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giovedì 17 novembre 2011

Risorgimento: D'Azeglio e Cattaneo, il pensiero

Il pensiero di D'Azeglio
I principi devono applicare nei loro Stati le riforme; miglioramento dei trasporti nazionali, non solo regionali. I principi non vengono destituiti ma devono collaborare per ottenere l'indipendenza dallo straniero. Parla di restaurazione del sistema rappresentativo forse riferendosi all'età dei comuni. Il sistema militare per la difesa dall'esterno e le guardie civiche per gli interni devono essere uniformi tra stato/regione e stato/regione (all'interno dell'unità italiana) per una buona organizzazione dello Stato unitario. Chiede un miglioramento delle leggi sulla stampa e sulla libertà di espressione. È presente un invito ai principi di non temere i democratici all'interno dei loro Stati e al popolo di non creare movimenti sovversivi che facciano prendere decisioni affrettate ai principi (interventi militari di Stati esteri).

Il pensiero di Cattaneo
Ha un'ottima stima degli Stati Uniti in quanto c'è un buon federalismo (gli Stati sono riusciti a conservare una buona indipendenza). I fallimenti dell'unificazione italiana del 1848 secondo i più sono responsabilità dei militari, Cattaneo invece sostiene sia un problema civile in quanto i principi dovrebbero comportarsi per il bene del popolo e non per gli aspetti personali. Gli eserciti devono rispondere al popolo, non ai principi. Vorrebbe un'unione europea del tipo americano; l'unità deve essere nei fondamenti morali e non nell'economia. Deve essere costituita una federazione di popoli liberi; la libertà deve precedere ogni forma di unità, deve avvenire prima una rivoluzione culturale. Cattaneo sostiene una superiorità italiana nei confronti del popolo francese (molte città italiane si sono prodigate nei moti del 1848).

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