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venerdì 23 settembre 2011

Leopardi e il rapporto con la società

Nel 1822 la famiglia gli permette di andare a Roma da suo zio che cerca di trovargli lavoro e opportunità.

Roma, 25-11-1822 (219) a Carlo Leopardi
La descrizione dell'intellettuale Cancellieri è molto cattiva e aggressiva. A Roma conosce vari intellettuali tra cui Angelo Mai, famoso filologo a cui Giacomo dedicò anche una canzone; Mai aveva scoperto numerosi testi latini su pergamena ma la sua tecnica distruggeva le pergamene originali.
Roma, 06-12-1822 (222) a Carlo Leopardi
Esprime le sue difficoltà nel trovare una donna: quelle romane sono indifferenti; deve accontentarsi delle donne pubbliche.
Roma, 12-03-1823 (256) a Carlo Leopardi
Cerca di trovarsi una raccomandazione attraverso l'ambasciatore di Prussia; non riesce però a perseguire nei suoi intenti.
Recanati, 05-03-1824 (297) a Giuseppe Melchiorre
Melchiorre gli aveva chiesto una poesia; Giacomo risponde invece che lui non è in grado di scrivere in automatico in questo modo, a comando. Scrive solo con illuminazione ma in tempi molto lunghi; è un autore incontentabile.

Comincia un altro periodo fuori Recanati poiché è riuscito ad ottenere lavoro da un editore di Milano: scrive note per il Canzoniere di Petrarca, scrive antologie della letteratura italiana.

Bologna, 04-03-1826 (422) a Gian Pietro Visseux
È un intellettuale fiorentino che ha fondato una biblioteca, richiede a Leopardi di lavorare ad un giornale di attualità. Giacomo rifiuta poiché la sua filosofia di vita è disinteressata alla società e al rapporto con gli uomini; l'unico suo interesse è l'uomo nel rapporto con se stesso e con la natura. Non crede nel progresso: gli uomini sono individui in balia della natura.

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