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lunedì 3 ottobre 2011

Il pensiero di Marx: un messaggio messianico del 1800

Marx
Fino a quel momento i filosofi cercavano di capire il mondo, Marx dice che bisogna cambiarlo: filosofia della prassi.
Materialismo storico: a determinare le manifestazioni della società, non deve essere il pensiero ma le condizioni materiali della vita e la struttura economica (struttura della realtà); questa è la base di ogni altra sovrastruttura (religione, arte,...).
Marx ribalta la concezione di Hegel: non si cammina con la testa ma con i piedi. Da Hegel eredita però l'importanza data alla storia: tutto è sempre in moto, nulla di statico; è centrale la prassi. Storia significa movimento: tutto è in un divenire dialettico; le contrapposizioni sono continue e senza conciliazione. Per Hegel invece c'era una conciliazione dopo lo scontro; per Marx la lotta è tra classi (che possono anche cambiare nel corso del tempo): nell'età a lui contemporanea c'è lo scontro tra borghesia e proletariato. La frattura si crea per lo sviluppo continuo dei mezzi e delle necessità, il problema sono i rapporti sociali che faticano a cambiare al passo con lo sviluppo restando fossilizzati; cambiano i modi di produzione e devono cambiare anche i rapporti tra capo e operaio che determinano poi i rapporti nella società. Dentro ogni epoca c'è una contraddizione: cambiano i mezzi, cambiano i bisogni (anche indotti), cambiano i modi di produzione ma i rapporti di lavoro tendono a rimanere uguali. Chi ha il potere da prima, cerca di mantenerlo fossilizzando la socialità. Il conflitto tra classi deve arrivare all'apice con il massimo della conflittualità.
Il sistema economico capitalistico ha delle falle interne che porteranno la sua autodistruzione. Lo scopo ultimo è eliminare le classi e quindi il conflitto: lo Stato sarà eliminato perché borghese. La sua è una visione "messianica" che deve essere realizzata in questo mondo non dopo.
È considerato uno dei padri dell'ateismo: la religione illude le persone che la giustizia arrivi da un'altra parte; bisogna agire per cambiare qui ed ora."La religione è l'oppio dei poveri (popoli)." Per Marx la proprietà privata non è un diritto; il capitalismo si alimenta di plusvalore. Il plusvalore è quel lavoro in più che non viene corrisposto all'operaio e che quindi secondo Marx fa guadagnare in modo losco il capitalista: il rapporto tra salario e ore non è rispettato. Il salario copre solo parte dell'orario di un operaio. Il lavoro è una merce con un valore e una qualità: produce altre merci. Il salario è determinato in base ai bisogni fondamentali dell'operaio, ciò che gli serve per sopravvivere.

Ogni merce ha un valore di scambio (quantità di lavoro socialmente necessaria per produrla) e un valore d'uso (ciò per cui serve). Il valore non varia in base al principio della domanda/offerta ma in base al valore di scambio. Tutto quello che è separato dal lavoro di produzione è feticcio: qualcosa considerato indipendentemente dal lavoro di produzione.

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