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domenica 18 settembre 2011

La tecnica del mosaico

Il mosaico
Il termine mosaico deriva dal latino medievale Musàicus a sua volta derivante da musa; è soprattutto tra il 4º e il 5º secolo che la tecnica del mosaico diventa la più diffusa in Roma e nei territori dell'impero per decorare parimenti (litostrato: Lithos = pietra, stronnymi = ricoprire). I mosaici romani impiegavano soprattutto pietre dure e ciottoli di forma parallelepipeda detti tessere. Nel 1º secolo d.C. iniziano a diffondersi tessere in pasta vitrea; i colori a disposizione aumentano enormemente con l'uso del mosaico a pasta vitrea in quanto era sufficiente aggiungere al vetro un pigmento colorante in quantità variabili per ottenere intensità diverse di una stessa tinta. Nasce l'impiego di tessere a fondo dorato e argentato ottenute con la sovrapposizione di una sottilissima lamina d'oro o d'argento fra due colate di vetro. Il luogo intanto ha profonde innovazioni nell'effetto della decorazione musica. Le tessere si immergevano nell'intonaco fresco che veniva via via applicato al di sopra di un sottofondo sul quale il soggetto da rappresentare era stato precedentemente disegnato o inciso. Poiché spesso i mosaici erano situati in posizioni distanti dall'occhio dell'osservatore l'artista poteva sfruttare la posa in opera non uniformemente liscia delle tessere, al fine di ottenere particolari effetti di luce con riflessi variamente colorati ed ombre. Al risultato finale partecipava anche il piccolo vuoto che a volte veniva lasciato intenzionalmente tra una tessera ed un'altra: spesso il mosaico si sovrapponeva ad un dipinto vero e proprio. In quel caso le tessere d'oro erano collocate su un fondo rosso, colore che diveniva visibile negli interstizi tra una tessera e l'altra rafforzando ed esaltando l'effetto della doratura. Dopo avere disegnato con piccole tessere le sagome delle figure si riempivano gli spazi fra una e l'altra secondo filari pressoché orizzontali, ma per ottenere effetti speciali la disposizione delle tessere poteva anche seguire altre regole. Le tessere impiegate non erano tutte delle stesse dimensioni: per esempio quelle utilizzate per rappresentare la pelle dei corpi erano più piccole delle altre; questo permetteva di giocare maggiormente sulle sfumature.

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