale di tipo deontologico e non eudeimonistico come era stato per la maggior parte fino a quel momento. Deontos = dovere; già gli stoici avevano un'idea simile. Un altro tipo di morale è quella edonistica (il fine coincide con il piacere). Kant critica sia quella edonistica, sia quella eudeimonistica.
Principi pratici: massime e imperativi, sono determinazioni rispettivamente soggettive e oggettive della volontà. Gli imperativi possono essere ipotetici o categorici.Le massime non hanno universalità ma valgono solo per la persona stessa. Gli imperativi sono universali a gradi diversi: gli ipotetici valgono per molti ma non per tutti, i categorici valgono per tutti. Ipotetico: se vuoi,... devi...; universalità circoscritta a chi ha lo stesso scopo. Categorico: tu devi...; fonda una legge morale.
Distinguere legge naturale da morale; si serve di una distinzione linguistica tedesca per dovere: sollen e mussen. Il primo è un dovere morale, il secondo è un dovere naturale. Il dovere morale implica necessariamente la libertà; il tu devi è "ratio conoscendi" della libertà; la libertà è "ratio essendi" del dovere. Sentiamo il senso del dovere proprio perché siamo liberi. Da dove è arrivato il tu devi? Il pensiero kantiano è molto tedesco e viceversa. Kant è stato educato al senso del dovere del "Pietismo" in famiglia. Il "tu devi" viene quindi dalla ragione, è un fatto della ragion pratica. L'imperativo categorico è unico, è solo il "tu devi".

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