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sabato 1 ottobre 2011

Leopardi: la natura non è per gli individui

  • La bellezza è vaga ed indeterminata probabilmente poiché è soggettiva; per Leopardi potrebbe essere paragonata alla felicità o nell'aspetto passionale ad una cosa irrazionale. I fanciulli si appassionano delle cose, si lasciano trasportare mentre, negli adulti l'abbandono all'emozione è controllato anche troppo.
  • Il ricordo è lontano ed indefinito; la rimembranza ci fa carpire l'aspetto poetico di ciò che osserviamo o percepiamo. Più una realtà ci trasporta nei nostri ricordi e nell'indefinito, tanto più avvertiamo in essa una presenza poetica.
La natura ci rende capaci di illusioni.
  • La natura garantisce un ordine generale alle cose per garantire la sopravvivenza della specie, a prezzo dell'individualità che è meno importante. L'individualità ritiene sua nemica la natura.
  • L'individuo non esiste per godere della vita ma semplicemente esiste come elemento dell'insieme dell'esistenza: i doveri del singolo sono di esistere, riprodursi e morire. La felicità è semplicemente un palliativo.
  • La noia è non aver nulla da fare secondo molti; per Giacomo invece è uno stato d'animo che richiede un elevato termine di pensiero.
Leopardi è contro l'idea di progresso e sembra essere molto isolato dal mondo. Molti letterati italiani non lo sopportavano per questo; lo ritenevano un pessimista estremista anche fin troppo.
  • Se il progresso non ci fosse gli uomini non se ne accorgerebbero; se non c'è una determinata invenzione l'uomo non si pone nemmeno il problema e vive tranquillamente senza avvertire le innovazioni come necessarie.

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