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sabato 28 gennaio 2012

La politica interna di Bismark: il Reich

Bismark
Dopo il 1870 si ha l'esperienza di un lungo periodo di pace in Europa con una serie di trattati molto importanti. Dopo la nascita del Reich: la Prussia ha una posizione dominante su confederazione di 25 Stati che erano parzialmente autonomi con cancelliere che era responsabile di fronte all'imperatore, re di Prussia, capo dell'esecutivo. C'è la presenza di due camere: il Reichstag eletto con suffragio universale maschile per far votare i contadini notoriamente conservatori; il Bundesrat era il consiglio federale che rettificava le leggi dello Stato (anche se era un potere di facciata, quello legislativo). Consolidare stato già forte; l'aristocrazia militare terriera, la borghesia industriale e l'alta burocrazia erano un blocco per far crescere lo stato (neutralizzando l'opposizione). Politica economica per guadagni in agricoltura reinvestiti nell'industria; Bismark appoggia la grande industria per le risorse minerarie in abbondanza; introduce inoltre un sistema protezionistico nel 1879 con dazi doganali; promuove le commesse statali per l'industria soprattutto per le forze armate. Il partito di opposizione, il Kultur Kampf era un partito cattolico di centro che esprimeva il volere del sud e delle minoranze francesi; per arginarlo Bismark fece leggi anti-ecclesiastiche con imprigionamento di vescovi; in seguito mitiga l'atteggiamento con esso e si allea contro il partito socialdemocratico nato nel 1875 a Gotha; Marx non approva quest'ultimo movimento: "Critica al programma di Gotha". Questo partito punta alla lotta parlamentare. Contro questi ultimi socialisti Bismark attua le seguenti azioni: limitazione della libertà personale, di associazione e di stampa (anche per attentati all'imperatore). Tra il 1883 e il 1889 Bismark promulga una legislazione avanzata sul Welfare: assicurazione obbligatoria sul lavoro, malattia, pensioni: si ha un socialismo di stato ovvero di cattedra; quello di Bismark era un riformismo conservatore dello Stato che interveniva sulla libera concorrenza, sulla degenerazione dell'iniziativa privata (teorie di Wagner erano anche più estreme: nazionalizzare il bene sociale). Queste misure non sfavoriscono i partiti d'opposizione che anzi nel 1890 (quando il governo di Bismark finisce) contano questi numeri: 35 deputati dei socialisti e anche centro esce rafforzato.

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