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venerdì 14 ottobre 2011

1848: la situazione italiana, introduzione a Mazzini

Mazzini
Era un membro della carboneria ligure nato a Genova nel 1805 da madre giansenista e padre patriota; nel suo operato si vede molto l'influsso giansenista. Laureato in legge fu perseguito molto da quest'ultima e condannato in carcere e all'esilio. Negli anni '20 si rende conto dei limiti della carboneria segreta. Decide di costituire una propia organizzazione con scopi più aperti, il Programma della Giovine Italia nel 1831 risente della sua formazione romantica giansenista: i temi erano la forza dello spirito (della storia, dell'umanità), la fede nel rapporto nazione-Stato, la libertà dell'uomo come singolo. Doveva essere un movimento pubblico nazionale: la propaganda capillare ed ideologica. C'era un giuramento: "unità d'Italia come repubblica democratica basata sul suffragio universale". La coscienza nazionale doveva superare i particolarismi di ogni regione. Ci doveva essere l'indipendenza dallo straniero con una rivoluzione nazionale senza interventi esterni. Non ammetteva la lotta di classi ma una solidarietà tra classi; il popolo si fonda sulle proprie forze (Ferrari aveva anche previsto un intervento francese). Il modello doveva espandersi in tutta Europa: esempio della Giovine Europa in cui tutti i popoli erano liberi e fratelli. Forte idealità e religiosità nel pensiero di Mazzini: rinnovamento delle umanità intera non solo europea come missione data da Dio. Dio e popolo sono bandiere del suo movimento. L'Italia deve essere d'esempio agli altri una volta cominciata la rivoluzione. Mazzini subordinava i problemi sociali a quelli politici: gli operai e i contadini sono quasi trascurati; preti ed anarchici riempiono gli spazi lasciati liberi da Mazzini. Questo è un limite per Mazzini anche se fonda un movimento molto ampio. Garibaldi fu mazziniano. Ogni popolo ha una missione (idea romantica); l'uomo ha particolari doveri (idea giansenista). Anche Mazzini è convinto nell'immanentizzazione di Dio nel mondo meglio ancora nel popolo: Dio è popolo. Il popolo deve assolvere la missione che Dio ha dato. Roma ha avuto due mandati da Dio finora: con i cesari e i pontefici; ora la terza Roma deve diventare capitale d'Italia.

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