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domenica 25 settembre 2011

I piaceri nel pensiero epicureo secondo Lucrezio

Voluttà (Libro 2, vv 1-61).
I libri sono caratterizzati da una grande introduzione; siamo nell'argomento atomistico. Osservare i disagi altrui è piacevole poiché ci si rende conto di ciò che non si subisce: il saggio epicureo è estraneo al mondo ed osserva l'agitazione degli uomini. La natura si accontenta che il corpo sia sano e l'anima non perturbata per essere felici. Non serve ricchezza per la felicità. L'uomo è angosciato da paure che non sono reali: la religione ne è un chiaro esempio.

Epicuro, Epistola a Meneceo (127-132).
Ci sono diversi tipi di piacere. Il saggio epicureo non è colui che si abbandona ai piaceri ma analizza ogni situazione e le sue conseguenze. Per la serenità non servono cose in più ma semplicemente ciò che è necessario; bisogna cercare di usare ciò che è solo necessario.

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