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domenica 13 novembre 2011

Schelling: la filosofia trascendentale

Idealismo trascendentale
Si parte dal soggetto per farne scaturire l'oggetto. L'attività reale è l'ostacolo che l'oggetto pone; quella ideale invece è il superamento del limite. Il primo momento è l'attività teoretica (fuoriuscita dalla natura), il secondo momento è l'attività pratica in cui c'è il superamento dei limiti, il terzo è l'attività estetica che fa tornare lo spirito alla natura. Dall'identità si staccano due potenze: natura (che rappresenta il polo negativo) e spirito (che rappresenta il polo positivo); nella natura c'è traccia della positività come nello spirito c'è traccia della negatività. L'inconscio dello spirito è l'aspetto naturale (polo negativo). Il problema è spiegare perché l'assoluto si è diviso: viene ripresa l'idea della caduta (dall'orfismo) come causa della differenziazione. Viene ripreso anche un aspetto delle idee di Platone in quanto le idee sono l'oggettività della natura dopo la divisione dall'identità/assoluto. Da questo momento però il pensiero di Shelling si avvierà verso la teosofia. Dio è un continuo divenire dal contrasto tra gli opposti (bene e male coesistono in Dio). In seguito ci sarà la filosofia positiva che è l'ultimo aspetto del pensiero di Shelling: l'esistenza può essere solo constatata; nella natura si può vedere una manifestazione di Dio (mitologia); viene studiata la realtà in quanto fatto.
L'intuizione estetica è l'unico argomento che può esporre l'assoluto; la filosofia invece non riesce a spiegare l'assoluto in quanto attività teoretica (solo spirito). Nell'opera d'arte c'è più spiegazione dell'assoluto che in un'opera filosofica poiché l'opera d'arte è sintesi equilibrata di natura e spirito. L'arte è per il filosofo il sancta sanctorum che può portarlo all'assoluto; è il luogo della conoscenza in cui si esprime il divino, l'assoluto.

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