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sabato 28 gennaio 2012

Il positivismo nella cultura e nei lati oscuri

In questo periodo vengono fatti grandi progressi in medicina, tecnologia e grandi esposizioni. C'è un grande ottimismo nell'aria infatti i positivisti ritengono che tutti i problemi possano essere risolti con la scienza e la sociologia (fisica della società). Per tutto l'ottocento e i primi anni del 1900 il positivismo pervade la società europea che influenza in vari ambiti. Tra le due guerre mondiali però ci si rende conto dei limiti del positivismo e dei suoi drammi (le nuove tecnologie militari, bombardamenti, eccidi). La scienza non è solo quello che gli scienziati hanno fatto credere. Si pone quindi in una fase esistenzialista contrapposta al positivismo: precarietà e fragilità della vita dell'uomo rispetto al positivismo. Con il colonialismo e l'imperialismo gli uomini si esaltano; la Francia ha possibilità di fare studi sul campo studi sulla lingua, sulle parentele etnico-linguistiche.
In Italia il positivismo si impone presto ma viene poi sostituito dal neo-idealismo guidato da Croce e Gentile. Nel 1866 il ministro dell'istruzione vara una legge in cui inserisce nei programmi scolastici le materie scientifiche, insegnate attraverso il metodo sperimentale (in Italia finora c'era solo cultura umanistica). In Italia non ci sono eccessi come il razzismo presenti sia in Francia che in Germania. Gobineau è considerato uno dei padri del razzismo che da lui viene teorizzato. Le sue teorie si intrecciano con quelle di Darwin. Nel "Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane" del 1855 egli sostiene la superiorità della razza bianca attraverso la selezione operata dalla natura e dalla storia. Spencer introduce l'idea di evoluzione, come spiegazione della realtà nel suo complesso, in ambito della conoscenza. Darwin si sofferma più sulla teoria biologica. La specie si evolve nel tempo in una lotta per la sopravvivenza. Non è colpevole di fornire idee al razzismo, ma dà origine a un filone di idee, il Darwinismo sociale, offrendo la giustificazione sociale del prevalere dei forti sui deboli come accade in natura. Il colonialismo è giustificato anche da queste teorie poiché gli europei sono meglio degli altri: devono perciò portare la cultura, anche con la violenza. Gli effetti di queste teorie e queste azioni si noteranno con evidenza nel 1900.

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